Mercato S.Severino: la parrocchia “S.Antonio” festeggia i 50 anni dalla sua istituzione

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Fervono i preparativi per celebrare i 50 anni dall’istituzione della Parrocchia “S.Antonio”, ubicata in piazza Dante, a Mercato S. Severino. L’evento ha avuto il patrocinio dei Comuni di Mercato S. Severino e di Fisciano. Era il 1974 quando la Chiesa-Convento francescani “S.Antonio”, risalenti al Medio Evo, divenne Parrocchia diocesana.

La comunità dei religiosi, composta da Padre Salvatore Manzo, Padre Guido Malndrino, Padre Vincenzo Ippolito, Padre Tarcisio Manta e padre Manlio Di Franco, sta definendo il programma, che si preannuncia ricco di eventi. Nelle scorse settimane, c’è già stato un concerto in Chiesa tenuto da un coro proveniente da San Marzano sul Sarno. Le celebrazioni ufficiali inizieranno domenica 5 maggio prossima, alle ore 19,00, con la celebrazione Eucaristica per l’inizio dell’anno giubilare parrocchiale, che sarà presieduta da don Alfonso Raimo, Vicario Generale della Diocesi di Salerno.

Sono stati invitati a partecipare tutti i frati della Provincia Religiosa Salernitano-Lucana, coloro che hanno ricoperto la carica di Parroco e tutti i Parroci della Forania. Sarà presente fra Claudio Figliolia che, 50 anni fa, faceva parte di questa fraternità e ha vissuto l’erezione della Chiesa a Parrocchia. Dopo la Messa, verrà inaugurata una mostra fotografica. Nella mattinata del 5 maggio, da piazza Dante, partirà la pedalata ecologica.

Giovedì 16 maggio, alle ore 19,30, sarà ospite don Luigi Merola, il parroco anti-camorra, che terrà un intervento sul tema: “Una parrocchia che parte dai giovani”. Il 28, 29 e 30 giugno, la Parrocchia andrà in pellegrinaggio nelle città di Padova, Verona e Ferrara. Verranno organizzati convegni su temi religiosi, tenuti da sacerdoti e frati.

Nel mese di giugno, ci sarà la peregrinatio con la statua di S.Antonio da Padova, che verrà portata in varie zone del territorio. La Parrocchia “S. Antonio” è molto attiva sul territorio. Oltre a garantire le normali funzioni religiose, dispone di altre realtà: da circa 25 anni, infatti, qui è attiva la Caritas, che assiste 300 famiglie indigenti circa, cui vengono distribuite, periodicamente, pacchi alimentari; c’è il gruppo dei presepisti, che allestisce nel convento il presepe con antichi pastori; poi ci sono i gruppi degli Araldini e l’Ordine Terziaro Francescano.

Un’altra bella realtà, è il gruppo ceramista “Eolo”, che sta preparando lavori in ceramica che verranno donati alle varie personalità che interverranno durante le celebrazioni per i 50 anni della Parrocchia. Il Convento di Sant’Antonio fu fondato con bolla di Innocenzo VI il 6 agosto 1358. Il convento, intitolato a S. Francesco e la chiesa annessa alla SS. Annunziata, mutarono denominazione nel 1760, quando furono dedicati a S. Antonio da Padova.

La Chiesa si presenta con una sola ampia navata con due cappelle laterali: all’epoca della fondazione, chiesa e convento furono costruiti in stile gotico e a tre navate; successivamente, in seguito ai gravi danni inferti da una violenta alluvione che colpì la zona nella prima metà del secolo XVIII, quelle laterali furono abolite. Dopo l’alluvione, la chiesa e il convento furono ricostruiti nella forma attuale.

L’originario stile gotico della fondazione può oggi rilevarsi negli archi acuti, che affiorano al disopra del soffitto, all’esterno nella struttura dell’abside e della cappella della Madonna di Pompei, e negli archi acuti delle campate, nelle crociere archiacute del chiostro e nelle finestre del campanile. La chiesa, benché si presenti oggi con la sfarzosa decorazione e gli stucchi del Settecento, è una delle maggiori opere gotiche della provincia.

Numerosi dipinti preziosi sono conservati nella chiesa; tra questi, si ricordano Madonna con Bambino, S. Giuseppe e Santi del 1754, attribuita a Giovan Battista de Mari; Gloria dell’Immacolata attribuita a Francesco Solimena; Immacolata, di notevole interesse artistico, realizzata da Giovanni Bernardo Lama. Il soffitto della chiesa, nella parte centrale, riporta un fastoso dipinto a tempera su legno recante la rappresentazione dell’Incoronazione della Vergine e i SS. Chiara, Michele, Francesco, Antonio, Giuseppe, Rocco.

La tela fu realizzata da Michele Angelo Ricciardi nel 1731. Opera di un maestro meridionale del sec. XIV, molto probabilmente della bottega di Tino da Camaino, è il Mausoleo di Tommaso III Sanseverino, che si conserva nella chiesa, collocato in un’ampia nicchia nel presbiterio. Il sarcofago, di marmo finissimo e di pregevole manifattura, è sostenuto da quattro figure alate simboleggianti le virtù Fede, Giustizia, Temperanza e Fortezza.

La parte anteriore reca dei bassorilievi rappresentanti: al centro, la Madonna, seduta in trono col Bambino, ai lati tre Santi sui rispettivi lati di sinistra e di destra (S. Caterina d’Alessandria, S. Giovanni Battista, S. Pietro, S. Agnese, S. Giovanni Evangelista, S. Paolo). Sulle due facce rettangolari laterali campeggiano S. Francesco e S. Benedetto. Sul sarcofago vi è la figura giacente del defunto, vestito del saio francescano, con i piedi nudi, con la testa coperta dal cappuccio, poggiata su un cuscino a fiori. Inserita nell’arco è una mensola sulla quale è rappresentato il defunto nella funzione di Gran Connestabile del Regno.

 

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