Il web, nuovo veicolo di cultura (di Tony Ardito)

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La chiusura di cinema e teatri, il divieto di assembramento, la permanenza forzata nelle abitazioni ha fortemente inciso sulle pratiche di consumo culturale ed azzerato del tutto le esperienze dal vivo e, dunque, alimentato la fruizione domestica e via web. Il nuovo menù dei consumi culturali sembra così muoversi a differenti velocità, con una forte crescita dei consumi e dei servizi digitali e una profonda crisi dell’offerta dal vivo.

L’effetto del lockdown, imposto dal Coronavirus sull’offerta culturale, ha avuto anche qui riverberi importanti. È quanto emerge dalla indagine di Impresa Cultura Italia-Confcommercio, in collaborazione con Swg, sugli effetti della pandemia e del confinamento per i consumi culturali degli italiani.

I vincoli imposti dalla emergenza Covid-19 hanno portato ad una forte crescita dei consumi televisivi (+47% durante il lockdown), della lettura di libri (+14%) e dell’ascolto di musica (+7%), mentre è diminuita la lettura di fumetti (-27%) e riviste (-10%). Tra i consumi televisivi, oltre ai canali tv tradizionali, si segnala un cospicuo aumento dell’utilizzo di piattaforme web in abbonamento (per il 34%) e, più in generale, dei canali a pagamento (per il 20%).

Durante il confinamento, lo switch verso il digitale è stato significativo per i quotidiani, le riviste ed i fumetti. Un lettore su sei ha dichiarato di avere abbandonato – in quel frangente – la versione cartacea in favore di quella digitale. Regge, invece, la lettura tradizionale dei libri sebbene, anche in questo caso, l’8% dei lettori sia passato in questi mesi all’e-book.

Gli spettacoli dal vivo in digitale, invece, non sembrano avere avuto un successo rilevante e sono stati seguiti principalmente da quei fruitori che già prima del Coronavirus tendevano ad assistere a queste attività soprattutto in forma gratuita. Pochi (solo il 4%) hanno approfittato della possibilità di visite virtuali a musei e siti archeologici, mentre la maggior parte (ben il 79%) non ha usufruito di questa opportunità, sia perché non ne era a conoscenza (28%) che per libera scelta (51%).

Lo stress psicologico associato ai mesi di lockdown e l’elevato consumo di prodotti e servizi culturali in ambito informativo e formativo hanno modificato in profondità lo schema dei bisogni individuali in campo culturale. Cresce molto l’aspettativa legata al divertimento (+15% rispetto a dicembre 2019), al relax (+14%) al desiderio di fare qualcosa di diverso e di uscire dalla routine.

Le limitazioni imposte alle attività dal vivo hanno alimentato il bisogno di riprendere le proprie abitudini, ma non per tutti gli appassionati. Anche tra questi prevale una generale cautela, sia per la evoluzione della situazione sanitaria che per la riorganizzazione dei servizi.

In questo senso l’adozione di misure di prevenzione ha un impatto positivo sulla predisposizione a partecipare ad eventi dal vivo. Circa un italiano su tre sarebbe disponibile a pagare di più per assistere a eventi culturali dal vivo, una quota che tra gli appassionati arriva a superare anche il 50%.

di Tony Ardito

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