Ass. ‘Io Salerno’: La gruviera amalfitana

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‘Il Signore dà il pane a chi non tiene i denti’, concludeva il Nonno quando commentava i comportamenti di chi mostrava di non saper gestire le proprie fortune. Grandi o piccole che fossero.

Purtroppo, anche in Costiera Amalfitana, dove il pane sopravanza, quel detto non sembra fuori luogo, nonostante non manchino neppure i denti.

Sono ricorrenti, infatti, esempi di scelte inopportune nella gestione di un territorio che, in qualità di ‘pane’ per tutti, ha consentito di vivere, lavorare e migliorare le condizioni economiche e sociali di generazione in generazione.

Si tratta, spesso, di decisioni frutto di valutazioni localistiche e/o egoistiche in grado di minare la stabilità dei delicati equilibri donati dalla natura, o da un Superiore Benefattore, e arrivati fino a noi grazie ai sacrifici di chi ha abitato quei luoghi plasmandoli con rispetto e devozione.

Se i predecessori avessero avuto ben diversi comportamenti, forse buona parte della attuale popolazione starebbe ancora a creare terrazzamenti per sopravvivere.

Peraltro, episodi anche recenti dimostrano che, in Costiera, con la natura non si può scherzare. E non solo in Costiera.

Nei giorni scorsi, è stata diffusa la notizia dei bandi per le gallerie che si vogliono realizzare nelle aree ‘selezionate’ di Positano, Praiano, Minori e per il cosiddetto ‘by-pass’ di Amalfi che serve a liberare il centro trasferendo il traffico nella valle dei Mulini. Poi, percorsi meccanici, parcheggi interrati, pubblici e privati, piallature e trapanazioni.

A parte altre considerazioni, è indubbio che, per i tempi richiesti da opere così complesse, saranno probabilmente i nipoti a vederne la fine. Degli appalti. E, speriamo, non del territorio.

Nel frattempo, la Costiera continuerà a essere una bolgia, sede di danni ambientali inaccettabili nonché di pericoli per chi ci vive nella condizione di recluso, soprattutto in caso di necessità.

E’ certamente comprensibile l’entusiasmo di alcuni settori economici che, in lavori per 200milioni di euro, sperano di trovare il giusto pane per i propri denti. Stupisce, invece, che buona parte della popolazione si mostri soggiogata dalla prospettiva di ipotetici vantaggi e sia indifferente rispetto alla potenziale pericolosità di tali interventi per la stabilità del territorio, con la alterazione della ‘naturalità’ dei luoghi, il peggioramento dei livelli di inquinamento, le crescenti sollecitazioni su tutte le strutture per la maggiore frequenza dei passaggi, gli ingolfamenti che faranno seguito ai tratti veloci. E non solo. Ha senso agevolare il transito senza porsi la domanda di dove far parcheggiare i mezzi?

Noi non siamo contro a prescindere. Noi pensiamo che l’incremento dei flussi turistici sia il presupposto per la ulteriore crescita dell’area, ma far arrivare più persone non può equivalere a far arrivare più auto.

E, invece, in una fase storica di svolta definitiva verso un ‘mondo più pulito’, alcune menti ‘prive di fantasia’ ancora propongono progetti ‘da secolo scorso’, invasivi e con forte impatto sull’ambiente e sulle tasche dei contribuenti. L’aggressione e la probabile alterazione della valle dei Mulini sono la prova evidente di una visione brutale del rapporto con la natura e dell’assenza di qualsiasi sensibilità.

Di proposte diverse, ‘verdi’, non violente, in grado di assicurare la ‘convivenza’ tra crescita e rispetto del territorio, ne abbiamo parlato in precedenti commenti (cfr. pagina Fb) e anche in occasione del cortese incontro del 30/05/18 con il Sindaco di Praiano, in veste di Presidente della Conferenza dei Sindaci, e altre Associazioni locali. Purtroppo, non c’è stato alcun seguito. Anzi.

Lo scorso anno, gli Amministratori dei centri costieri hanno lungamente discusso di nuove regole di circolazione sulla SS163 in sostituzione di quelle introdotte dalla famosa ordinanza Anas che, nel 2013, dispose divieti poi resi inefficaci da correlative deroghe. Alla fine, è stato concluso un accordo, al più alto livello, sottoscritto solo da sei Comuni. E gli altri sette? La strada è stata trasformata in un ‘salsicciotto’ o, meglio, è stata resa ‘a macchia di leopardo’. Forse, qualche turista ancora sorride, raccontando della sua esperienza di viaggio. E chissà che non faccia riferimento anche al detto del Nonno.

In Costiera, purtroppo, manca la convinzione di vivere in un ‘bene comune’, non in tante piccole ‘repubbliche marinare’, e manca la volontà di affrontare in una visione unitaria molti problemi di natura infrastrutturale (es.: acqua, energia, rifiuti, ambiente) e altri più propriamente operativi (es.: gestione flussi turistici, mobilità/vivibilità), magari discutendone in sede di Conferenza dei Sindaci dotata di ‘potere decisionale’.

In tale stato di cose, l’annuncio dei bandi accentua le diversità e introduce elementi di grande squilibrio.

In luogo di progetti ‘rozzi’ e ‘grossolani’, che ancora propongono l’accesso in orizzontale lungo la SS163, noi confermiamo la convinzione che l’ingresso debba essere effettuato utilizzando le quattro linee verticali in corrispondenza dei varchi di Sorrento, Agerola, Chiunzi e Vietri S/Mare.

Con molto meno di 200milioni, in ciascuno di tali ‘aree di entrata’ si possono realizzare piattaforme di ‘interscambio’ dove i turisti, in arrivo con qualsiasi auto e autobus ‘fuori formato’, sono trasbordati su mezzi pubblici ibridi, agili, ecologici e veloci (‘le Barchette’) in circolarità continua.

Intorno ai parcheggi, custoditi e muniti di ogni opportuno servizio, possono essere realizzate strutture ricettive e di ristorazione per ampliare l’offerta di ospitalità e favorire l’integrazione dei luoghi nella “economia della costiera” con la concreta possibilità di divenire aree di futura espansione residenziale, produttiva e turistica.

Tra le cittadine in basso, il movimento dei visitatori può essere assicurato con altre navette veloci, in circolarità e con biglietto giornaliero, ovvero con veicoli elettrici leggeri, magari dotati di tendalini colorati, in ‘car sharing’, in ‘car pooling’, e con gli NCC.

Con queste modalità, la SS163 può essere lasciata in uso ai residenti, al trasporto pubblico di linea e a quello privato se con mezzi di dimensioni idonee alle caratteristiche dei luoghi. Peraltro, sempre nei 200milioni possono certamente trovare spazio sia la concessione di contributi per la sostituzione dei vecchi mezzi inquinanti sia la organizzazione di attività collaterali per poter dire: ‘venite pure a piedi, in giro vi portiamo noi’.

Noi pensiamo che la Costiera costituisca un centro unico, incredibile, di storia e memoria e che debba essere vissuto ‘in punta di piedi’ nei suoi percorsi tortuosi, sinuosi, imprevedibili e, talora, anche ostili, con impegno, pazienza, passione, amore. Togliere il fascino di queste complessità significa trasformarla in un luna-park informe ed amorfo, e distruggere un angolo di cultura universale.

Ovviamente, quanto proposto non basta. Non abbiamo spazio a sufficienza, ma vogliamo solo ricordare le altre idee da noi già avanzate: obbligo dei motori ibridi/elettrici, limiti dimensionali per tutti i mezzi di trasporto, blocco del pendolarismo giornaliero, biglietteria unica mare-terra-albergo, aree di parcheggio dedicate con verifica della targa auto, regolamentazione NCC, unico portale web interattivo. E altre ancora.

Da gruppo di liberi cittadini, purtroppo non residenti fisicamente, ma sempre ‘connessi’ emotivamente, siamo pronti a contribuire agli sforzi di tutte le forze libere che si battono per la difesa dei sacrifici di chi ha reso questa terra un luogo di incanto resistendo ai secoli e alle devastazioni dei barbari. Forse, non erano quelli i veri barbari.

Trasformare la Costiera in una Gruviera può soddisfare solo chi, con i suoi ‘denti’, non è in grado di apprezzare la qualità del suo ‘pane’. Aveva ragione il Nonno: nella vita c’è sempre chi dimostra di non meritare ciò che ha.

La Costiera ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

 

5 Commenti

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  • Questi comitatucoli e associazioncine (che per loro stessa ammissione non appartengono nemmeno al territorio che pretendono di “difendere”) non si muovono MAI quando il territorio viene devastato da abusivismo, sversamenti illegali, camorra, devastazioni di ogni tipo, e si attivano SEMPRE quando si tratta di fare opere pubbliche, al solo scopo di non farle.

    Se fossero seri vedremmo studi di fattibilità (che costano e richiedono tempo e competenze, non certo letterine sul giornale), progetti, piani di investimento e di rientro, invece delle solite belle chiacchiere, generiche dichiarazioni di intenti e “vabbè, ma tanto con il pulmino elettrico si appara”.

  • La Costiera è innanzitutto un luogo dello spirito, dove la natura parla agli occhi e alla mente di chi percorre i suoi mille sentieri di trekking tra cielo e mare. Ben lo sanno i tanti escursionisti stranieri che giungono numerosi in questo paradiso donato agli uomini: fantastico, purchè in possesso di una sensibilità leggermente superiore all’ ottusità media imperante. Come sempre, questo tesoro viene svilito a parco di divertimento dall’ insipienza della politica di programmazione e promozione turistica sia regionale, sia locale, dove si pensa solo a far cassa, senza un minimo di coordinamento e linee guide sulla gestione dei flussi, sulla tutela del territori. I risultati portano alla difficoltà della sua fruizione in modo ordinato e intelligente del territorio. affidando quasi esclusivamente ai mezzi privati sia terrestri, sia nautici il raggiungimento dei centri costieri.

  • Se il sig. ‘siamo alle solite’ avesse letto i nostri commenti degli ultimi tre anni, forse avrebbe una informazione più accurata sulla nostra attività di denuncia, critica e proposta.
    In Città, avrebbe letto del Colle Bellaria, dei quartieri Mondo, della sporcizia, del lungomare, di S. Anna al Porto, della cementificazione, del Porto, del PUC, dei quartieri abbandonati e di tanto altro.
    Basta leggere sulla pagina Fb. Sono 101, per la precisione.
    Noi, come ‘comitatuccio’, non possiamo che richiamare al rispetto della civiltà non solo i cittadini, ma anche coloro che, avendo potere, dispongono a piacimento del territorio e dell’ambiente procurando danni sostanziali che vengono a scaricarsi sui residenti.
    I problemi possono affrontarsi con diverse modalità. Non tute sono idonee a lasciare alle future generazioni un territorio sano, pulito, nel quale vivere con la giusta qualità.
    Non possiamo pensare di soddisfare, oggi, i nostri interessi, dimenticando quelli dei nostri figli.
    L opere pubbliche sono necessarie. Ma non si possono programmare solo per i ritorni economici, indipendentemente dalla loro coerenza o necessità.
    Quanto agli studi di fattibilità, forse potremmo parlarne. Una cosa è certa: i nostri non costerebbero. A differenza di tanti altre, le nostre proposte sono frutto almeno di un poco di esperienza. Molti parlano senza avere neppure quella.

  • Se il sig. ‘siamo alle solite’ avesse letto i nostri commenti degli ultimi tre anni, avrebbe una migliore conoscenza della nostra attività. delle nostre critiche e, soprattutto, delle nostre proposte.
    Conoscerebbe la nostra posizione sul Colle Bellaria, sul Porto, sul lungomare, sui giardini, sulla vita economica della Città. E su tanto altro. Sono 101 i commenti settimanali. Tutti sulla pagina Fb.
    Come ‘comitatuccio’ non possiamo fare di più. Cerchiamo di smuovere le coscienze dei cittadini, da una parte, e quelle degli Amministratori, dall’altra.
    Le opere pubbliche sono necessarie per avere sviluppo. Ma vanno fatte con coerenza, nel rispetto degli equilibri che ci consentono di vivere. Aggredire un territorio già debole, può significarne la distruzione. In ogni caso, qualsiasi interesse non può giustificare veleni e morte.
    Quanto agli studi di fattibilità, possiamo parlarne. Per scrivere quello che scriviamo, usiamo qualche conoscenza teorica e un poco di esperienza pratica. A volte sono sufficienti.
    Soprattutto nei confronti di quelli che parlano sena sapere cosa dicono.

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