Casamicciola, ipotesi di reato è disastro colposo

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Droni e carabinieri forestali sono in azione a Ischia non solo per la ricerca dei dispersi, ma anche per attività di ricerca e repertamento di materiale che sarà vagliato dalla magistratura: la procura di Napoli, infatti, come avviene di norma in casi del genere, ha aperto un fascicolo d’inchiesta sulla frana di Casamicciola che ha provocato morti e ingenti danni materiali. L’ipotesi di reato – come anticipa Il Mattino – è quella di disastro colposo, ma ancora non c’è alcun nome iscritto nel registro degli indagati.

Tra le salme recuperate c’è anche un neonato

Tra le vittime accertate dell’alluvione di Casamicciola anche un neonato di 21 giorni. Il corpicino del bimbo è stato recuperato all’interno di un’abitazione di soccorritori con non poche difficoltà ed attualmente si trova presso l’obitorio dell’ospedale Anna Rizzoli di Lacco Ameno. Il piccolo è uno dei cinque già recuperati.

Tratta in salvo famiglia bloccata in casa

È stata tratta in salvo una famiglia di tre persone intrappolata da ieri mattina nella propria abitazione in zona Celario, colpita dall’alluvione di Casamicciola. I tre, tra cui una donna 90enne non in grado di deambulare, e un’altra persona anziana sono stati raggiunti pochi minuti fa dalle squadre di soccorso che si sono fatti strada tra il fango e i detriti e sono riuscite a portarle in una zona sicura più a valle. I tre al momento sono considerati in buone condizioni di salute e sono stati condotti da alcuni parenti. Questo nucleo familiare era già monitorato: i tre non facevano parte dei dispersi.

Casamicciola, “la nostra casa sul baratro, atteso i soccorsi”

“I soccorsi non arrivavano e siamo rimasti fuori nel viale, dove con la mia famiglia avevamo deciso di rimanere dopo essere usciti di corsa da casa. Eravamo sotto la pioggia tutti e cinque, stretti, e lì siamo rimasti per un paio d’ore, perché per i soccorritori era difficile raggiungerci: davanti a noi c’era il baratro, era venuto tutto giù, sembrava di essere in un film, surreale”. È il racconto di Enzo Botta, l’uomo che abita con la sua famiglia, la moglie e tre figli tra cui uno di 12 anni, nella villa bianca pericolante diventata il simbolo della tragedia di Casamicciola.

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