In particolare nella giornata di ieri, 16 dicembre, sono stati localizzati con le stazioni della Rete Sismica Nazionale dell’INGV nell’area circa 27 terremoti di magnitudo maggiore rispetto a quelle degli eventi di novembre. Cinque di questi eventi hanno avuto una magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9 e sono avvenuti nella mattinata in un breve intervallo di tempo: i primi 4 in meno di un’ora (tra le 9 e le 10 della mattina) ed il quinto, alle ore 11:36, è stato il terremoto di magnitudo più alta, Mw 3.9.
La sismicità registrata dalla Rete Sismica Nazionale dal 21 novembre nell’area a SUD di Benevento. In giallo sono evidenziati gli eventi degli ultimi due giorni con cinque terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9.
- Nella tabella viene riportato l’elenco dei terremoti del 16 dicembre di magnitudo compresa tra 3.0 e 3.9.
In totale sono oltre 60 dal 21 novembre i terremoti avvenuti in quest’area e rappresentati nella mappa sopra con colori differenti tra la prima fase di novembre, in blu, e quest’ultima in giallo.
Il terremoto di magnitudo maggiore è stato quello delle ore 11:36 del 16 dicembre, di magnitudo Mw 3.9, risentito in una vasta area tra le province di Benevento e Avellino (comprese le città capoluogo), ma anche in alcune località delle vicine province di Napoli e Salerno, come riportato nella mappa preliminare degli effetti del terremoto ricavata dall’analisi di oltre 550 questionari inviati al sito www.haisentitoilterremoto.it .
Gli effetti mostrati nella mappa evidenziano risentimenti fino al V grado della scala MCS (Scala Mercalli, Cancani, Sieberg), in particolare nel beneventano. Per questo evento, inoltre, è stato calcolato il meccanismo focale, tramite il TDMT (Time Domain Moment Tensor), che evidenzia una cinematica di tipo trascorrente.
L’area interessata da questa sequenza – si legge su INGV – si colloca in una zona a pericolosità sismica da alta a molto alta, nonostante, nel corso dell’ultimo millennio, non risultino eventi sismici epicentrali particolarmente rilevanti.
Nella provincia di Benevento soprattutto l’area a nord-est e nord-ovest del capoluogo è stata interessata nel passato da terremoti di magnitudo superiore a 7. I maggiori terremoti storici localizzati entro i confini provinciali sono quelli del 5 giugno 1668 (Mw 7.1), del 14 marzo 1702 (Mw 6.6), del 29 novembre 1732 (Mw 6.8) e del 21 agosto 1962 (Mw 6.2) che hanno tutti avuto origine nei settori della catena appenninica settentrionale e orientale della provincia stessa.
La storia sismica delle località situate nell’area direttamente interessata dalla sequenza in corso è molto lacunosa. La segnalazione più antica risale al terremoto del 5 giugno 1688, quando Ceppaloni subì effetti macrosismici pari al grado IX MCS. Il terremoto del 21 agosto 1962 ebbe effetti valutati pari al grado VII-VIII MCS a Beltiglio (frazione di Ceppaloni), al grado VIII MCS a San Leucio del Sannio e al grado VI MCS a Ceppaloni.
Fonte: INGVterremoti.com
Articolo a cura di: Maurizio Pignone, Anna Nardi e Concetta Nostro (INGV-ONT).
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