Ass. ‘Io Salerno’: “Un manifesto per la città”

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Lo scorso Mercoledì, alla ripresa dell’appuntamento settimanale, abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni per le conseguenze della emergenza sanitaria sugli equilibri economici e sociali della Comunità, già provata da una persistente situazione di crisi in molti comparti.

Purtroppo, i fatti non stanno smentendo i timori e, anzi, stanno confermando la nostra previsione circa la necessità di una forte reazione, non limitata alla tutela di singoli interessi ma incentrata sul riesame delle ‘logiche di indirizzo’ finora seguite, semmai lo siano state, per progettare una ‘resurrezione’ complessiva della Città. Perché, da quello che si capisce, ci saranno numerose attività costrette a chiudere, per motivi oggettivi o per difficoltà di gestione, e molti posti di lavoro saranno cancellati, ancor più se poco professionalizzati, mettendo a rischio la stessa tenuta sociale.

In un simile contesto, nella veste di semplici cittadini impegnati da tre anni a formulare proposte per una Città migliore, abbiamo pensato di raccogliere le nostre idee in un ‘MANIFESTO’ e di proporle per auspicabili dibattiti su ‘cosa fare’ per l’avvio di una fase di profondo recupero’ della Città. Perché siamo stanchi di doverci vergognare per i posti di retrovia in qualsiasi statistica nazionale e di vedere i nostri figli e nipoti offesi nella dignità per dover percorrere le strade della ‘emigrazione’.

Inizialmente, noi riteniamo sia necessario assegnare alla Città una “missione produttiva” del tutto peculiare che ne esalti, in funzione di forza attrattiva, la natura meridionale e mediterranea, la ricchezza ambientale, la posizione geografica tra le due Costiere, le memorie millenarie, il talento dei cittadini, il sapere e il saper fare. E, che si debba pensare a ciò che ci possiamo veramente permettere, a progetti coerenti con la missione, compatibili con le esigenze pubbliche, rispettosi di nuovi equilibri ambientali, e, infine,  adatti alla professionalità dei nostri giovani affinché possano trovare, qui, il lavoro e costruire, qui, la loro vita.

Su tali presupposti, il nostro ‘MANIFESTO PER LA CITTA’’ si rivolge ai seguenti settori:

Industria: eliminate le improprie localizzazioni (pizzerie, negozi e ludoteche), la zona industriale dovrebbe proporsi come ‘polo tecnologico’ per aziende, anche ‘di ritorno’, della meccanica leggera, elettroniche e anche medicali, delle energie alternative, del risparmio energetico, del riciclo dei materiali, della piccola mobilità, con tecnologie di supporto, della trasformazione dei prodotti della nostra terra, del nostro mare e delle erbe medicinali. In sostanza, pensiamo ad un’area per l’ambiente e l’agro-alimentare, supportata adeguatamente dalle Facoltà Scientifiche Universitarie, perché l’ambiente e il cibo sono settori che non avranno mai crisi;

Area Portuale: lo scalo dovrebbe specializzarsi per sviluppare in chiave turistica l’intera area di via Ligea/Olivieri e per contenere i traumi del viadotto. Eliminati container e merci ‘a terra’, nella struttura dovrebbero trovare spazio i traghetti ro-ro e gli approdi per il traffico passeggeri locale e per quello crocieristico, mentre il molo Trapezio dovrebbe essere destinato a sede delle aziende della nautica da diporto e della cantieristica privata. Sono modalità in grado di far convivere, proficuamente, lavoro e ambiente riportando la vita in un quartiere che appartiene alla storia millenaria di questa Città;

Commercio: si dovrebbero realizzare almeno tre Centri Commerciali Naturali (CCN), a Fratte, a via Madonna di Fatima, nel centro storico, e incentivare nuove modalità di vendita al minuto, tra cui il “co-working”, per sfruttare al meglio le grandi metrature ovvero ampliare gli spazi di quelle minime. I CCN porterebbero qualità urbana e commerciale, nonché nuova vitalità, in quartieri oggi fortemente degradati;

Turismo: la Città dovrebbe proporsi come hub per i movimenti verso le due Costiere e come capolinea di rotte crocieristiche. Pensiamo, poi, al restauro degli edifici storici, al disinquinamento del mare, al recupero del litorale fino al Capitolo San Matteo e all’integrazione con la costa di Pontecagnano per creare una continuità balneare, ad un vigoroso circuito di storia, architettura e ambiente, all’incremento dei luoghi di ospitalità nella parte antica.

Perché il turismo deve vivere la Città e la Città deve vivere il turismo. Siamo convinti che, superata questa crisi, il turismo si imporrà nuovamente tra i settori più validi e più proficui per la nostra economia;

Rigenerazione urbana: l’edilizia ha una naturale funzione di traino. In tal senso, imposto il blocco al consumo di suolo, si potrebbe procedere al ridisegno dell’impianto urbano, con la ‘rottamazione’ dei fabbricati, anche a rischio sismico, per realizzare nuove aree verdi, una mobilità sostenibile e il risanamento dei quartieri. L’edilizia, utilizzata per finalità di rigenerazione, può veramente offrire ampie opportunità di lavoro ai giovani ‘dispersi’;

Cultura e storia: pensiamo ad attività artigianali in grado di coniugare idee, passione e volontà, a locali letterari e scuole per l’educazione alle belle arti, a botteghe del talento nel centro storico (pittura, scultura, ebanisteria, vetro, ferro, ceramica, veleria, antiquariato) anche come botteghe-scuola per i giovani privi di adeguato titolo di studio o di conoscenze professionali. Investire sui talenti nascosti e sulle tradizioni, per incentivare l’imprenditorialità, può accrescere autostima e dignità nella intera Comunità.

Questi i temi. Per il dettaglio, rinviamo ai prossimi commenti.

In definitiva, di fronte a concreti rischi di sfaldamento sociale, noi pensiamo che la Comunità non possa permettersi torpori o indifferenze e che le sue diverse componenti, a qualsiasi livello di responsabilità, debbano sentirsi coinvolte in uno sforzo unitario per tutelare il tessuto economico e preservare ed accrescere i posti di lavoro avendo cura di coinvolgere tutti, per il benessere di tutti e con l’utilizzo dei ‘beni comuni’ a beneficio di tutti.

Una Città ulteriormente ‘indebolita’ sarebbe facile terra di conquista, un territorio di caccia o una landa desolata con improbabili cattedrali realizzate ‘a maggior gloria e profitto’ di pochi.

Diversamente, essa deve essere luogo di qualità e di lavoro per il futuro dei nostri giovani che, lo ricordiamo, entro i 29 anni sono privi di laurea per circa il 75% (fonte: Istat).

Non è importante approfondire, in questo momento, per capire il perché. E’ importante pensare come costruire nuove opportunità per loro, come prova di amore.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

 

3 Commenti

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  • Tutto molto bello e auspicabile se non fosse che gli interlocutori istituzionali sono appiattiti su logiche clientelari ed affaristiche, che la classe dirigente di questa città è scelta solo ed esclusivamente sulla base di un’appartenenza alla ristretta cerchia della famiglia De Luca (vedi assessorati chiave come quello del commercio delle politiche giovanili e dell’ambiente) e non sulla base della professionalita”e della natura innovativa delle idee proposte. Inoltre per quanto riguarda il porto e l’ edilizia con annesso consumo di suolo c’è da combattere interessi lobbistici che sono strettamente legati alla parte politica dominante e che difficilmente molleranno l’osso. In definitiva ci sarebbe innanzitutto bisogno di lavorare su una presa di coscienza dei cittadini che ormai sono appiattiti e uniformato allo status quo. Sarebbe bello però che quello riportato nel vostro manifesto si realizzasse

  • Spunti di riflessione interessanti ma che temo non tengano in debito conto i possibili scenari disegnati dall’evento epocale che sta stravolgendo dalle fondamenta le nostre società. Mi riferisco innanzitutto al tema della conversione turistica, che attendiamo da almeno un trentennio cioè da quando quel po’ di apparato industriale (in parte assistito) ha cominciato a sfaldarsi attivando quella tendenza alla discesa che la curva demografica che più di ogni altro dato certifica il fallimento delle politiche perseguite da chi amministra la nostra città con le modalità che Francesco ha efficacemente illustrato. Io ritengo che proprio il fatto di aver reso non solo l’Italia ma tutto il sud Europa un immenso hub turistico al servizio della potenza industriale tedesca e di quelle finanziare nord europee sia una delle ragioni delle nostre fragilità sistemiche che renderanno per noi molto più difficile uscire dalla crisi economica causata (aggravata) dall’emergenza sanitaria in corso.
    La chiave di volta è la scuola, solo l’istruzione e la cultura potrebbero consentire alla nostra comunità di risollevarsi, di recuperare autocoscienza e di svincolarsi dalla condizioni di bisogno materiale e povertà intellettuale che le impediscono di svincolarsi da un certo sistema di potere e di comprendere l’immenso inganno alla base della retorica propinatale.

    Personalmente credo che

  • Indubbiamente una bella lista di voci: “tutto molto bello – come dice Francesco – “e auspicabile se non fosse che … ”
    L’auspicio è quindi che vengano rimossi gli ostacoli di varia natura che impediscono, dopo attenti esami di situazione, di portare a compimento le necessarie opere di rinnovamento, di ammodernamento, e di insediamenti innovativi.
    Si tratta invero per alcuni casi di scelte difficili per le quali risulta non di semplice soluzione valutare cosa è meglio fare.
    Vorrei ad esempio soffermarmi sulla proposta avanzata per l’area portuale. Non mi sembra utile immaginare una conversione delle sue caratteristiche per farla assumere una specializzazione nel settore turistico, crocieristico e da diporto, il che significherebbe dare anche la possibilità di rivitalizzare la via Ligea. La conseguenza sarebbe quindi l’abbandono del settore commerciale, in quanto incompatibile con la nuova tipologia assunta dallo scalo.
    Mi pongo allora due domande:
    a) si è certi della convenienza di eliminare un settore, quello mercantile, che tuttora assicura una fetta notevole all’economia cittadina?
    b) e quand’anche si ritenesse che una simile scelta potrebbe assicurare vantaggi di ogni genere, compresi quelli di carattere ambientali, esistono i presupposti per dire che l’attività turistica nel suo complesso darebbe introiti per risorse occupazionali e monetarie comparabili, se non superiori, a quelle del precedente assetto?
    Credo che l’area mercantile sia un comparto consolidato, essendo riuscito negli ani ad assicurarsi un mercato nazionale e internazionale di tutto rispetto. Piuttosto che pensare di demolirne l’impalcatura, occorre focalizzarsi su come migliorarne struttura e infrastrutture, specie quelle di cui è più evidente la carenza, ad esempio il collegamento diretto su rotaia con la rete ferroviaria nazionale.

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