Il bimbo è stato assistito alla nascita dalla neonatologa Marilena Delgiorno. “Fino a qualche anno fa stare sdraiate sul lettino era l’unico modo per partorire; “afferma il dottore Raffaele Petta (nella foto) “oggi le cose stanno decisamente migliorando. La donna è infatti libera di partecipare al proprio travaglio cambiando posizione quando crede;per questo si può parlare di parto attivo ; durante il parto attivo la futura mamma hala facoltà di muoversi, camminare;ciò la renderàpiù partecipe del proprio travaglioe soprattuttosarà in grado dicontrollare meglio il dolorese seguirà quello che le dice il proprio corpo.
Il parto in accovacciamento è una delle posizioni più naturali per la donna e sfrutta la forza di gravità. L’adozione di questa nuova tecnica di assistenza al travaglio ed al parto rientra in un percorso di umanizzazione del parto già avviato a suo tempo con il parto in piedi. D’altronde il “Ruggi” è sensibile a questa tema: è presente una Struttura Dipartimentale diretta dal dottore Roberto Iovieno dedicata proprio alla umanizzazione del parto; ha avviato con l’Università un progetto di umanizzazione nel percorso del parto e del neonato prematuro denominato “600 grammi di umanità” coordinato dalla dottoressa Antonella Maisto”.
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