Plusvalenze calciatori: “rinviate alla CAF” di Antonio Sanges

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Il Collegio di Garanzia dello Sport, in riforma della sentenza della Corte Federale dello scorso 20 gennaio 2023, ha restituito alla Juventus i “15 punti di penalizzazione”, ed ha decretato che si celebri un nuovo processo presso la Corte d’Appello Federale.

In attesa di leggere le “motivazioni della sentenza” bisogna ricordare, che  al termine del processo relativo alle “plusvalenze dei calciatori” (aprile 2022), tenutosi presso il Tribunale Federale Nazionale della Figc,  e’ emerso che risulta impossibile definire la “corretta valutazione legata alla transazione dei  calciatori” in sede di calcio mercato.

Nel corso del processo, si e’ rilevato che per “valutare le plusvalenze dei calciatori”, non si puo’ fare riferimento al principio dell’algoritmo , ed alle stime attivate da Transfermarkt.

In merito a quanto evidenziato, la valutazione dei calciatori, mette in “fuori gioco” anche la previsione normativa di cui all’art. 2423 bis del codice civile , in tema di valutazione delle voci di bilancio.

In termini aziendali, per dare certezza alla valutazione della plusvalenza della transazione dei calciatori in sede di calcio mercato,  bisognera’ prevedere precisi criteri di “modelli economici”.

I tifosi dell’azienda calcio, negli ultimi periodi, oltre a discutere di “moduli e schemi” della propria squadra del cuore,  gli stessi  si confrontano anche  con le tematiche del “doping amministrativo”, legate alle  plusvalenze dei calciatori,  dichiarazioni fiscali fraudolente e false comunicazioni sociali.

Le indagini “penali” e della “giustizia sportiva” attivate verso le societa’ di calcio , risultano finalizzate ad accertare eventuali “reati penali tributari e di falso in bilancio” , situazioni che mettono in fuori gioco “la sostenibilita’ dell’azienda calcio “ , e creano preoccupazioni ai propri supporters, che temono penalizzazioni per il club di riferimento.

Un’eventuale “errata valutazione delle plusvalenze” dei calciatori, determina per le societa’ di calcio, “reati penali tributari e di falso in bilancio”.

Per i club di calcio, la plusvalenza dei calciatori, risulta essere il guadagno che una società trae dalla cessione di un calciatore,  ed è una delle principali voci di ricavo dei club professionistici.

Analizzando i bilanci delle società calcistiche, ci si rende dunque conto che, insieme ai “ricavi diritti televisivi”, “ricavi commerciali”,“ricavi da stadio”, i “proventi per la gestione dei diritti dei calciatori” rappresentano una delle voci più importanti del conto economico.

Nel settore dell’azienda calcio “la plusvalenza” (o minusvalenza) dei calciatori è data dalla differenza tra il valore di cessione del cartellino di un calciatore, rispetto al valore residuo (al netto dell’ammortamento) del valore del cartellino iscritto in bilancio da parte del club cedente.

Per ogni cartellino di un calciatore è infatti iscritto a bilancio un “valore contabile”.

Quel “valore” indica sostanzialmente la quota rimanente dell’investimento iniziale (costo storico) per l’acquisto del calciatore stesso, che deve ancora essere ammortizzata dal club.

Per una società di calcio, pertanto, i calciatori rappresentano (contabilmente) delle “immobilizzazioni immateriali”, il cui valore può anche crescere nel tempo.

La plusvalenza è data dunque, in questi casi, dall’incremento di valore che il calciatore ha realizzato nel corso del tempo, dal momento in cui è entrato a far parte della squadra al momento in cui viene ceduto.

Laddove quindi la società di calcio ceda un giocatore precedentemente acquistato, il calcolo della plusvalenza deve prendere in considerazione l’ammortamento annuo del calciatore già imputato in bilancio.

Metodo economico certo , del calcolo delle plusvalenze calciatori, per vincere la sfida al “calcio business”.

Antonio Sanges dottore commercialista

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