Vaccino, si parte in Italia: domenica prima dose a infermiera dello Spallanzani

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Sarà una donna la prima vaccinata Covid in Italia. Secondo quanto si è appreso da fonti dello Spallanzani e della Regione, si tratta di un’infermiera. Tutto pronto all’istituto Spallanzani di Roma per l’avvio della vaccinazione in programma il 27 dicembre. In totale domenica nell’istituto romano verranno somministrati cinque vaccini in quella che è stata già rinominata come la giornata del V-Day.

«Saranno somministrati i primi cinque vaccini anti-Covid a altrettanti dipendenti dell’Istituto e precisamente: una infermiera, un operatore socio sanitario (OSS), una ricercatrice e due medici», precisa la direzione dello Spallanzani in una nota.

Arrivano rassicurazioni anche in merito all’efficacia del vaccino sulla nuova variante del virus. La mutazione del Covid comparsa in Gan Bretagna «è un pò diversa» da quelle prese in considerazione finora, «e non sappiamo ancora precisamente se il nostro vaccino possa proteggere anche contro questa. Dal punto di vista scientifico, però, è altamente probabile che il nostro vaccino possa difendere anche contro questa variante».

Ha detto il fondatore di Biontech, Ugur Sahin, in conferenza stampa. Serviranno adesso due settimane per raccogliere i dati a riguardo, ha anche sottolineato.

«Se il nostro piano» di vaccinazioni anti-Covid «va bene, nell’ottobre del 2021 l’Italia sarà in sicurezza». Lo dichiara Sandra Zampa, sottosegretaria alla Salute, in un’intervista a ‘La Stampa’ dopo il via libera dell’Agenzia europea del farmaco Ema al vaccino di Pfizer/BioNTech. «Finalmente una bella notizia», commenta, rassicurando anche sulla variante inglese di Sars-CoV-2 che non dovrebbe influire sul programma di profilassi in partenza.

«Dal giorno dopo la consegna del vaccino – conferma Zampa – il 27 dicembre siamo pronti a partire» anche in Italia. «Dovremmo iniziare tutti lo stesso giorno in Europa, un’iniziativa con un’alta valenza simbolica che il nostro ministro ha fortemente voluto e per la quale si è speso». La sottosegretaria ribadisce che «per essere in sicurezza la copertura deve arrivare attorno al 70% della popolazione.

Parliamo di ottobre se tutto va bene, ma proprio bene. Ma quando saremo a 15-20 milioni di vaccinati, saremo già a un livello importante che permetterà di dare più ossigeno al Paese. L’Italia ha opzionato 202 milioni di dosi» vaccinali «complessivamente. Il piano è stato messo a punto, si parte ovviamente dagli operatori della sanità – medici e infermieri in testa – e poi Rsa».

Sulla questione obbligatorietà, «al momento rendere obbligatorio il vaccino probabilmente rafforzerebbe i dubbi di chi è incerto – osserva Zampa – È sconsigliabile partire con l’obbligo. Meglio spiegare alle persone cos’è il vaccino, come è stato fatto. Ribadire che la fretta non ha messo in discussione la sicurezza, che si è andati veloci perché si è investito tantissimo. Nessuna delle fasi di sperimentazione è stata saltata. Il vaccino che arriva è sicuro come tutti gli altri che facciamo».

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