Salerno; De Luca: “Provo dolore nel vedere il cantiere del Crescent fermo con 200 lavoratori che ora sono a casa”

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Crescent_Salerno_9“Sono passato dal cantiere del Crescent, provo dolore nel vedere un cantiere in cui lavoravano 200 persone e che ora stanno a casa. L’opera va immaginata finita non come un cantiere. Diventerà uno dei più grandi attrattori turistici al Mondo per l’architettura contemporanea. Fossimo stati in altri Paesi l’opera sarebbe già conclusa” . A dirlo il Sindaco De Luca a LIRATV nel corso del consueto appuntamento televisivo del venerdì. “Qui – ricorda De Luca – i privati investono decine di milioni di euro. Centinaia di lavoratori, di tecnici e progettisti. Si potrebbe trovare reddito per anni ed invece tutto è paralizzato perché tre persone, che magari non vivono a Salerno, qualche frustrato, qualcuno che vuole fare l’oppositore politico hanno l’obiettivo di dare fastidio. E’ tutta l’Italia ad essere paralizzata. Vorremmo approvare il Manifesto di Salerno, aprire un dibattito in Italia sul tema del chi decide. Io credo che debbano decidere le istituzioni democraticamente elette. Chi ha qualcosa da dire o da fare si candidi alle elezioni, presenti il suo programma ai cittadini e lo faccia votare: se vince fa quello che vuole.

Noi abbiamo presentato un programma che conteneva le opere che stiamo realizzando. Quel programma è stato votato dal 75% dei cittadini salernitani. Nella democrazia funziona così. Le istituzioni democratiche elettive non possono essere penalizzate dai comitati. C’è una forma di sottocultura che oramai è diventata una vera e propria palude per questo Paese. Sottocultura che tiene l’Italia immobilizzata e paralizzata. Questa posizione condanna a morte l’Italia, non difende niente. Noi apriremo un bellissimo dibattito nazionale. Sta crescendo questa iniziativa che stiamo preparando per il giorno 8 marzo sul tema del rinnovo urbano. Saranno presenti tutti i Presidenti degli ordini professionali, grandi personalità dell’architettura e dell’urbanistica, inviteremo esponenti delle associazioni ambientaliste vere, non di quelle che vivono di parassitismo para-ambientalista.

Apriamo un grande dibattito su questi 2 temi: chi deve decidere in merito alla trasformazione urbane e il rapporto che ci deve essere fra l’innovazione e la conservazione. È evidente che tutti siamo gelosi del nostro patrimonio storico, artistico, architettonico, ambientale, paesaggistico. Quello di cui io non solo geloso è il degrado camuffato per storia. Il degrado va eliminato con coraggio e determinazione. Apriremo questo dibattito e credo avrà un rilievo nazionale e aiuterà l’Italia ad entrare finalmente nella modernità.

 

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