Coronavirus, in sala posti tagliati e distanziati. Sarà la morte dei piccoli teatri

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E’ forse il momento peggiore per i Cinema e i Teatri in Italia. L’emergenza coronavirus ha penalizzato più di tutti il settore. Ancora di più quello teatrale che è realizzato solo ed esclusivamente dal vivo con attori sul palco in stretto contatto fisico tra loro.  Nonostante il via libera alla riapertura a partire dalla metà di giugno, in Campania e nella provincia di Salerno resteranno spenti 97 schermi e con sipario sbarrato tutti i teatri . Tutto chiuso, almeno fino al 31 agosto. Per molti operatori la riapertura, considerate le prescrizioni del Governo, è ancora lontana». Dalla riunione è venuta fuori una missiva da recapitare a Governo e soprattutto a Regione Campania. Le misure, asseriscono in molti, sembrano essere stringenti solo per la cultura. I nuclei familiari possono “assembrarsi” ai bar stare aperti ovunque ma non al cinema e a teatro. E proprio a teatro gli attori dovrebbero recitare sul palco con la mascherina, quando poi nelle partite di calcio questo non è richiesto. A prescindere dal blocco della produzione cinematografica e teatrale, per forza di cose, e la conseguente improduttività del mercato, restano, soprattutto per i privati, costi elevati di gestione, problemi con i fornitori che non accettano il reso e poche certezze a garanzia del futuro, sempre meno luminoso per i monosala, in particolar modo, pezzo di storia sempre più esiguo dei cinema e delle tante sale teatrali cittadine dislocate nel territorio campano.

Posti tagliati dunque in futuro per ottenere il distanziamento sociale, singoli o al massimo doppi (per le coppie di coniugi o conviventi). Il futuro prossimo del teatro, ai tempi dell’emergenza coronavirus, appare questo, senza altre possibilità. Una necessità che però rischia di travolgere i teatri più piccoli.

Di fronte ad una platea estremamente ridotta, l’unica soluzione per limitare le perdite appare quella di aumentare le repliche degli spettacoli. Un’opzione di per sé difficile e possibile solo per i grandi teatri: in quelli a capienza ridotta, infatti, tagliare i posti rischia di portare alla chiusura soprattutto per il genere amatoriale

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