Cittadella giudiziaria di Salerno, lavori difformi: 4 società finiscono nei guai

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Nella mattinata odierna, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Salerno ha dato esecuzione ad un‘ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva del divieto di contrattare con la pubblica amministrazione, salvo che per ottenere la prestazione di un pubblico servizio, per il periodo di un anno, ai sensi della Legge n. 231/2001, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di quattro società di capitali operanti nel settore delle costruzioni di edifici residenziali e dell’installazione, riparazione e manutenzione di ascensori.

Secondo la ricostruzione operata dal GIP, che ha condiviso l’impostazione della richiesta dalla Procura, sulla base delle risultanze emerse da consulenze tecniche e dalle indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Salerno e dalla Sezione di Polizia Giudiziaria – Aliquota Polizia di Stato, due delle società destinatarie misura cautelare interdittiva, facenti parte del raggruppamento temporaneo di imprese aggiudicatario dell’appalto relativo ai “Lavori di realizzazione dei nuovi Uffici Giudiziari – Cittadella Giudiziaria di Salerno – 2° stralcio – completamento, C.I.G. 5908080DD6″, non avrebbero adottato e, comunque, efficacemente attuato, modelli di organizzazione e di gestione idonei ad impedire che i rispettivi legali rappresentanti fornissero beni diversi per natura, ordine, qualità e prestazioni, da quelli indicati nel contratto di appalto e nell’adempimento degli obblighi dallo stesso derivanti.

Le altre due società destinatarie della misura interdittiva, una incaricata della installazione di impianti elevatori, e l’altra affidataria del servizio di manutenzione degli ascensori, non avrebbero adottato e, comunque, efficacemente attuato, modelli di organizzazione e di gestione idonei ad impedire che i rispettivi legali rappresentanti effettuassero una non corretta installazione di impianti elevatori e non effettuassero le prestazioni di manutenzione previste dal contratto.

Come noto, si tratta di una specifica forma di responsabilità amministrativa ascrivibile agli Enti forniti di personalità giuridica in relazione ad alcuni reati tassativamente indicati dal legislatore commessi, nell’interesse o a vantaggio dell’Ente stesso, da persone fisiche che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione (cd. “apicali”) o da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei predetti soggetti (cd. “sottoposti”), i quali non devono avere agito nell’interesse esclusivo proprio o di terzi. Il provvedimento cautelare è ovviamente suscettibile di impugnazione e le accuse così formulate saranno sottoposte al vaglio del giudice nelle fasi ulteriori del procedimento.

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