Qualche domanda in relazione ad una recente vicenda (di G. Fauceglia)

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Leggo su “Ottopagine.it” e su altri giornali on-line la notizia che l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali ha stilato la classifica degli ospedali pubblici italiani, prendendo come riferimento il triennio 2019-2021, un arco temporale che in gran parte si riferisce al periodo del Covid.

Ne esce un quadro davvero desolante per la Campania, che presenta ben quattro ospedali pubblici collocati tra gli ultimi dodici d’Italia. La classifica, utilizzando criteri statistici condivisi dalle Agenzie pubbliche, è stata elaborata tenendo presente le performance del Pronto soccorso valutando se questo è in grado o meno di fornire assistenza entro le otto ore; i tempi di attesa delle cure nei reparti, che devono corrispondere a quelli indicati dalla normativa di riferimento; i tassi dei ricoveri ad alto rischio e le relative appropriatezze anche organizzative; il bilancio delle aziende; il numero del personale e dei posti letto; il livello di obsolescenza dei macchinari e il loro effettivo utilizzo.

Orbene, con attribuzione del “bollino rosso” a quegli ospedali che presentano deficienze evidenti nei servizi erogati, secondo i criteri innanzi detti, tra i 12 ospedali pubblici valutati negativamente si colloca il “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, e l’unica eccellenza in Campania è stata indicata nel “Cardarelli” di Napoli, pur non difettando, complessivamente, significativi investimenti pubblici nel settore sanitario.

Per quanto riguarda l’ospedale salernitano si è assistito in questi anni ad un vero e proprio depauperamento di quella che era, anche nel recente passato, una struttura di eccellenza, e il cui decadimento non può essere ascritto ai tanti valenti professionisti che vi operano, quanto alle scelte di una crescente politicizzazione che ha mortificato il merito e l’efficienza.

E’ sufficiente a tal fine, senza formulare alcun giudizio, ricordare quanto è avvenuto nel reparto di Cardiochirurgia, con l’addio del precedente primario dott. Iesu e della sua equipe, che negli anni avevano dato lustro alla struttura ospedaliera. Non a caso, proprio con riferimento al 2022, in un arco temporale relativo alla reggenza del dott. Iesu, il reparto di Cardiochirurgia dell’Ospedale salernitano è stato, primo nel Mezzogiorno, classificato, sia pure al diciassettesimo posto, tra i migliori della sanità pubblica nazionale (così leggo dalla classifica dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, pubblicata dal “Corriere della Sera” di venerdì 27 ottobre).

Mentre, tornando all’attualità, sicuramente non tranquillizzanti si presentano le notizie che leggo da un articolo di Alberto Cuomo su un quotidiano locale, che riferisce della morte di un 62enne, nel cui corpo è stata ritrovata una garza lasciata nel corso di un’operazione al cuore, e del decesso di una ragazza di 17 anni, che sembrerebbe ascriversi ad “imperizia, imprudenza e negligenza” in un delicato intervento cardiaco.

Orbene, pur in presenza di dati non certo lusinghieri, sembrerebbe che la Struttura complessa U.O.C. Risorse Umane dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, con determinazione n. 392 del 29.5.2023, avrebbe riconosciuto l’erogazione di quota premiale DCPM 502/1995, conseguente alla verifica dei risultati di gestione dei Direttori Generali amministrativi  e sanitari, per gli anni 2020-2021, riconoscendo loro un premio determinato complessivamente in euro 161.134.

Il premio sarebbe stato attribuito al personale dirigenziale di vertice sulla base dei risultati di gestione ottenuti e della realizzazione degli obiettivi fissati annualmente dal Direttore Generale e misurata mediante appositi indicatori.

In questa sede non intendo in alcun modo porre in discussione la legittimità del provvedimento in oggetto, ponendomi, come cittadino, solo la domanda su come sia stata valutata la assunta performance positiva quando l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che è organo pubblico posto al vertice della piramide valutativa delle strutture ospedaliere, ha dato, pressoché per lo stesso periodo, un giudizio così negativo dell’ospedale salernitano.

Credo che questa domanda sia legittima, anche in ragione dei gravissimi episodi emersi in una recente indagine giornalistica, e che risponde, per lo meno, ad una esigenza di pura curiosità, alla quale qualcuno, ivi comprese le Autorità di controllo, dovrebbe dare adeguata risposta.

 Giuseppe Fauceglia

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