La Cuccarini inaugura bunker acquario garden hospital Ruggi Salerno

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Si è svolta questa mattina presso l’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno l’inaugurazione del bunker acquario, garden hospital e spazio giovani del reparto di radioterapia pediatrica. Un nuovo importante traguardo raggiunto grazie al finanziamento dell’Associazione OPEN – Oncologia Pediatrica e Neuroblastoma Onlus presieduta da Anna Maria Alfani con i contributi di Trenta Ore per La Vita, la Fondazione della Comunità Salernitana, Nino Marone e tanti altri sostenitori del progetto.

Per l’occasione è tornata a Salerno una grande amica della OPEN Onlus, Lorella Cuccarini testimonial oltre che socia fondatrice dell’Associazione Trenta Ore per la Vita. Numerose le autorità militari, civili e religiose presenti. Dopo il taglio del nastro ad opera della madrina dell’evento, Lorella Cuccarini, c’è stata la benedizione dei locali da parte dell’arcivescovo di Salerno, Monsignor Luigi Moretti.

 Lorella Cuccarini, socia fondatrice e testimonial dell’associazione Trenta Ore per la Vita Onlus: “Torniamo sempre con grande piacere qui a Salerno soprattutto quando diamo testimonianza dei frutti di un progetto presentato lo scorso anno con Trenta Ore per la Vita. Quando si ammala un bambino si ammala un’intera famiglia che deve accompagnarlo nel percorso di cura. Quello che noi facciamo è cercare di rendere idonei gli ambienti in cui questo bimbo deve vivere. Ho visto questi locali quando furono appena costruiti, grigi e spogli mentre ora esplodono di colore. Vogliamo condividere insieme all’Italia, ad oltre 1 milione di donatori che crede nei nostri progetti, i frutti della loro generosità. Ci impegniamo da sempre a migliorare la qualità della terapia migliorando gli ambienti di vita dei bambini nel momento in cui sono sottoposti a un percorso di cura. Oggi il 94% dei bimbi malati riesce a guarire dal cancro, io mi occupo di quel 6 % che lotta per farcela. Quando potremo dire che il 100% dei bambini guarisce allora avremo vinto”.

Anna Maria Alfani, presidente Open Onlus: “Il nostro obiettivo è rendere più umano il percorso ospedaliero dei piccoli pazienti oncologici, un iter lungo e molto faticoso. Nel bunker radioterapico i bambini restano da soli per ore e abbiamo voluto dare loro la possibilità di dimenticare, anche solo per pochi secondi, il loro stato patologico e farli sognare. Il mare appartiene alla nostra cultura, fa parte della nostra storia: quale ambientazione migliore se non scenari marini? Oltre ai bambini ci sono gli adolescenti che a causa della malattia possono arrivare a soffrire di depressione. Da qui è nata l’idea di completare il nostro progetto con il garden hospital e lo spazio giovani, aree dedicate allo svago e al divertimento, in cui ricaricarsi e trovare le energie per combattere la dura battaglia contro i tumori”.

Rita Salci, presidente Associazione Trenta Ore per la vita: “Avevamo preso un impegno con Anna Maria, questo è un progetto in cui abbiamo creduto da subito con l’obiettivo comune di dare le migliori condizioni di cura e assistenza per i bimbi malati di tumore. È ancora più importante perché siamo nel Sud Italia e questo vuol dire che i bambini non dovranno fare strazianti viaggi della speranza anche se purtroppo ci sono ancora molte famiglie nel nostro Paese che sono costrette a farne poiché ci sono aree del Meridione prive di alcun supporto”.

 Silvio Irilli, artista che ha realizzato il bunker acquario: “È un lavoro che richiede una progettazione accurata, non è solo una decorazione. Deve diventare un ambiente emozionale che interagisce con i bambini. Ho preso le misure sul posto come fa un sarto per realizzare un vestito poi in studio ho realizzato i dipinti. Ci vogliono tra le 500 e le 1000 ore di lavoro su tante grandi tele che devono poi combaciare. Ho realizzato un gioco di prospettive quasi tridimensionale facendo in modo che quando i bimbi guardano i delfini è come se li accarezzassero con lo sguardo, come se gli parlassero. I bimbi devono poter immaginare che il delfino lo stia incoraggiando a sostenere la terapia. Animare l’ambiente circostante per far sì che il bambino non pensi di trovarsi in un bunker ma in un’altra dimensione attraverso la fantasia. Progetti di questo tipo si realizzano quando c’è una visione da parte di persone come Anna Maria Alfani che mi ha voluto coinvolgere e gliene sono grato. Il suo sogno era questo e io sono felice di averglielo disegnato”.

 Nicola Cantone, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona: “Oggi abbiamo inaugurato un’opera fantastica, un unicum per un ospedale pubblico in continuità con quanto già messo in campo lo scorso anno. L’azienda sta dedicando una particolare attenzione alla umanizzazione delle cure pediatriche. Abbiamo adottato dei percorsi diagnostici e assistenziali divenendo punto di riferimento per l’intero Mezzogiorno. Abbiamo già idee per nuovi progetti insieme ad Anna Maria Alfani, sicuramente l’anno prossimo ci rivedremo per un altro importante evento”.

 Giuseppe Scimone, responsabile del reparto di radioterapia pediatrica del Ruggi: “Il nostro è un centro di riferimento regionale in convenzione con il Santobono Pausillipon di Napoli. Abbiamo in trattamento circa 35 bambini ma i numeri sono in crescita. Questi pazienti vengono trattati con una nuova apparecchiatura, una metodica modernissima che consente di irradiare selettivamente il tumore risparmiando i tessuti sani e quindi apportando meno effetti collaterali. In media il 75% dei bimbi guarisce ma dipende anche dalla tipologia di tumore trattato. Un progetto come quello realizzato dalla OPEN aiuta a rendere più umano il percorso del bimbo in ospedale”.

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