Guardia costiera Palinuro: sigilli a impianto di calcestruzzo. Sequestrata un’area di 15000 mq

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Nel corso di una vasta operazione finalizzata a prevenire e contrastare il perpetrarsi di
illeciti di natura ambientale, i militari dell’Ufficio Circondariale di Palinuro, coadiuvati
dal personale dell’Ufficio Locale Maritimo di Scario e Marina di Camerota, hanno
proceduto al sequestro penale di un impianto industriale di betonaggio, produzione di
calcestruzzo e frantumazione inerti che si estende su un’area di circa 15000 mq nel
Comune di Santa Marina.
Diverse ed approfondite le verifiche di natura tecnica poste in essere negli scorsi giorni
e per le quali i militari si sono avvalsi del supporto professionale del personale ARPA
Campania, intervenuto per gli aspetti di stretta competenza, degli Uffici del Genio Civile
e della Provincia di Salerno.
I controlli eseguiti hanno consentito di accertare che l’attività fosse priva della prescitta
Autorizzazione Unica Ambientale (AUA), soprattutto per gli aspetti attinenti
all’emissione in atmosfera dell’impianto, in una zona che – ricordiamo – è sottoposta a
numerosi vincoli e ad elevata protezione ambientale trattandosi di SIC (sito di
interesse comunitario) inserito nella rete Natura 2000.
Il titolare dovrà rispondere, altresì, di gestione illecita di rifiuti, non essendo stati in
grado di attestare i previsti smaltimenti periodici nè la provenienza e pertanto la
tracciabilità degli stessi, di deposito incontrollato di rifiuti anche pericolosi rinvenuti
dai militari in evidente stato di abbondono e di usura su nudo terreno, oltre che di
smaltimento illecito dei rifiuti liquidi.
Questi ultimi, infatti, per effetto della mancata regimentazione, si disperdevano su
nudo terreno, in assenza di un apposito impianto di depurazione ed a fronte di vasche
di decantazione esistenti già colme e mai avviate a recupero attraverso ditte
autorizzate. Alla stessa naturale dispersione erano destinati i fanghi derivanti
dall’attività industriale e classificati dalle vigenti norme quali “rifiuti”.
In ultimo, trattandosi di una’area in parte ricadente su demanio fluviale, è stato
possible accertare che da quasi un decennio l’attività occupasse detta porzione senza la
speciale autorizzazione necessaria, circostanza aggravata dalla constatazione da parte
dei militari che la ditta, per la propria attività di betonaggio, prelevasse l’acqua
necessaria direttamente dal fiume Bussento attraverso un apposito impianto realizzato
nell’alveo.
Per le condotte illecite accertate, i responsabili, in concorso tra di loro, sono stati
deferiti all’Autorità Giudiziaria.
Il sequestro penale è stato operato d’iniziativa dal personale della Guardia Costiera
affinchè l’attività illecita non potesse perpretarsi e aggravare le conseguenze del reato
ed è stata convalidata in data odierna.
L’operazione rientra nelle più ampie attività investigative volte al contrasto dei reati
legati al ciclo dei rifiuti e all’inquinamento delle matrici ambientali condotte sotto il
coordinamento della Direzione Marittima della Campania.

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