Basta il voto in un Land poco popoloso a fare suonare l’allarme. La Cancelliera sta sbagliando tutto, di questo passo ci porterà alla sconfitta, a favore del solito movimento populista. In Un Land senza immigrati l’immigrazione appare un problema nazionale, tale da spingere la Cancelliera a rivedere la strategia. Resta il punto fermo dell’austerita, ovvero della virtù di bilancio che premia i virtuosi del nord e punisce i viziosi del sud.
Quelli del sud si erano appena riuniti a Atene, la sentina di tutte le dissipatezze. Il Presidente francese aveva partecipato alla riunione in quanto mediterraneo e socialista. Pareva conquistato alla causa e invece, pochi giorni dopo a Bratislava, riscopre l’asse con la Germania e rispolvera il desiderio di condividere le conclusioni con la Cancelliera. Si, proprio la Cancelliera che a Atene era la convitata di pietra, l’innominato bersaglio polemico degli avversari dell’austerita.
Insomma, una bella confusione. Un girare in tondo che ben conosce il marinaio quando letteralmente perde la bussola. Il nostro Presidente del Consiglio si smarca dal l’asse franco-tedesco e rifiuta la conferenza stampa congiunta. Non condivide le conclusioni di Bratislava che poco o nulla dicono di migrazioni e crescita. Sulle migrazioni i paesi di prima linea restano in prima linea, sulla crescita chi ha il surplus commerciale se lo tiene e gli altri a tirare la cinghia.
L’analisi è probabilmente semplificata, risponde anch’essa a considerazioni elettorali, coglie comunque un nodo di fondo. A navigare a vista la nave dell’Unione non va da nessuna parte. Da’ ragione per converso ai fuoriusciti britannici ed al Gruppo di Visegrad, i quattro paesi dell’est che vorrebbero rivedere i Trattati in senso “sovranista”, in modo opposto a quanti vorrebbero un’Unione sempre più stretta.
La prossima scadenza e’ fissata. Il 25 marzo 2017, in Campidoglio, si terrà la cerimonia del sessantesimo dei Trattati di Roma. Nessuno onestamente esclude che potrebbe essere la cerimonia del commiato.
Cosimo Risi
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