Covid, mezza Italia è in zona arancione. Cosa cambia nelle altre regioni

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Il ministro della Salute annulla gli effetti dell’ordinanza del 16 gennaio che aveva inserito in zona rossa la Lombardia.

Una decisione presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia”. Diventa arancione anche la Sardegna. Restano gialle 4 regioni più la Provincia autonoma di Trento: sono Campania, Basilicata, Molise e Toscana. Confermate rosse Sicilia e Bolzano

La decisione, si legge nell’atto, è stata presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia”. “La sfida contro il virus è ancora dura. Ma questa settimana, in Italia, abbiamo nuovamente Rt sotto 1. Dobbiamo continuare sulla strada della prudenza per resistere nelle prossime settimane e intensificare ancora la campagna di vaccinazione”, aveva scritto Speranza su Fb

Anche la Sardegna, che però era zona gialla, passa ad arancione: è stata classificata dall’Iss a rischio alto con un Rt a 0,95

Le uniche zone rosse restano la Sicilia e la provincia autonoma di Bolzano

Sono 14 le regioni in area arancione. Oltre agli ingressi di Lombardia e Sardegna, il ministro della Salute Speranza ha confermato in area arancione Calabria, Emilia Romagna e Veneto. Restano in questa fascia anche: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle d’Aosta

Restano gialle 4 regioni più la Provincia autonoma di Trento in base all’ordinanza firmata dal ministro Speranza: sono Campania, Basilicata, Molise e Toscana

La Lombardia torna quindi in zona arancione dopo che un ‘errore’ nel calcolo dell’Rt la settimana scorsa aveva fatto scattare le misure più restrittive previste per la zona rossa. Ed è scambio di accuse tra la Regione e il governo su chi debba assumersi la responsabilità della valutazione errata

Il dato ‘incriminato’ su cui si consuma lo scontro riguarda l’Rt ed è quello del monitoraggio relativo alla settimana dal 4 al 10 gennaio, aggiornato al 13, quindi 48 ore prima della riunione della cabina di regia che ha decretato la zona rossa

Il Veneto resta in zona arancione. Il presidente Luca Zaia in precedenza aveva rilevato in conferenza stampa che i dati lasciavano ipotizzare anche un possibile ritorno in zona gialla, pur esprimendo fiducia sul giudizio dei tecnici

Resta in zona arancione anche il Piemonte. Il presidente della Regione Alberto Cirio, aveva dichiarato che “i numeri fanno ben sperare, se il trend continuerà così si potrà sperare nella zona gialla dai primi di febbraio, ma tutto dipenderà come sempre da noi”

Resta ‘aperta’ la Provincia di Bolzano, anche se si viene confermata la zona rossa. L’attuale regime, con negozi e bar aperti (fino alle ore 18) e scuole in presenza, è stato per il momento confermato. Come si apprende dalla giunta provinciale, “l’Iss assegna all’Alto Adige un Rt al 1,03, rispetto all’1,50 della settimana scorsa. Il numero dei pazienti in terapia intensiva è in calo (ieri erano 24, rispetto ai 30 all’inizio della settimana) ed è perciò attualmente sotto la soglia allarme”

Nel Lazio il valore Rt è in calo di nuovo sotto a 1 a (0,93) ed è classificata a rischio moderato nel nuovo monitoraggio. La regione resta per il momento in zona arancione

La Sicilia, confermata zona rossa, è ancora classificata a rischio alto nel nuovo monitoraggio Iss, con un Rt a 1,27. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, ha avvertito sul rischio di un “lockdown” fortemente restrittivo, come quello della scorsa primavera

La provincia autonoma di Trento invece per il momento resta zona gialla. Per l’area si era parlato di un passaggio alla zona bianca, con la riapertura di tutte le attività e con spostamenti liberi. Ma il via libera non è ancora arrivato

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