«Aver isolato il virus tempestivamente – dice il direttore scientifico dell’ospedale, Giuseppe Ippolito – pone l’Italia in una posizione di vantaggio perché diventa un interlocutore incredibile».
L’Italia è infatti il primo Paese in Europa a essere riuscito a isolare il nuovo coronavirus. Un risultato ottenuto dai virologi, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia. «E’ un passo fondamentale – ribadiscono i ricercatori – che permetterà di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi». La disponibilità nei laboratori del nuovo agente patogeno, inoltre, «permetterà di studiare il meccanismo della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino».
La sequenza parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1, «è già stata depositata nel database GenBank, ed a breve anche il virus sarà reso disponibile per la comunità scientifica internazionale».
ORA COSA SUCCEDE?
“L’isolamento del virus è un passaggio importantissimo per poter avere a disposizione gli strumenti per valutare nuovi farmaci, identificare rapidamente gli antigeni virali e quindi mettere appunto vaccini, capire meglio la trasmissione del virus la sua resistenza all’ambiente esterno”. Lo ha detto all’AGI Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia, commentando il risultato raggiunto all’istituto Lazzaro Spallanzani di Roma.
“È chiaro” aggiunge “che la sola sequenza genomica non può sostituire la reale particella virale. L’isolamento era stato effettuato soltanto a oggi in due centri in Australia e in Cina, si sapeva che anche l’Istituto Pasteur in Francia ci stava lavorando. L’isolamento in Italia” conclude l’esperto “mette a disposizione dei nostri ricercatori un preziosissimo strumento oltre che consentirà ovviamente la sua condivisione con i laboratori di tutto il mondo, quindi è certamente una buona notizia”.
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