Università, quali sono le lauree con più fuori corso e con i voti più bassi

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Tutte le lauree sono “ugualmente” sudate? Ci sono certamente dei corsi più semplici da gestire di altri, specie se consideriamo due aspetti fondamentali: il numero di studenti in corso e la media dei voti d’esame. Skuola.net ha analizzato questi due parametri per le principali aree disciplinari mappate dall’ultimo rapporto Almalaurea, relativo ai laureati del 2022

I dati evidenziano come solo poco più di 6 giovani su 10, cioè il 62,4% dei laureati coinvolti dall’indagine, concludono le proprie fatiche nei tempi previsti dal loro piano degli studi. E gli altri? Per loro è inevitabile finire fuori corso, restando inesorabilmente indietro. In alcune aree didattiche poi come Agraria, Architettura, Informatica e Veterinaria, le difficoltà sono praticamente all’ordine del giorno

Nel segmento Architettura e Ingegneria Civile appena il 42,9% dei laureati riesce infatti ad agguantare il titolo nei tre anni accademici, restando così “in corso”. Poco meglio fanno gli iscritti ai corsi di primo livello di Informatica e Tecnologie ICT, dove discute la tesi in tempo appena il 48,8% dei laureati. Al 50,4%, è invece il rendimento degli studenti triennali del settore Agrario-Forestale e di quello Veterinario

Altro parametro per capire come sono i diversi corsi di laurea sono i voti. Secondo però il report Almalaurea, per uno studente tipo la media voto è di 25,9 su un punteggio complessivo di trenta

Il risultato si spiega anche con la forbice, piuttosto stretta, tra i corsi più “severi” e quelli più “generosi”: si passa da una media del 25 a Ingegneria Industriale o dell’Informazione al 27,5 dell’ambito letterario umanistico. In mezzo, per ordine di difficoltà, si distinguono le facoltà di Economia (25,1), Informatica e Tecnologie ITC (25,2), Scienze Motorie e Sportive (25,4)

Discorso diverso riguarda le cosiddette lauree quinquennali, dove gli studenti costruiscono sin dal primo esame la loro carriera universitaria, a differenza di coloro che seguono lauree triennali e poi una successiva laurea magistrale. Per studenti come quelli di Medicina o Giurisprudenza le difficoltà sono molto maggiori: solo poco più della metà (51,7%) conclude “in corso”

Molto impegnativo, ad esempio, appare il percorso in Architettura e Ingegneria Edile: meno di un quarto degli iscritti (24,3%) riesce a restare regolare. Molto complessa anche l’esperienza degli iscritti sia in Conservazione e restauro dei Beni culturali che in Medicina Veterinaria: in entrambi i casi la quota degli studenti “in corso” al momento della laurea è soltanto il 40,3%

All’opposto, sembra abbastanza agevole il tragitto degli studenti di Scienze della formazione primaria, dove il 78% degli iscritti resta al passo con gli esami, e quelli di Odontoiatria e Protesi dentaria, che presenta una quota di regolari del 70,7%

Sul fronte voti, invece, le magistrali a ciclo unico registrano medie più elevate delle triennali, visto che quei punteggi resteranno nel libretto degli studenti per l’intera carriera universitaria. La media finale di un laureando tipo di un corso quinquennale è così di 26,7, media precisa tra quelli di Farmacia e Farmacia Industriale (25,5), quelli di Giurisprudenza (26,3), quelli di Medicina Veterinaria (26,3) e quelli di Conservazione e restauro dei Beni Culturali (28)

E il corso di laurea in medicina e chirurgia? Per uno dei corsi più conosciuti i valori si pongono più o meno nel mezzo: si laurea “in tempo” poco più della metà degli iscritti, appena il 54,8%, ma con una votazione attorno al 27,4, sopra la media generale

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