Recovery plan: fuori cashback e quota 100

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Dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono stati tagliati due dossier relativi alla proroga di quota 100 e al cashback. Mentre sul superbonus, il premier Mario Draghi ha fornito alcune assicurazioni con l’impegno del governo. Gli interventi potrebbero subire delle modifiche e prendere strade differenti

Per quanto riguarda quota 100, i pensionamenti con almeno 62 anni d’età e 38 di contributi termineranno a fine anno. In seguito si dovrà decidere come gestire lo scaglione che si verrà a creare tra la fine del 2021 e i primi mesi del 2022 quando l’età pensionabile sarà portata a 67 anni

Quota 100 potrebbe essere sostituita con misure mirate a categorie di lavoratori impegnati in attività gravose e usuranti, accompagnate da un’ulteriore proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna

La Lega starebbe spingendo per andare verso “quota 41”, così come richiesto dai sindacati che vorrebbero un meccanismo flessibile che garantisca la possibilità di uscire dal lavoro al raggiungimento del 41esimo anno di contribuzione a qualsiasi età

Il piano cashback, pensato per favorire i pagamenti elettronici, dovrebbe restare in vigore anche se non è presente nel Pnrr. Si starebbero però valutando dei correttivi per evitare utilizzi impropri dell’incentivo

Le revisioni del cashback e in particolare del supercashback potrebbero far parte della prossima legge di Bilancio

Un’altra possibilità è invece che il governo decida di far concludere il piano cashback con la prima scadenza del programma, ossia il 1° luglio 2021

Sulla proroga al 2023 del superbonus 110% per l’edilizia, chiesta a gran voce da alcuni partiti, Draghi ha spiegato: “Molti di voi hanno chiesto garanzie relativamente al superbonus. Ribadisco che per questa misura, tra Pnrr e Fondo complementare, sono previsti oltre 18 miliardi, le stesse risorse stanziate dal precedente governo”. Draghi ha promesso un impegno del governo “a inserire nella Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023″

Draghi ha aggiunto che “già con un decreto legge a maggio, interveniamo con delle importanti semplificazioni per agevolare la sua effettiva fruizione” perché “le procedure sono complesse”

Dalla versione finale del Pnrr è saltata anche la creazione del Centro nazionale per le epidemie. Nelle bozze era prevista l’individuazione di un istituto che si sarebbe occupato del sequenziamento dei virus e alle correlate esigenze di ricerca e sviluppo per la cura e il contenimento delle conseguenti malattie

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