L’autoassoluzione al tempo del coronavirus (di G. Fauceglia)

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La gravissima situazione che sta vivendo il Paese dovrebbe indurci ad avere più memoria del passato,  per imporci di affrontare con maggiore consapevolezza un futuro incerto e pieno di incognite.

Non è sicuramente un buon viatico la mancanza di consapevolezza sugli errori commessi, anche perché, una volta superato il presente, gli stessi errori potrebbero essere di nuovo ripetuti, senza vergogna e, per altro, in un contesto sociale in cui non esiste più la “memoria”. In questa prospettiva bisognerebbe riflettere sulle colpe commesse nei confronti della scienza e della conoscenza.

Siamo partiti con la teorizzazione dell’ “uno vale uno” ovvero che la casalinga che naviga su internet può raggiungere lo stesso bagaglio di conoscenza di uno scienziato famoso. Poi siamo passati alla teorizzazione politica dei no vax, con ministri della Repubblica che, per non scontentare una parte dei propri elettori, hanno teorizzato l’ossimoro dell’ “obbligo-facoltativo” della vaccinazione, così esponendo una parte della popolazione a seri rischi endemici.  Su questo nessuna autocritica ? E’ sufficiente far finta di niente da parte di chi ha costruito la propria fortuna elettorale su queste idiozie universali ?

Non parliamo, poi, di come la stampa e la magistratura inquirente hanno trattato una scienziata di chiarissima fama, come Ilaria Capua, sottoposta ad una vera e propria gogna mediatico-giudiziaria, sì da costringerla a trasferirsi negli Stati Uniti, senza che, una volta assolta, qualcuno abbia mai sentito il dovere di chiederle scusa o che qualcuno abbia chiesto conto di un’indagine così fragile e che tanto clamore aveva suscitato.

Ed ancora, come non ricordare le campagne contro l’impiego degli animali nella ricerca medico-biologica, che, come ha ricordato la senatrice a vita Elena Cattaneo, hanno bloccato o ritardato gli studi  nella genetica e nella farmacologia.

Vogliamo ricordare, poi, quello che è avvenuto con i medici ? Una vera e propria campagna denigratoria, con avvocati che hanno pubblicizzato le azioni giudiziarie per veri o presunti errori diagnostici e sanitari, cui sono seguite condanne dei Tribunali, così dando luogo a quella medicina difensiva, che è l’esatto contrario del giuramento di Ippocrate.

Certamente, vi sono stati errori e colpe gravi da perseguire in sede giudiziaria, ma gli eccessi e le mode non sono mai utili in questo settore, dove vi sono incertezze nel risultato e l’imponderabile è sempre dietro l’angolo.

Del resto, la sanità è stata per troppi decenni affidata all’influenza della politica e delle sue clientele, ciò comportando un abbassamento del livello di fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie. Non vorrei, però, che dopo la santificazione di oggi di medici ed infermieri, alle lodi seguissero, poi, lo stesso indiscriminato ed opportunistico comportamento di ieri.

Così come, dopo la fine dell’emergenza sanitaria, non vorrei che ospedali, primari e reparti fossero nuovamente gestiti e scelti con la logica spartitoria e di pura manifestazione di potere cui siamo stati abituati, e, soprattutto, non vorrei che venisse nuovamente sacrificata la spesa per la sanità pubblica sull’altare di un fasullo pareggio di bilancio o, peggio, per agevolare, puramente e semplicemente, quella privata, con l’intreccio, a volte oscuro, di interessi.

Ecco, non vorrei che alla fine di questa pandemia, che sconvolge il Paese, tutto dovesse tornare come prima, ma è proprio per questo che dobbiamo ricordare gli errori commessi, per non ripeterli e per non far finta che nulla sia successo.

Giuseppe Fauceglia

1 Commento

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  • Salve Prof.

    I suoi, sono concetti scontati ed allo stesso tempo estremamente sofisticati.

    Gli errori e le negligenze, fanno parte dell’essere umano.

    Inutile circumnavigare e sforzarsi ad esasperare concetti di inutile buonismo.

    Saluti

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