Stand-by calcio italiano: tra color che son sospesi

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Tra color che son sospesi” c’è il calcio italiano che non sa ancora se, quando e come ripartire. Il mondo del pallone sta attraversando un inferno sportivo ed economico che si inserisce nella tragedia mondiale causata dal coronavirus. Tra proposte più o meno fattibili, posizioni più o meno condivise, resta da capire quale possa essere la strada migliore da seguire. Passano i giorni e le soluzioni diventano sempre di meno. L’unica opzione, per cercare di rimettere in movimento il pallone, sembra essere quella di trovare un accordo sulle regole da rispettare per la ripresa degli allenamenti. Che per il calcio, come per gli altri sport di squadra, è fissata per il 18 maggio. Data che si sta cercando di anticipare facendo sostenere ai giocatori sedute di allenamento individuali. Almeno per iniziare a svolgere la preparazione fisica, aspetto fondamentale dopo il lungo stop.

Uno dei nodi principali da sciogliere è legato ai costi perché rispettare le misure previste richiede una spesa che non possono sostenere da sole tutte le società più piccole, parlando principalmente delle categorie inferiori. La Figc, sollecitata da Lega A e Lega B, vuole ripartire e resta fiduciosa sul fatto che ciò accada. Il ministro dello Sport ha detto chiaramente che “senza intesa sul protocollo di sicurezza, gli allenamenti non riprenderanno e sarà il Governo a decretare la chiusura del campionato”. La matassa potrebbe essere sbrogliata nel prossimo incontro tra la commissione medica della Figc, il Comitato tecnico scientifico del Governo e la Federazione Medico Sportiva Italiana. È necessario trovare un accordo altrimenti il calcio non ripartirà. Ma l’intesa deve essere trovata presto altrimenti poi non ci sarebbero più i tempi per concludere i campionati.

A meno che, data la situazione emergenziale, non vengano modificati i format pur di portare a termine la stagione. Di ipotesi ne sono state fatte diverse in questi giorni. Come, ad esempio, in serie B la possibilità di giocare direttamente playoff e playout, saltando le restanti partite della stagione regolare. Sul punto, però, Mauro Balata è stato chiaro. “Le regole non possono essere cambiate in corsa, nel calcio si vince e si perde sul campo, guai ad abbandonare il merito sportivo” ha detto il presidente della Lega B. In ogni caso il calcio ha bisogno di risposte precise e rapide perché nel limbo, “tra color che son sospesi”, si sta male.

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