Effetto luci d’artista a Salerno, record di presenze negli alberghi della città

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Luci_Artista_2014_27Mentre il presidente nazionale del Codacons Carlo Renzi ha chiesto un ridimensionamento delle Luci d’Artista lasciando la possibilità di presentare progetti per il 2015 a favore dei singoli e dei commercianti in modo da investire fondi anche per la pulizia delle strade, l’assistenza ai più poveri e alle persone disagiate a Salernonotizie parlano gli albergatori. A chi dice che non c’è stato afflusso di ricchezza in città.

La Dott.ssa Maria Marinelli, Direttrice del Lloyds Baia Hotel di Vietri sul Mare, e il Dott. Antonio Della Rocca Responsabile Commerciale del Mediterranea Hotel hanno parlato dell’evento Luci d’Artista. “
Maria Marinelli definisce luci d’artista un “evento unico in Italia in grado di muovere tantissime persone che dal mese di novembre al mese di gennaio portano realmente turismo. Negli ultimi anni anche le nostre strutture ricettive hanno fatto registrare un aumento dei pernottamenti e della durata (almeno due notti).

Un flusso che arriva da tutta Italia. Negli anni precedenti era un flusso di persone che si muoveva quasi completamente dalla Campania, adesso le cose sono decisamente cambiate”.
Per il Responsabile Commerciale del Mediterranea Hotel, Antonio Della Rocca, si tratta di “una grande invenzione dell’Amministrazione Comunale. Un evento che ha permesso di destagionalizzare i flussi turistici. Ci sono città della stessa dimensione di Salerno e anche più grandi che durante questi periodi approfittano per tener chiuse le strutture mentre a Salerno si vive una nuova estate”.

VIDEO INTERVISTA ALLA DOTT.SSA MARIA MARINELLI DIRETTRICE DEL LLOYDS BAIA HOTEL DI VIETRI SUL MARE

 

VIDEO INTERVISTA AL DOTT. ANTONIO DELLA ROCCA RESPONSABILE COMMERCIALE DEL MEDITERRANEA HOTEL DI SALERNO

 

34 Commenti

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  • Potete chiedere a questi dirigenti di Hotel, se ci portano i conti degli anni prima e dopo le luci d’artista? Almeno parliamo di cose concrete e non di parole. Poi il Lloyds Baia Hotel di Vietri sul Mare, quanto paga per le luci d’artista? Come un commerciante, per esempio, di torrione, in una traversa laterale? Allora perché non fate le stesse domande anche a questi commercianti? Credo che sia completezza d’informazione, erro? Nel titolo parlate di record, mi potete indicare i dati che da un numero (certificato) a questo record? Non metto in dubbio la bontà dell’argomentazione, ma qualche volta un dato certificato, ci fa anche rendere l’idea. Cmq i vostri colleghi di un tg dei primi canali nazionali, ha appena detto che Firenze si avvicina ai 2 MILIONI di visitatori l’ANNO ed è la prima città più visitata in Italia e la terza in Europa. Inviterei il sindaco a spiegarci come calcola i suoi sedicenti turisti a Salerno in 3 mesi o poco più. Concludo con l’invito, ancora una volta, a chi di competenza, a mostrarci i conti di quanto speso per le luci, e di chi, come e quanto ci ha guadagnato. Ormai, per me, questo invito sta diventando come “Carthago delenda est” per Catone.

  • Altro che alberghi tutti pieni, basterebbe fare una semplice ricerca on line per rendersi conto che in realtà quella del “tutto esaurito” è una panzana degno di un conta palle come il sindaco e dei suoi fedeli osannatori da strapazzo.
    Ovviamente i giornalisti locali non sanno cosa significhi svolgere il lavoro di giornalisti, e girano ai lettori direttamente le veline emanate dal comune.
    Tra l’altro considerare Salerno città turistica, con un offerta di 600 posti letto (e mai, sfido a dire il contrario tutti esauriti) per una città di 115000 abitanti è una cosa che più che sdegno ormai fà tenerezza.

  • Si si, quest’anno TASI, TARI ed IMU alle stelle. Questi faranno pure affari, ma le costose ” invenzioni” le paghiamo noi. Per quello che incassano, dovrebbero ogni weekend ospitare a rotazione ogni famiglia salernitana e ringraziarla.

  • oh oh prevedo grandi bruciori di cu-lo per gli italiotinostrani e chiancarellari nemici politici di de luca quando ascolteranno queste interviste!
    Bruciore di cu.lo e stomaco. poveri voi italioti idioti imbecilli. dovete morire pazzi
    italiotinostrani prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

  • Ma come è possibile che il Codacons elargisce e dispendia consigli utili alla città di Salerno ???!!!!! Ma ad altre cento Citta d’Italia sconquassate da un punto di vista urbanistico, ambientale e dei diritti dei cittadini cosa fa ? pensa di fare una rivoluzione ? Io penso veramente che prevale sempre e soltanto la questione ideologica e di parte !!

  • Si, forse sarà anche vero …ma il comune non può spendere oltre 5 milioni di euro x far guadagnare i privati, sottraendoli a quei servizi x i quali i cittadini salernitani pagano le tasse, e in che misura !!! Basta!!

  • Ma come si fa a politicizzare tutto, pure il Codacons adesso, qualche anno fa ero un associato Codacons e puntualmente mi arrivò la telefonata del candidato presidente provinciale Codacons alle elezioni comunali, puntualmente non eletto. Ora si stanno preparano per lè prossime.

  • E posso assicurarvi che il tutto esaurito se lo sono sognati,ma ormai leggo questo giornaletto solo quando mi va di farmi 4 risate tra le notizie che danno e i commenti che scrivono ahahah siete grandiosi un ottimo passatempo durante la pausa caffè

  • chi ha argomenti del genere, senza apprezzare nel bene cosa fa un amministratore per la sua citta’, cio’ vuol dire che siete alla frutta, vi consiglio di vivere qualche periodo fuori salerno direzione nord per rendervi conto quale sia la realta’ in quelle citta’, dopo fate pure le vostre critiche, qualcuno di voi pensa che l’erba del vicino e’ sempre piu’ verde, meditate gente e pensate quello che avete a salerno..!!

  • Ho circa 40 anni e so come era Salerno qualche anno fa..la ricodo bene, dietro alla Stazione, la zona dove sorge il nuovo Tribunale, la zona dove ora cè il Crescent, la Via Irno, La zona dello stadio Arechi , i nuovi parchi, gli asilo nido aperti. la metropolitana, la zona porto e cosi potrei continuare ..per poi arrivare alle luci d’artista..portando tanta gente. Si può discutere se si può spendere meno, si può discutere in cosa.. ma sapiate che Salerno era una piccola città del sud d`Italia…Oggi se ne parla e anche bene. Io non sono di sinistra…ma qui, non è un discorso di sinistra o di destra..il discorso che si è fatto bene e sicuramente si può migliorare. Non si può delegare tutto alla politica. Bisogna essere fieri di questa città e cercare ogni giorno di fare meglio.

  • Al popolino delle municipalizzate fallite di de luca,va tutto bene e pagare le tasse più alte d Italia,per avere strade dissestate da usare con jeep,servizio pubblico al dissesto,auto di incivili in doppia fila e scivoli bloccati,zero offerta culturale e turismo non stanziale, pane e frittata è la situazione ottimale.E pensare che viviamo in un paesone a ridosso di due coste tra le più belle in Europa,solo con un turismo estivo di passaggio ,con una cloaca di mare e investiamo ,in luci cinesi invernali.Fuori dal mondo

  • Le tue panzane di falso lavoratore alberghiero le vai a raccontare ai tuoi amici politicizzati che scrivono su questo blog…anche io lavoro presso un albergo del centro e abbiamo avuto il sol out per diversi giorni…vat corc..

  • A tutti sti denigratori di De Luca, nullafacenti e falliti non voglio neanche chiedere onesta’ intellettuale in quanto per loro e’ chi l’ha vista, ma ricordate sempre, che quando 20 anni fa quando andavate al nord e vi chiedevano di dove siete ,la vostra risposta era: di Salerno a 50 km da Napoli cosa che adesso grazie a De Luca potete dire sono di SALERNO. Adesso ci sara’ di sicuro il sapientino che dira’ che Salerno era famosa per la scuola medica salernitana, e’ stata capitale d’Italia , a questi rispondo : tenete presente che viviamo in Italia dove i parlamentari non sanno rispondere neanche ad un’articolo di costituzione oppure votano che Ruby e’ la nipote di Moubarak figuriamoci se il popolo ricorda Salerno capitale o la scuola medica salernitana

  • Mmmmmmm…..Firenze prima città italiana per numero di turisti con quasi 2 milioni all’anno…..Salerno 2,5 milioni di turisti in 3 mesi……Chiedo a qualcuno che sia più informato a darmi una spiegazione logica e non la dilagante mania di “arroganza/superiorità salernitana media”……
    Grazie!!!!

  • Addirittura lo Scapolatiello a Cava era pieno…..grazie alle luci d’artista.
    Ma sti muccusiell di politici locali ( 5 st….., forza italia, i fratelli dell’agro) lo vogliono capire o no,
    che Vincenzo è una macchina da guerra…ed è ineguagliabile.
    Magari, ne avessimo in Italia 100 come lui.

  • ma non sarebbe piu giusto che chi fa determinate affermazioni x completezza di informazione ci dicesse anche , giorno ,ora e a quali strutture ci si e rivolti? a maggior ragione un”associazzione come il codacons.

  • di intelligenza intellettuale… non saprei visto che se non la si pensa come te …devi, per forza, essere uno, dell’altra sponda politica…e lo insulti…ma soprattutto…. EVASORE, anche se non te le fanno pagare …PAGA le tasse in questa Città…almeno, sai di cosa si tratta.

  • i soliti quattro o cinque figli di papa pieni di soldi che non vogliono rumori non vogliono pagare la tassa sulla seconda casa. i soliti non saletnitani che gettano fango. io per il 30,31 su e.booking mon ho trovatp nulla. tutte le strutture albetghiete ed extra della citta’ dabano esaurito r gli amici li ho mandati a cava. ma di che parlate sfigati che sparate sulla citta’ ieri sera c’ etano fiorentinoe romani entusiasti della bellezza di san pietro a corte e palazzo fruscione. ed io da salernitano ero fiero. in fila pet il presepe s.agostino. ma voi state davanti la tastiera. pochi x fortuna

  • Ma quanti dipendenti delle municipalizzate ,scrivono commenti senza un minimo di onestà intellettuale ,sono dipendenti di municipalizzate ,fallite, sponsorizzati da de luca??

  • Scusate se mi intrometto non sono di Salerno sono della provincia di Foggia,ed ho trascorso un weekend da voi per vedere le luminarie e quello che ho visto mi ha lasciato a bocca aperta. Purtroppo siamo abituati a pensare che la Campania e’ una regione degradata con la ” famosa terra dei fuochi” e con tutta la criminalità possibile e immaginabile,che tra parentesi e’ presente anche in Puglia, ma trovarmi una Salerno così piena di luci,di gente, di negozi prestigiosi di gentilezza da parte di tutti mi ha fatto ricredere sulla brutta nomea . Ora non conosco tutte le vostre problematiche che ogni città sicuramente ha,ma vorrei congratularmi con il sindaco che non conosco e che non so a quale partito politico appartiene, però quello che ho visto e’ grandioso. Ha messo in movimento la macchina di turismo invernale che noi in Puglia ci scordiamo, e vi assicuro che per trovare un hotel al centro non è stato facile. Sicuramente io è la mia famiglia ci ritorneremo ancora

  • Caro LR, ho invitato alcuni amici da Monza a trascorrere il capodanno a Salerno. Ho cercato posti liberi in tutti i B&B e in tutti gli hotel dalla zona industriale a Cetara. Nemmeno un posto a pagarlo oro. Non so dove vivi e soprattutto se pensi prima di dire queste stronzate. Ps poi dici che Salerno ha 600 posti letto, ti faccio presente che il solo Grand Hotel Salerno, con le sue 340 camere tra cui doppie, triple e quadruple arriva quasi al doppio dei posti letto da te indicati. In aggiunta ci sono altri 4/5 hotel e circa 120 Bed & breakfast. Ti invito a documentarti prima di esprimere giudizi ignoranti come te.

  • 61mila utenti 10 commenti negativi. alcuni ripetuti dalla stessa persona. ma non vi stancate di dire code a cui nessuno crede? mah. contenti voi…… 61mila utenti 3 o 4 che si ripetono da anni a dire sempre le stesse cose. servi,dipendenti municipalizzate. ecc-ecc- Siamo tutti uomini liberi. anche chi la pensa diversamente da voi. chiediamo solo commenti provati. basta scendere per la citta’. andare su siti specializzati ecc.

  • Cari denigratori delle Luci vi consiglierei di verificare i dati prima di fare dichiarazioni che, nella migliore delle ipotesi, cadono nel ridicolo!!! Leggo di 600 posti letto a Salerno, segno che chi scrive davvero non sa cosa dice e soprattutto non opera nel settore turistico!!! Pertanto lasciate operare, commentare e discutere a chi fa del turismo il suo lavoro quotidiano!!!….a te lavoratore di un hotel in centro, gradiremmo conoscere la struttura nella quali operi e soprattutto la tua mansione…..sarebbe un piacere incontrarti e discutere di questi temi!!!!

  • Romina o Uomo-BILE? Questa “è” con l’accento nel finale è una firma che mi sembra di riconoscere. Ciao Romina, se ti piace Salerno, puoi rimanerci, basta conoscere De Luca o qlc vicino a lui, e ti trova il posto in una municipalizzata. Salutaci la Puglia che non ha la macchina invernale turistica (trovo grandioso il termine “macchina” per il traffico d’artista), non vi preoccupate, vi daremo noi un po’ di soldi. Siamo ricchissimi. Un consiglio, non rimanere troppo a bocca aperta, a Salerno, non si sa mai.

  • La coda di paglia …. come cerco di difendere la mia citta’ e quindi De Luca allora ecco i soliti che nella migliore delle ipotesi mi danno del Comunista , marxista ecc ecc. oppure passo nella schiera degli 85000 , tanti siamo secondo loro , poiche’ tutti quelli che difendono Salerno lavorano nelle municipalizzate e non pagano le tasse( quest’ultima cosa non l’ho capita e dove loro la deducono) . Comunque voglio ripetere per la centesima volta non ho problemi ad incontrare nessuno , sono in pensione da 3 anni ho lavorato in un corpo prestigioso dello stato per 35 anni le tasse a livello centrali le ho pagate direttamente dalla busta paga e quelle locali mi metto in fila regolarmente ad ogni scadenza e pago il dovuto. Amo Salerno da sempre ed ho avuto modo di apprezzarla e confrontarla in questi ultimi 20 con le citta’ ( quasi tutte centro nord )dove ho prestato servizio.

  • X Attilio, sarai sicuramete un persona rispettabilissima, pero’ prima di offendere ed attaccare chi la pensa diversamente da te, merita comunque rispetto, anche se non ama De Luca e non ha fiducia in lui.
    Ognuno di noi ha il suo bagaglio di storia e non e’ detto che tutti possiamo o dobbiamo pensarla allo stesso modo, c’e’ chi come te che vede tutto bellissimo e splendente in questa amministrazione e c’e’ chi, come me, che vede al di la delle apparenze abbaglianti.
    Volevo sottilineare, scusate questa parentesi, ma la redazione non mi ha concesso di replicare, a chi mi ha accusata di essere una ricca con il conto in banca che nasconde chissa’ quali conti favolosi e gira con il macchinone francese, (chissa’ da quali fonti nasce tale dichiarazione) che sono una lavoratrice autonoma, che si e’ creata da sola, che non deve dire grazie a nessuno, tranne che a seri e e preparati professionisti che mi hanno dato la possibilita’ di creare il mio bagaglio culturale, figlia del proletariato, fiera di esserlo (mio padre e’ stato uno di quegli operai che nel 1964 hanno costruito la PENNITALIA e vi sono rimasti a lavorare), non ho alcun macchinone francese, ma una semplice Atos Hiunday del 2002 che vale si e no 500 Euro e non me ne vergogno.

  • De Luca & Co. hanno torto marcio. Per schiarivi le idee vi invito a leggere (studiare) il seguente articolo del sociologo Marco d’Eramo, nota ex firma del quotidiano “Il manifesto”:
    “Da città d’arte a Disneytown “(Il manifesto – 27 Agosto 2003):
    Per fatturato, indotto, occupazione (e inquinamento) il turismo è diventato la maggiore industria del mondo. Per molte città è ormai la sola fonte di reddito. Ma le città che vivono di solo turismo ne muoiono anche.
    La città deserta è traversata solo da frotte di turisti accaldati, assorti nel loro stremante dovere. Le serrande sono chiuse. I senza tetto occupano le strade dormendovi anche di giorno. Aleggia un senso di abbandono, come se un pifferaio di Hamelin avesse portato con sé tutti i residenti. Così ci si mostra infine la città turistica nella sua estrema verità: un guscio vuoto, un fondale di teatro. Come la pubblicità, il turismo ci è tanto familiare da divenire impensato, da non porci più domande. Pochi sanno che il turismo è ormai la più importante industria di questo nuovo secolo. Secondo l’Organizzazione del commercio mondiale (Wto), nel 2002 gli introiti del solo turismo internazionale ammontavano per tutto il mondo a 714 miliardi di euro. E il turismo internazionale è ovunque minoritario rispetto al turismo locale: nel 2000 a New York sono arrivati 6,8 milioni di visitatori esteri e ben 29,4 milioni di statunitensi. La Francia incassa dal turismo domestico il quadruplo rispetto al turismo estero: e la Francia è il paese più visitato al mondo dagli stranieri: nel 2002 i visitatori esteri sono stati 76,7 milioni, contro i 51,7 milioni in Spagna, 45,4 negli Usa, 39,5 in Italia, 36,8 in Cina, ma quanto a introiti esteri, sono primi gli Usa che nel 2001 avevano incassato 11,3 miliardi di euro, seguiti da Spagna – 36,7 miliardi, Francia – 33,5, Italia – 29,0, e Cina – 19,9).
    Si può quindi valutare almeno a 3.000 miliardi di euro il fatturato diretto dell’industria turistica mondiale: una cifra vicina al Prodotto interno lordo (Pil) della Germania unificata! E già oggi a New York il turismo genera più ricavi e occupa più personale di Wall street e del distretto finanziario. Ma in realtà al fatturato diretto, bisogna aggiungere tutto l’a-monte e l’a-valle del turismo. C’è la quasi totalità dell’industria alberghiera e della ristorazione. L’industria aeronautica (e aeroportuale) lavora quasi esclusivamente per il turismo, come anche la cantieristica navale da crociera e da diporto. Il turismo alimenta poi una bella fetta di industria automobilistica, edilizia (residenze secondarie, alberghi, villaggi turistici) e costruzione stradale e autostradale (quindi, via, via, di cementifici, di siderurgia e industria metallurgica). Vi è poi l’industria dei souvenir, delle cartoline, delle guide turistiche e carte geografiche… Sarebbe interessante tracciare la matrice di Leontieff per il turismo.
    Ecco perché oggi il turismo è la prima e più importante industria mondiale, a sua volta suddivisa in settori: turismo congressuale (quello delle conventions), turismo medico, turismo senile … Ma nulla può rendere l’idea delle dimensioni del fenomeno quanto il semplice numero di viaggiatori stranieri: l’anno scorso i visitatori esteri sono stati 714,6 milioni, una marea umana mostruosa, un’orda di cavallette che tutto distrugge al suo passaggio, un’orda di cui a ognuno di noi tocca far parte. Perché il turismo è anche l’industria più inquinante (oggi si parla sempre più spesso di un «turismo sostenibile», altrettanto ossimorico dello «sviluppo sostenibile»). Il turismo ci mostra quanto assurda è la contrapposizione tra moderno e post-moderno, perché, in quanto «superfluo», rientra di diritto nel post-moderno, ma la sua materialità di acciaio, auto, aerei, navi, cementifici, lo situa tutto dentro la pesantezza industriale del moderno.
    Il turismo è perciò la prima fonte di sussistenza per una porzione crescente dell’umanità (in Italia, con l’indotto rappresenta il 12% del Pil e, con più di due milioni di addetti, il 9,4% dell’occupazione) ed è diventato la prima fonte di ricchezza per numerose città. Per alcune, come le nostre «città d’arte», è ormai la sola fonte di reddito. Ma il turismo può uccidere una città perché la rende monofunzionale, puro tourist district. John Urry ha scritto un libro, The Tourist Gaze, sullo «sguardo turista», su come cambia il nostro modo di percepire la realtà (e quindi cambia la realtà che produciamo) se la guardiamo, come sempre più spesso accade, da turisti. Ma noi italiani lo sappiamo benissimo, lo «sguardo turista» agisce anche all’inverso, su chi di questo sguardo è oggetto, non solo su chi lo lancia: fa sì che i cittadini delle città d’arte vivano sempre sotto lo sguardo turista, vivano sempre sotto sorveglianza di uno sguardo letteralmente «fuori posto». Come andare in bagno la notte quando la casa è piena di ospiti indesiderati, scavalcando corpi sconosciuti in salotto.
    Ho molto frequentato il Quartier latin di Parigi per tutti i primi anni ’70 del secolo scorso: era animato, vivo, nonchalant. 30 anni dopo, è un quartiere morto, un’area disastrata dominata da squallore a buon mercato. Il Quartier Latin è un buon esempio di come il turismo può uccidere. Ed è interessante la tecnica dell’assassinio: il quartiere viene trasformato per corrispondere sempre più all’immagine che per esempio un americano si fa di Parigi. Il bistrot diventa la caricatura del bistrot. E tutto il quartiere è come svuotato dall’interno, ogni manifestazione di vita locale sostituita a poco a poco dal falso cinese, dal falso greco, dalla paninoteca e dal gelataio. Nello stesso modo, Trastevere è la caricatura del romanaccio. È un processo che avviene in tutte le città del mondo sotto i nostri occhi, senza che ce ne accorgiamo. La città di Québec è proprio come una fiaba di fate può immaginare una cupa fortezza sul fiume San Lorenzo. New Orleans corrisponde ormai all’immagine di New Orleans. Sono tornato dopo trent’anni a San Gimignano: dentro le mura non c’è più un macellaio, un verduraio, un panettiere vero; d’altronde in centro, chiusi bar, ristoranti e negozi di souvenir, non resta più a dormire nessun sangimignanese: abitano tutti nei moderni condomini fuori mura, vicino ai centri commerciali: dentro le mura, tutto è diventato un unico set cinematografico di film medievale, in costume, con tutti i prodotti di un’«invenzione della tradizione» a uso turistico.
    Il modello europeo di questo processo è il castello di Neuschwanstein costruito a strapiombo su un laghetto alpino dal re Ludwig II di Baviera e finito nel 1886, tipico castello da favola, falso medievale, con pinnacoli, torrioni. Il modello americano è Disneyland, dove tutto è più vero del vero, il castello è più medievale del medioevo, l’accampamento indiano più Apache degli Apaches. Da questo punto di vista, Venezia è una Disneyland già pronta, a mono-uso turistico, con giro in gondola e cantate napoletane, e naturalmente città che muore.
    Il turismo sta diventando la sola industria locale per molte città, che così diventano company towns, come Essen era la città dei Krupp, Clermont-Ferrand quella della Michelin, Torino era la città della Fiat e Detroit quella della General motors. C’è una soglia che separa una città turistica da una città che vive anche di turismo. Fino a che l’afflusso di visitatori non supera questa soglia, i turisti usufruiscono di servizi e prestazioni pensati per i residenti. Per esempio mangiano in ristoranti che cucinano per i locali. Oltre questa soglia invece, i residenti sono costretti a usufruire dei servizi pensati per i turisti. Questo è chiaro nei ristoranti. Trent’anni fa era praticamente impossibile mangiare male a Roma e Firenze. Oggi è difficilissimo mangiare bene. Perché un ristoratore dovrebbe dannarsi per cucinare con cura per un cliente che non tornerà mai più? E se anche il cuoco fosse dotato delle migliori intenzioni, assisterebbe alla richiesta di ketch-up sui funghi porcini alla griglia, di parmigiano sugli spaghetti ai frutti di mare. Oltre la soglia in cui una città diventa turistica, i residenti sono costretti a entrare in clandestinità, a comunicarsi sottovoce gli ultimi indirizzi accettabili («ma non farlo sapere ai turisti!»).
    Il turismo non solo fa vivere le nostre città e i nostri centri storici, ma – diventando la loro unica fonte di reddito – la fa morire, perché le nostre città stanno diventando tutte immense Disneytown: paninoteche e boutiques di lusso, pizze a taglio e ristoranti tre stelle Michelin, isole pedonali, e poi tanti dormitori eleganti per ceti medi. Già oggi nel Nordeuropa le isole pedonali si assomigliano tutte (sono un altro dei «non luoghi» di Marc Augé) e i centri vengono trasformati in entertainement districts, dove però non si diverte nessuno.
    Il turismo distrugge non solo le città ma le relazioni sociali. Era già avvenuto con la ferrovia: i saint-simonisti pensavano che i viaggi in treno avrebbero avvicinato l’umanità e, facendo conoscere l’un l’altro i vari popoli, avrebbero fatto scomparire le guerre. In realtà i binari permisero alle tradotte di trasportare truppe e munizioni. Così la relazione tra indigeno e turista è la peggiore, la più inumana mai stata instaurata. La sola dote che il turismo incoraggia nell’indigeno è l’avidità, la brama di guadagno rapido. E il turista, nella migliore delle ipotesi visita con cura non tanto un paese quanto la guida Lonely Planet o il Guide Bleu di quel paese; nella peggiore non conosce nulla né vuole conoscere nulla, comunque non è interessato agli umani ma solo all’«umanità morta» (come si parla di «lavoro morto» per il capitale), cioè monumenti e musei. L’apoteosi di questa prospettiva la visita della città in pullman con l’aria condizionata, in cui non giunge un odore, non penetra un rumore, e tutta la percezione si riduce alla vista. Il turismo disgrega le relazioni sociali tra i residenti e, per definizione, riduce ad entertainement quelle tra autoctoni e visitatori.
    Qualunque attività locale viene distrutta dal turismo: basta ricordare la costa settentrionale di Creta come era negli anni `60, con la sua agricoltura, il suo allevamento, la sua pesca, la sua povertà, e come è invece oggi, un’immensa periferia di casermoni in riva al mare. Lo stesso avviene in intere zone della Toscana, dove non c’è più una cascina in cui venga esercitata un’attività agricola, coltura, bestiame, ma sono tutte diventate residenze secondarie: casolari ben tenuti, rifatti con le travi del soffitto a vista, con le mura esterne a cui è stato tolto lo stucco per mostrare la viva pietra, con l’orto rimpiazzato dal giardino. Solo che questi casali sono vuoti, morti, per undici mesi l’anno e la campagna toscana (come anche tutta la Provenza) è diventata un immenso residence, ripulito, ridipinto, restaurato, con vasetti di geranio ai davanzali, dove ormai villeggiano solo pasciuti, danarosi inglesi e tedeschi: non a caso si chiama Chiantishire.
    Ma la mono-industria è sempre pericolosa per una città: la General Motors fece ricca Detroit, ma poi se ne andò e la Motown è oggi un abominio di desolazione, un deserto umano. Già oggi Venezia è una città morta: basta camminare tra le case in una notte di novembre, senza nemmeno una finestra illuminata, per rii e rii. Firenze è già molto avanti su questa china. Roma e Parigi si avviano per la stessa via. Quando la moda sarà cambiata e le orde sceglieranno altre destinazioni, lasceranno dietro di sé solo cartacce, bottiglie rotte, lattine e rifiuti come dopo un concerto di piazza. Ecco perché la città agostana è profetica. Vedo passare un orda di turisti grassi, sudati, in orribili pantaloncini corti e sandali coi calzini. Dall’altro lato della strada vuota un senzatetto defeca tranquillo, in pieno giorno, in pieno marciapiede.

  • STRUNZ!se lavori veramente in una struttura alberghiera del centro ostello o motel per chiavate toccata e fuga,allora il sold out u tien semp!il calo c’è stato e come o scé!ca po te piace de luca e sti 4 sciem che danno falsi sondaggi e notizie è natu cunt MONGOLOIDE

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