Omicidio bimba S.Egidio: genitori traditi da intercettazione in carcere

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Giuseppe Passariello ed Immacolata Monti hanno prima maltrattato e poi portato alla morte la figlioletta Jolanda, otto mesi appena, soffocata la notte del 22 giugno nella sua casa di Sant’Egidio del Monte Albino– forse con un cuscino – dopo settimane di sofferenze. Ne è convinto il pm Roberto Lenza della Procura di Nocera Inferiore, che per i genitori della piccola ha chiesto il giudizio immediato. Gli elementi d’accusa sarebbero così forti da poter essere sostenuti in un processo rapido.

Marito e moglie restano detenuti in carcere, dopo la bocciatura di Riesame e Cassazione sulle misure alternative proposte dai loro avvocati. Ora si attende la decisione sulla proposta fatta dal pm per un processo veloce, basato su prove che la pubblica accusa ritiene incontrovertibili. A cominciare dalle intercettazioni ambientali catturate in caserma, nelle ore successive alla morte della piccola ed a margine degli interrogatori: Passariello e la Monti hanno parlato di quanto accaduto la notte precedente, citando un cuscino premuto sulla faccia come di una prova da far sparire, pronunciando la parola “omicidio” e manifestando timori per gli anni di carcere che avrebbero potuto scontare se si fossero lasciati sfuggire qualcosa davanti agli inquirenti.

E poi ci sono i segni sul corpo della bimba, un cadavere che durante l’autopsia sembrava parlare: ecchimosi dappertutto, segni di bruciature alle mani, ai piedi e alle guance, un’afta ulcerosa mal curata che le impediva di nutrirsi a sufficienza. Un quadro desolante a documentare trascuratezza e sevizie. La mamma della piccola si è difesa dicendo di subire le angherie del marito che rinnegava quella figlia femmina, che non voleva fosse portata in ospedale o dal medico. Lei stessa, però, non avrebbe fatto abbastanza per difenderla e per salvarla. Di qui, l’accusa grave di omicidio e maltrattamenti in concorso.

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