
A svelarlo – in una intervista al quotidiano “Il Messaggero” oggi in edicola – è il sottosegretario all’Economia, Federico Freni.
“La scelta è chiara: quota 41 è un metodo, non uno spot. Solo ragioni di costo – ha spiegato – hanno richiesto l’inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l’azzeramento progressivo del limite di età.
Quindi si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età”.
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