Salerno: in crisi la Cooperativa Portuale, 150 lavoratori a rischio licenziamento

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La Compagnia Portuale di Salerno sta vivendo un profondo stato di crisi. A lanciare l’allarme il Console Vincenzo D’Agostino il quale ha aperto ufficialmente lo stato di crisi annunciando il possibile avvio della procedura di licenziamento collettivo. Nel verbale indirizzato tra gli altri al Governatore della Regione De Luca, al Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli ed alle organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil si rammenta come “il modello Salerno non è più un vanto per la portualità”.

LA NOTA

«La Compagnia Portuale istituita nel 1931 contava oltre 450 lavoratori – si legge -. Nel 1995 divenne Cooperativa con soli 285 lavoratori. I continui successivi tagli da parte del MIT rideterminavano l’organico massimo dei lavoratori della Cooperativa addetti alle operazioni portuali. In conseguenza di ciò nel 2011 le unità di lavoro divennero n. 180 comprensive di amministratori, tecnici e somministrati. Ad oggi la forza lavoro è rappresentata da soli 150 lavoratori comprensiva di amministrativi, tecnici e somministrati.

Vincenzo D’Agostino Culp Flavio Gioia

La Cooperativa opera nel porto di Salerno come fornitore di lavoro portuale temporaneo, la cui attuale autorizzazione ha valenza dal 01/07/2015 al 30/06/2025, prorogata fino al 30/06/2027 dall’art. 199, co.2 del D.L. 34/2020, convertito con legge n.77 del 17 luglio 2020. L’evoluzione tecnologica delle attività portuali ma soprattutto le scelte imprenditoriali delle imprese portuali, hanno eroso le fondamenta del pilastro della Cooperativa, ovvero il lavoro.

Mentre da un lato le merci transitate nel porto cittadino s’incrementavano fino a raggiungere traguardi insperati, dall’altro si preparavano i “funerali” della Cooperativa. La pesante perdita originaria registrata nell’anno 2023, oltre 650mila euro che la Cooperativa esaminerà nell’assemblea della prossima discussione di bilancio, dà spunto e obbliga l’assunzione di provvedimenti per ottenere equilibrio economico/finanziario:

1. Ricordo alla CIGS per amministrativi e tecnici;

2. Apertura dello stato di crisi aziendale con decurtazione della retribuzione, ovvero la mancata corresponsione di tredicesima e quattordicesima mensilità.

Queste rinunce potranno bastare? NO!

Le statistiche dei traffici nel periodo di vigenza dell’autorizzazione alla fornitura di manodopera portuale risultano altalenanrti dall’anno 2015 all’anno 2023. I valori di media dei traffici utilizzati per determinare il pool di manodopera portualedal periodo di vigenza dell’attuale autorizzazione sono simili, circa 13 milioni di tonnellate.

L’impiego del personale della Cooperativa nei due citati periodi, invece, è passato da n. 25.000 a n. 16.000 turni di lavoro con una flessione del 36% pari a 9.000 turni, ma la proiezione per l’anno 2024 è addirittura peggiore.

Nei primi tre mesi di quest’anno si assiste ad un ulteriore peggioramento con richieste di circa n. 3.300 turni che in proiezione porterebbero a complessivi n. 13.000 turni nell’anno, quindi con un calo del 48% rispetto al periodo iniziale.

Nell’anno 2024 a Cooperativa perderà 12.000 turni rispetto ai periodo ante autorizzazione. Questi turni chi li sta effettuando? Chiede il Presidente della CULP Flavio Gioia Vincenzo D’Agostino nella nota.

A noi serve il lavoro, basta chiacchiere, basta assunzioni da parte delle imprese operanti nel porto di Salerno, basta deregolamentazione del lavoro portuale con interscambio di manodopera, basta gestione dei picchi di lavoro senza ricorrere al personale della Cooperativa (lavoratori imprese a cui è richiesto di svolgere eccessive ore di lavoro straordinario, a cui è richiesto di non godere delle ferie come da norme, a cui viene richiesta eccessiva flessibilità dell’orario di lavoro), basta impiegare nelle operazioni portuali soggetti e lavoratori che non le possono svolgere.

La conseguenza di ciò, senza ombra di dubbio, sarà la necessità di licenziare il 50% del personale per ottenere l’equilibrio economico della Cooperativa.

E’ FINITA! Ci sono 150 famiglie che non hanno più un futuro, 150 posti di lavoro perso tra lavoratori in forza e somministrati che aspettano d troppo tempo RISPOSTE».

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