Salerno: vertenza OperBingo, la Cisal Terziario chiede di visionare i bilanci

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sala_bingo_genericaSi è tenuto a Roma il programmato incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione nazionale dell’OperBingo, la società che gestisce – a Salerno – due sale bingo, di cui è stata disposta la chiusura con il conseguente licenziamento dei 120 lavoratori che vi sono impiegati. Nel corso della riunione, l’azienda ha ribadito la propria posizione, notificata alle organizzazioni sindacali lo scorso primo settembre, di procedere alla riduzione del personale per gravi motivi finanziari. La delegazione sindacale non ha condiviso le motivazioni e ha ribadito di non essere convinta della decisione di abbandonare la piazza di Salerno, regalando ai competitors locali l’intera fetta di mercato.

«Non si riesce a capire – afferma il Segretario Regionale della Cisal Terziario, Giovanni Giudice che ha preso parte al vertice romano – il perché di questa scelta così drastica, tra l’altro, a ridosso dell’apertura, nella zona di Fratte, di un centro commerciale al cui interno è prevista anche una sala bingo. Abbiamo chiesto, inoltre, di prendere visione dei bilanci e di tutta la documentazione a corredo della dichiarazione di passività economico-finanziaria che si è tramutata, poi, in esuberi di personale».




L’incontro è stato aggiornato al prossimo 6 ottobre: «In quella data – ha specificato ancora Giudice – ci presenteremo al tavolo con una serie di controproposte da sottoporre all’attenzione della OperBingo. La battaglia per la tutela dei posti di lavoro è appena cominciata e non abbiamo intenzione di abbassare la guardia».

Alla riunione svoltasi presso la sede nazionale della Cisal, hanno preso parte una delegazione della OperBingo, guidata dal direttore del settore risorse umane dott.ssa Germana Alviggi, e la Cisal Terziario con il segretario nazionale Vincenzo Caratelli e quello regionale Giovanni Giudice accompagnati da un folto gruppo di lavoratori delle sale bingo di Pastena e Fratte.

 

1 Commento

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  • Spiace che si licenziano 120 lavoratori. Ma la chiusura di questi posti mangiasoldi salva centinaia di famiglie in cui uno o più soggetti affetti dalla malattia del gioco giungono a fare cumuli di debiti ed a volta a mettere veramente sul lastrico migliaia di familiari.
    Per queste motivazione chiudere le sale bingo ed i centri scommesse insieme alle macchinette “mangiasoldi” sarebbe cosa auspicabile.

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