Il Monza di Palladino, a fine stagione, ha potuto vantare un lusinghiero undicesimo posto. 52 i punti raccolti, a ben 21 lunghezze dallo Spezia terzultimo. E’ chiaro che i nerazzurri puntino a iniziare il campionato in tutt’altro modo, portando a casa il bottino pieno per esibire da subito – dal primo miglio – muscoli capaci di agguantare lo Scudetto. Anche in ricordo dello scomparso Silvio Berlusconi.
L’Inter, con la Coppa Italia in bacheca, e finale di Champions immeritatamente persa con i Citizens di Guardiola, non poteva non continuare ad affidare il timone a Simone Inzaghi. Per lui novità importanti in tutti i reparti: tra i pali – via Onana dentro lo svizzero Sommer dal Bayern -, in mezzo al campo con Frattesi e Cuadrado, e davanti con Thuram jr. Poche new entry di peso per il Monza del confermatissimo Raffaele Palladino (suo il merito di aver fatto cambiare passo ai lombardi dopo l’avvio infelice di stagione targato Stroppa) al netto proprio di due ex nerazzurri: D’Ambrosio e Gagliardini.
Nerazzurri partono fortissimo. E grazie al capitano, Lautaro Martinez, arriva il vantaggio all’8′. Barella trova Dumfries sulla fascia che di prima crossa in area per il numero 10. Il toro di Bahía Blanca, senza problemi, con il destro supera Di Gregorio. I brianzoli non si abbattono e cercano di ripartire in contropiede con Caprari e Colpani, ma senza riuscire a finalizzare. Doppietta di Martínez al 76′. Decisamente sono i padroni di casa a gestire il match. Il ritmo sembra calare, forse anche a causa del grande caldo. L’Inter vince e convince.
Genoa – Fiorentina
Ha fame il Genoa di Alberto Gilardino. Ha fame di far vedere risultati degni di nota anche in Serie A. Ma partire con i piedi per terra è (saggiamente) d’obbligo e il tecnico dei grifoni fissa l’asticella: “Dobbiamo raggiungere una salvezza tranquilla”. Per centrare il target i rossoblù si affidano anche e soprattutto a Mateo Retegui, la punta italoargentina nel giro azzurro su cui ha scommesso Roberto Mancini. Un investimento importante per le casse genoane essendo il quinto acquisto più oneroso della storia del club.
A duellare con i padroni di casa, la Fiorentina guidata ancora da Vincenzo Italiano. Scontata la conferma della fiducia della società per il tecnico di Karlsruhe al termine di una stagione che ha visto i viola in pista per mettere in bacheca Conference e Coppa Italia. Alla fine niente trofei per i gigliati, ma l’approdo all’ultimo atto di entrambe le competizioni è stato certamente un risultato tutt’altro che scontato. In Europa i toscani ripartono dal terzo torneo continentale dopo l’esclusione della Juventus e con una certezza generale: avranno ancor più voglia di successi.
Ed è la viola che parte subito in progressione, decisa e aggressiva. I risultati non tardano ad arrivare. In successione: rete al 5′ con Biraghi, e all’11’ con Bonaventura. Possesso palla sempre appannaggio della Fiorentina che fa valere il superiore tasso tecnico. Pressing a vuoto per i rossoblù. E arriva anche il terzo gol per i gigliati con la rete di González al 40′. Il Genoa sembra essere fuori gara, gli uomini di Gilardino non riescono a rientrare in partita. Dall’altra parte, la Fiorentina, invece, impressiona per fluidità di manovra, idee e intensità.
Arriva anche il quarto gol al 56′ con Mandragora che tira di testa. Niente da fare per Martinez. Il Genoa riesce a trovare il gol grazie a Biraschi al 58′, che riesce ad approfittare di un’occasione su un corner respinto. I rossoblù ci riprovano con Retegui, di testa, all’84’ ma Terracciano respinge prontamente. La partita finisce con il trionfo degli uomini di Vincenzo Italiano, che sono stati in grado di dominare il campo in lungo e in largo con un meritatissimo poker. Liguri mai in partita.
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