Coronavirus, il nuovo decreto anti crisi: tutte le misure nella bozza

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Introduzione del reddito d’emergenza da 400 a 800 euro mensili per tre mensilità. Estensione del blocco dei licenziamenti per altri 3 mesi. Indennizzi per colf e badanti da 400 a 600 euro mensili, per due mensilità, a seconda dell’orario di lavoro ridotto. Arriva il fondo per le nuove competenze, con la possibilità attraverso un accordo collettivo, di rimodulare l’orario di lavoro per potersi formare. Proroga del contributo per baby sitting di 600 euro da spendere anche nei centri estivi.

Sono queste le novità contenute nella prima bozza in circolazione del cosiddetto «decreto aprile», diventato Dl maggio, di 44 articoli con le misure a sostegno del mondo del lavoro alle prese con l’emergenza coronavirus. Il testo è atteso al consiglio dei ministri la prossima settimana, si sta ancora discutendo di alcuni aspetti come la proroga del bonus autonomi da 1.600 euro complessivi nel bimestre, con l’ipotesi per la seconda mensilità di legarlo a tetti di calo del fatturato.

Licenziamenti, nuovo stop di altri 3 mesi
Si prolunga anche il blocco dei licenziamenti di altri tre mesi. Il blocco riguarda i licenziamenti collettivi e quelli individuali per motivo economico. Considerato che il decreto Cura Italia già prevedeva lo stop ai licenziamenti di 2 mesi, fino cioè a metà maggio, con la bozza di decreto attuale questo stop si prolunga di altri tre mesi.

Reddito d’emergenza per tre mensilità
È istituito il reddito d’emergenza per tre mensilità, a partire da maggio, per i nuclei familiari con un importo che va da 400 euro mensili per un single, crescente in base al numero di componenti, fino a 800 euro mensili. sono quattro le condizioni, cumulativamente richieste, per poter accedere al Rem: al momento della presentazione della domanda bisogna avere la residenza in Italia, un valore del reddito familiare pari a 400 euro mensili (per un single, l’importo cresce in base al numero componenti fino a 800 euro per una famiglia), un valore del patrimonio mobiliare nel 2019 inferiore a 10mila euro per un single (accresciuto di 5mila euro per ogni componente fino a 20mila euro), e un Isee inferiore a 15mila euro.

Il Rem non è compatibile con le altre indennità del Dl Cura Italia (bonus autonomi), invece può andare ai percettori del reddito di cittadinanza come forma di integrazione del reddito fino al limite massimo dei 400 euro mensili per un single (800 per una famiglia).  Le domande potranno essere presentate entro luglio.

Criteri d’accesso più soft per il reddito di cittadinanza
Si ampliano i parametri per percepire il reddito di cittadinanza: la soglia Isee è incrementata da 9.360 euro a 10mila euro, la soglia del valore patrimoniale aumenta da 30mila a 50mila euro, la soglia del patrimonio mobiliare cresce da 6mila a 8mila euro per un single.

Incentivato il lavoro agricolo per i percettori di sussidi
I percettori del reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali, Naspi e Discoll possono stipulare con datori lavoro settore agricolo contratti a termine fino a 30 giorni, rinnovabili di ulteriori 30 giorni, senza subire la perdita dei benefici. Gli importi percepiti non rilevano ai fini dei requisiti reddituali richiesti. La sospensione delle misure di condizionalità per i percettori del reddito di cittadinanza e degli strumenti di sostegno al reddito è prorogata da 2 a 4 mesi: in questo periodo sono dunque esonerati dall’obbligo di attivarsi per cercare un lavoro, o di accettare una proposta pena la perdita del sussidio al terzo rifiuto.

Colf e badanti: indennità per due mesi
In arrivo un’indennità per lavoratori domestici per i mesi di aprile maggio, a condizione che non siano conviventi col datore di lavoro e vi sia una comprovata riduzione di almeno il 25% dell’orario di lavoro. Se al 23 febbraio avevano uno o più contratti per una durata complessiva non superiore a 20 ore settimanali riceveranno 400 euro per ciascun mese, che oltre le 20 ore settimanali diventano 600 euro (sempre per ciascun mese). L’indenità non concorre alla formazione del reddito.

Cassa integrazione, altre 9 settimane
Il governo conferma l’allungamento di altre 9 settimane della cassa integrazione, ordinaria e in deroga. La misura dovrebbe costare circa 13 miliardi. Si rifinanziano anche i Fondi di solidarietà, in primis artigianato lavoro somministrato, con una dote aggiuntiva di 1 miliardo. Per cercare di ridurre i ritardi nell’erogazione delle somme, la bozza di decreto prevede che i datori di lavoro – che non anticipano i relativi trattamenti – possono fare richiesta di pagamento diretto della prestazione, trasmettendo la relativa domanda entro la fine del mese di inizio del periodo di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa.

Entro il giorno 20 del mese successivo a quello in cui è collocato il periodo di integrazione salariale richiesto, le amministrazioni competenti autorizzano la domanda e i datori di lavoro comunicano all’Inps i dati necessari per il pagamento delle prestazioni, che Inps dispone entro la fine del mese stesso.

Congedi, altri 15 giorni
La bozza di decreto conferma anche, per il 2020, dal 5 marzo (chiusura delle scuole) e sino al 30 settembre, complessivi 30 giorni di congedo straordinario. Quindi, si aggiungono altri 15 giorni rispetto ai 15 già previsti dal decreto Cura Italia. Anche gli ulteriori 15 giorni di congedo straordinario scattano per figli fino a 12 anni, e sono retribuiti al 50 per cento.

Bonus baby sitter anche per pagare i centri estivi
Sempre nella bozza di decreto, e in alternativa ai congedi straordinari, si proroga anche il bonus baby sitter: arrivano quindi altri 600 euro che potranno servire anche a pagare l’iscrizione ai servizi integrativi per l’infanzia, inclusi i centri estivi.

La bozza di decreto prevede che i contratti collettivi possano realizzare specifiche intese, con efficacia nei confronti di tutti i lavoratori interessati, di rimodulazione dell’orario di lavoro per mutate esigenze organizzative e produttive dell’impresa, con le quali parte dell’orario di lavoro viene finalizzato a percorsi formativi. Gli oneri relativi alle ore di formazione, comprensivi dei relativi contributi previdenziali e assistenziali, sono a carico di un apposito Fondo denominato Fondo Nuove Competenze, costituito presso l’Anpal, con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro a valere sul Programma Operativo Nazionale SPAO.

Fonte: IlSole24ore

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