Quirinale, Berlusconi scioglie la riserva domenica per la candidatura

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Il Cavaliere prende tempo, ma resta in campo. I partiti senza nomi sembrano scivolare verso Draghi. Le alternative sono Casellati e Casini. “Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”.

Con queste parole nel 1994, Silvio Berlusconi aveva annunciato la sua candidatura alle elezioni come Presidente del Consiglio. La metafora dell’ingresso nel terreno di gioco ,che aveva accompagnato l’ascesa politica del capo della televisione commerciale, sembra avere impatto più debole 28 anni dopo.

Il centrodestra ha fatto il suo nome, lo ha dichiarato espressamente come figura preferenziale per il ruolo di nuovo Capo dello Stato. Il Cavaliere questa volta non si è sbilanciato, restando nelle stanze della villa di Arcore e tenendo tutti sulla graticola. Il leader di Forza Italia fa saltare il vertice previsto questa settimana, ma resta in bilico e probabilmente lo farà fino all prima votazione del 24 gennaio.

In attesa della risposta di Silvia Berlusconi, sulla strada che conduce al colle più alto, si palesano strategie che hanno firme diverse. Il centrosinistra non ha fatto un nome preciso, ma dal tweet a reti unificate di Conte, Speranza e Letta emerge la volontà di scegliere una figura super partes.

Nello stallo degli schieramenti politici, Mario Draghi sembra l’unico in grado di tessere la sua tela. I partiti senza nomi potrebbero virare sul Presidente del Consiglio ed ex Presidente della Bce. Il premier avrebbe l’endorsment della finanza internazionale, e molteplici presupposti che accompagnerebbero il suo trasloco verso il Quirinale.

Non solo Berlusconi e Draghi, ma avanzano anche altri nomi. Matteo Salvini e Giorgia Meloni non sono intenzionati a perdere la sfida per il Colle, e in attesa della decisione definitiva del leader di Forza Italia, stanno lavorando su un piano alternativo.

Un nome legato allo schieramento, che continua a tenere banco nonostante i rumors, è quello di Maria Elisabetta Casellati. La Presidente del Senato sembra essere la figura istituzionale perfetta per superare tutte le divergenze. È la seconda carica dello Stato, e interpreta l’istanza di tutti coloro che vorrebbero per la prima volta una donna al Colle.

Infine c’è il nome di Pier Ferdinando Casini, figura presente in Parlamento da 38 anni, capace di dialogare con tutti. Quest’ultimo potrebbe rappresentare una scelta semplice, ma al contempo la soluzione moderata che metterebbe tutti d’accordo. I prossimi giorni saranno utilizzati dai partiti per definire le ultime strategie, poi dal 24 verranno scoperte le carte.

Gli italiani restano in attesa del nuovo Presidente della Repubblica che avrà il compito di succedere a Sergio Mattarella.

Olindo Nuzzo

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