Banche e confidi: un’alleanza a sostegno dell’impresa e dei territori (di Tony Ardito)

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La difficoltà di accesso al credito è uno degli effetti più duri che la crisi abbia generato, provocando una forte sofferenza per le imprese che si sono trovate a fronteggiare, da un lato la contrazione della domanda e dall’altro l’atteggiamento sempre più prudente delle banche.

Tali condizioni hanno favorito la crescita del ruolo dei confidi, i quali rappresentano un valida alternativa ed sostegno alle imprese in difficoltà nel dialogo con le banche ed in cerca di credito.

I confidi potrebbero altresì giocare un ruolo importante per lo sviluppo della piccola impresa e  soprattutto delle start up se la ritrosia verso le aziende ancora in fase di crescita, in particolare al sud, non costituisse un serio handicap. Eppure, proprio le piccole imprese e le start up richiedono spesso impegni di credito limitati e contenuti. Si invoca perciò maggiore fiducia e più coraggio.

Di questo e non solo, si è discusso lo scorso 28 marzo presso la Camera di Commercio di Salerno, durante un interessante convegno dal tema “Strumenti finanziari a supporto della crescita delle piccole e medie imprese”, animato, fra gli altri, dai qualificati interventi di Rosario Caputo, presidente del consorzio Gafi sud; di Andrea Prete, presidente dell’ente camerale e dal significativo contributo via Skype del ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti.

I confidi sono dunque intermediari del credito, si costituiscono sotto forma di consorzio, di imprese o società cooperative, al fine di agevolare l’accesso al credito fornendo garanzie “di protezione” costruite su appositi fondi.

Essi si inseriscono nel rapporto “one to one” tra banca ed impresa e solitamente prestano la propria garanzia per coprire il 50% della linea di fido, offrendo un tasso agevolato per le imprese associate.

Le dinamiche proprie della forma del consorzio, consentono ai confidi di conoscere approfonditamente le singole imprese affiliate e la realtà su cui operano. Nel frattempo la relazione tra banca ed impresa si fa ogni giorno più complessa, e la crescente incertezza del contesto economico e finanziario, nonché la complessità e varietà del sistema produttivo, complicano il lavoro di valutazione per le banche, che tendono di conseguenza a chiudersi in un atteggiamento prudenziale.

Il flusso di informazioni rappresenta una variabile chiave per la crescita del sistema dei confidi: la regolare attività di reporting sulle aziende agevola e rende più efficaci le procedure e la eventuale erogazione del credito.

Per queste ragioni diventa centrale il ruolo assunto dai confidi; una azione, la loro, silente e paziente che produce un riverbero benefico sulla economia dei territori e nell’intero tessuto sociale.

 

editoriale a cura di Tony Ardito, giornalista

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