Coronavirus: 2 morti e 60 contagiati in Italia. Chiuse le Università lombarde

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fIl secondo giorno di coronavirus in Italia è quello delle prime due vittime, un muratore in pensione di 78 anni del Padovano e una 77enne di Casalpusterlengo (Lodi), e dell’esplosione del numero di contagi, con un primo caso di positività a Torino e due a Milano, anche se uno è ancora dubbio perché potrebbe essere un falso positivo.

Continua intanto la mappatura del contagio: il manager rientrato dalla Cina il 21 gennaio scorso che è andato a cena con il 38enne di Codogno, il primo contagiato in Lombardia, non può essere il paziente zero. Non può essere lui ad aver portato in Italia il virus perché non lo ha mai avuto:

“Dai test effettuati – ha detto il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – è emerso che non ha sviluppato gli anticorpi“. Il governo è riunito nella sede del Comitato della Protezione Civile dove è in corso un consiglio dei ministri straordinario che sta preparando un decreto legge con misure speciali. Tra i provvedimenti già presi c’è quello delle università venete e lombarde che resteranno chiuse per una settimana, almeno fino al 2 marzo.

Nella giornata ha parlato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha chiesto “senso di responsabilità e unità di impegno”, sottolineando che “il sistema sanitario è in grado di reagire con efficacia”.

Dall’Ue è arrivata la disponibilità a “dare sostegno” e un plauso alle “autorità italiane per la loro azione rapida“. L’Italia è diventato il primo paese in Europa per numero di contagi: sono 47 in Lombardia12 in Veneto e uno a Torino.

Le vittime

Sono due le vittime del coronavirus in Italia: dopo la morte di Adriano Trevisan, un muratore in pensione di 78 anni morto alle 22.45 di venerdì 21 febbraio nell’ospedale di Schiavonia, in provincia di Padova, la seconda vittima è una 77enne di Casalpusterlengo: viveva da sola e secondo quanto emerge non avrebbe saputo di essere ammalata ed è deceduta in casa.

Il tampone è stato fatto dopo la sua morte, avvenuta il 20 febbraio. Al momento, però, non è chiaro se sia il coronavirus la causa del decesso, visto che la donna è morta d’infarto. L’anziana era la madre di un amico del 38enne di Codogno, primo contagiato in Lombardia.

Due casi a Milano, uno dubbio. Un positivo a Torino

Il paziente torinese è un 40enne che lavora a Cesano Boscone (Milano). È ricoverato all’ospedale Amedeo di Savoia e, ha detto l’assessore regionale alla sanità, Luigi Icardi, “si è ammalato dopo essere entrato in contatto con il ceppo lombardo”. In particolare, “ha avuto contatti con un famigliare di un contagiato della Lombardia”.

Al momento ha un po’ di febbre ma è in buono stato di salute. I familiari dell’uomo, che lavora a Cesano Boscone, sono sotto osservazione: la moglie e i due bambini. Ma anche i compagni di squadra sono stati invitati a restare in casa: mercoledì aveva giocato a basket.

Un 70enne di Mediglia, paese a sud di Milano, è il primo caso certo di contagio nel capoluogo. Era ricoverato all’ospedale di Melegnano e ora è stato trasferito al San Matteo di Pavia, come ha spiegato a La Presse l’assessore al Welfare Giulio Gallera. All’ospedale San Raffaele è invece ricoverato un 78enne residente a Sesto San Giovanni.

Oggi è risultato positivo a un test eseguito alla Spallanzani di Roma, dopo essere stato in precedenza negativo a due tamponi eseguiti in Lombardia. Di conseguenza potrebbe essere un falso positivo. Si trova da una settimana al San Raffaele, dove ci sono circa 1500 pazienti e lavorano almeno 3500 persone.

Per precauzione “sono in corso le ricostruzioni per capire quali contatti abbia avuto”, ha spiegato il sindaco di Sesto, Roberto Di Stefano. Al momento si sta cercando di capire come l’uomo avrebbe potuto contrarre il virus, se in ospedale o nei giorni precedenti al ricovero.

Veneto

In Veneto sono invece 12 i contagiati. Tra loro anche un 67enne di Mira (Venezia) portato la notte scorsa dall’ospedale di Dolo, vicino a Padova e “altri 7 casi positivi tutti a Vò Euganeo di cui due famigliari del signor Trevisan: la moglie e la figlia – ha detto il governatore veneto Luca Zaia -. Stiamo continuando con le verifiche dei contatti più ravvicinati che hanno avuto i contagiati.

Resta il fatto che stiamo parlando di un virus che ha una bassa letalità Purtroppo la letalità ce l’ha nelle persone che hanno già altre patologie”. Dal virus, però, lo Spallanzani sottolinea che si guarisce: proprio oggi l’istituto ha comunicato che il cinese e il ricercatore italiano che erano stati contagiati risultano ora negativi al test.

La moglie dell’uomo resta in terapia intensiva, ma le sue condizioni sono migliorate. Moglie e marito hanno entrambi terminato la terapia antivirale. E uno studio cinese ipotizza che l’incubazione possa durare fino a 27 giorni. Sospese anche molte partite e manifestazioni sportive nelle aree colpite dal contagio.

Il ‘paziente uno’

Resta in prognosi riservata ma in condizioni stabili il 38enne di Codogno, il cosiddetto “paziente uno” che ha trasmesso la malattia anche a sua moglie incinta di 8 mesi. Si sospettava che all’origine del suo contagio ci fossero i contatti avuti dall’1 all’8 febbraio con un suo amico (che lavora alla Mae di Fiorenzuola d’Arda, in provincia di Piacenza) rientrato da Shanghai il 21 gennaio.

Ma i test hanno dimostrato che il manager non ha mai avuto il virus, neanche nella forma asintomatica. Il 38enne ha infettato anche un compagno di sport, 5 operatori sanitari, 3 pazienti ricoverati in ospedale a Codogno e 3 frequentatori del bar a Castiglione d’Adda del padre dell’amico podista.

Secondo quanto scrive Il Cittadino, il 38enne dalla terapia intensiva a Codogno è stato trasferito al San Matteo a Pavia. Dieci comuni del Lodigiano sono isolati (per un totale di circa 50mila persone) e sono in quarantena 250 persone che hanno avuto contatti con i contagiati.

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