Aumentano sigarette e tabacco: ecco marca per marca chi ha scaricato sui fumatori l’incremento delle tasse

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contrabbando_sigaretteL’anno nuovo ha portato in dote al settore dei tabacchi la riorganizzazione delle accise e gli effetti si vedono a meno di un mese di distanza con il rincaro dei pacchetti di sigarette, che in alcuni casi superano la soglia ‘psicologica’ di 5 euro. Le novità si evincono dalla pubblicazione, da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, di due determine accompagnate da lunghe tabelle: l’elenco delle case produttrici e dei relativi marchi di sigarette, tabacchi trinciati, sigari, sigaretti e “altri prodotti da fumo” che hanno richiesto l’aggiornamento delle tariffe di vendita. In questo modo, dunque, hanno deciso di scaricare sui fumatori l’incremento della tassazione.

Un pacchetto di Marlboro Gold, ad esempio, passerà al costo di 5 euro e 20 centesimi, a fronte di un prezzo al kilogrammo convenzionale in crescita da 250 a 260 euro. La versione Touch è indicata ora a un prezzo di 4,8 euro, dai 4,6 euro attuali. Allo stesso livello si pongono le Lucky Strike red. Si torna sopra i 5 euro (5,2 euro) con le Merit, le Philip Morris blu multifilter, le Muratti Ambassador (anche Super Slim), le Rothmans. Si sale a 5,3 euro con le Natural American Spirit Orange, con le Peer Export. A 5 euro e 50 centesimi si issano le St. Moritz Menthol.

Sigarette e tabacco trinciato: i nuovi prezzi

Cambiano le cose anche per il tabacco trinciato, quello che si usa per arrotolare le sigarette che sta avendo sempre maggiore diffusione. Il caso del Golden Virginia da 25 grammi è rilevante, visto che il nuovo prezzo indicato è di 4,9 euro e rappresenta un incremento di 40 centesimi. Anche il Pueblo, tabacco piuttosto diffuso, è indicato tra gli aumenti.

Sigari e sigaretti. Con la nuova normativa è cambiato sia il calcolo che il peso dell’accisa. Il riferimento non è più la “classe di vendita più richiesta”, come in passato, ma “il prezzo medio ponderato” delle sigarette. Lo schema prevede un “onere fiscale minimo”, l’accisa più Iva, da 170 euro il chilogrammo. L’aliquota viene elevata dal 58,6 al 58,7%, e non può essere inferiore a 90 euro per chilogrammo convenzionale (mille sigarette). L’obiettivo dichiarato è di incidere maggiormente sui prezzi molto bassi, con un Fisco che si attenua proporzionalmente via via che cresce il prezzo delle sigarette: sull’esempio di quanto fatto in Germania nel 2010, è considerato il percorso migliore per far aumentare il gettito e preservare gli obiettivi di salute pubblica.

Fonte LaRepubblica

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