Calcio e Business; Elezioni FIGC : tifosi ed azionariato popolare in “fuori gioco”!!

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sanges_1In attesa della data del prossimo 11 agosto, i candidati alla Presidenza Figc, nel redigere i propri programmi elettorali , si sono dimenticati di inserire negli stessi , la valorizzazione del la figura dei  tifosi (una  delle voce di bilancio piu’ significative dell’azienda calcio) e dell’azionariato popolare. Il programma elettorale di Tavecchio prevede quanto segue:  Governance ( un segretario generale super manager),  Centri Federali ( centri di formazione federale della LND si aggiungono ai vivai dei club), Finanziamenti ( richiesta al Governo di una percentuale per le societa’ che organizzano eventi su cui scommettere),  Calcio Donne ( una squadra per ogni grande club), Centro Tecnico di Coverciano ( Porte aperte ai giovani).

Lo sfidante Demetrio Albertini propone invece  il seguente programma elettorale: Governance  (superamento della logica dei veti, e creazione di due consigli di amministrazione dentro il Consiglio federale ,specifici per professionismo e per dilettantismo,  Format Campionati ( Serie A a 18 squadre, Serie B a 20 , Lega Pro a 60 solo se sostenibile finanziariamente), Valorizzazione dei giovani ( in serie A rosa di 25 calciatori di cui 10 cresciuti nei vivai)  , Calcio di base ( Interagire con le scuole per il reclutamento dei giovani calciatori), Coverciano ( Corsi specifici per allenatori dei settori giovanili) ( fonte La Gazzetta dello Sport).

Entrambi i candidati, oltre a non “prevedere” nessun intervento a favore dei tifosi e del l’azionariato popolare, non evidenziano nessuna tematica propositiva  riguardo gli aspetti “economico-finanziari” e del “fair play finanziario” dei club di serie A, B e Prima Divisione.

In merito al rilancio dell’azienda calcio e’ intervenuto anche l’ex Commissario Tecnico della Nazionale Arrigo Sacchi.( fonte La Gazzetta dello Sport).

Secondo Sacchi per motivare i club di calcio bisognerebbe rendere operativa la seguente ricetta:1) Obbligo per le societa’ di costruire stadi moderni di proprieta’, 2)Maggiore severita’ in tema di bilanci societari e relativa pianificazione a lungo termine, 3)Club Italia con finalita’ di coordinamento settore giovanile e scolastico, 4)Istituzione di un supercorso della durata di un’anno, 5)Seconda  squadra  come in Francia, Spagna, Germania ed Inghilterra, 6)Centri Federali organizzati  per allenamenti giocatori dilettanti Lega Pro Under 13/14, 7)Normativa di tutela dei calciatori italiani settori giovanili.

Ritornando all’’azionariato popolare, lo stesso  in Italia (come in Europa), modifica il profilo del tifoso che   da “consumatore del prodotto calcio” passa a quella di “finanziatore del capitale sociale” della propria squadra del cuore.

Allo stato sia l’Unione Europea che l’Uefa stanno indirizzando ai governi europei ed alle federazioni di riferimento “progetti aziendali”  riguardanti i “supporters trust “.

Ma per  i tifosi qual’e’ il punto di equilibrio tra “risultati aziendali e risultati agonistici”?

Per le societa’ di calcio, tale punto di equilibrio non puo’ prescindere dalla “funzione di ricavo” legata ai tifosi .

Tifosi “aziendalisti” e “tifosi ultras”risultano avere due modi differenti di “amare” la propria squadra del cuore.

Il tifoso “aziendalista” partecipa agli eventi agonistici e parimenti s’interessa anche degli aspetti societari del proprio club, il tifoso “ultras” preferisce invece, godersi e motivare il risultato agonistico rispetto a quello aziendale.

“Tifosi aziendalisti” per vincere la sfida al calcio austerity!!!

Antonio Sanges – Dottore Commercialista

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