Sanità, il governo punta a ridurre le liste d’attesa

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Il governo cerca di intervenire in due modi per ridurre le liste di attesa che ingolfano il sistema sanitario. L’esecutivo punta infatti da una parte ad aumentare l’offerta delle prestazioni, e dall’altra a intervenire sulle prescrizioni da parte dei medici

Secondo l’Istat circa 3 milioni di italiani rinunciano a curarsi proprio a causa delle lunghe attese necessarie per accedere alle prestazioni

Nel decreto sulle liste d’attesa uno dei punti più rilevanti riguarderà la cosiddetta “appropriatezza prescrittiva”: si cerca cioè di ridurre il numero – molto alto – di ricette di medici di famiglia e specialisti. Emetterle richiede circa 10 miliardi

Nello specifico, il medico dovrà indicare nella ricetta il quesito diagnostico connesso alla prestazione, così da tracciare con precisione tutte le prestazioni previste per aree diagnostiche. Verrà calcolato così il numero delle ricette attese, superato il quale la Regione potrà intervenire

Non sono però previste al momento sanzioni per eventuali iper-prescrittori. L’Istituto superiore di Sanità sta lavorando ad alcune linee guida con l’intenzione di indicare ai medici buone pratiche, messe a punto dalle società scientifiche per ogni area terapeutica

Questa tendenza alla sovra-prescrizione viene definita medicina difensiva, ed è determinata dalla paura di ricevere cause e lamentele da parte dei pazienti. A causa di questo fenomeno, il personale sanitario tende a prescrivere esami in misura maggiore rispetto al necessario

Secondo il ministro della Salute Schillaci, la richiesta inappropriata di approfondimenti da parte dei medici pesa circa per il 20% delle prescrizioni complessive. Il governo è intervenuto su questo tema con lo scudo penale per il 2024

Per quanto riguarda l’aumento delle prestazioni, allo studio c’è la possibilità di permettere agli ospedali di far lavorare i propri medici anche in libera professione. Sul tavolo anche il superamento per gradi del tetto di spesa sul personale che limita le assunzioni delle Regioni nella Sanità a quanto speso nel 2004 meno l’1,4%

Inoltre, le Asl dovrebbero ottenere maggiori risorse per pagare gli straordinari dei medici e infermieri con l’Agenas, l’Agenzia dei servizi sanitari regionali, che monitorerà i tempi di attesa per singolo ospedale

Infine, sempre nell’ottica di aumentare le prestazioni, si punterà ad acquistare le prestazioni anche dalle strutture private accreditate. Un modo per distribuire in modo più agevole le richiesta dei cittadini

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