L’indicazione di Mario Draghi: un’occasione per il futuro del Paese

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Il Paese si trova oggi a pagare un prezzo altissimo, neppure immaginabile quando nel marzo del 2018 venne dato un consenso elettorale vastissimo ad un movimento, al quale il Presidente Giuseppe Conte ha inutilmente tentato di dare anima e sostanza, composto da una variegata e strana umanità (dai terrapiattisti ai no Vax, da chi considera il mondo governato dagli ebrei e dai rettiliani a chi ritiene l’inutilità della stessa intermediazione istituzionale).

Questa singolare coacervo di umanità, senza pensiero portante, è oggi stretta dalla necessità di tenere ben strette per altri due anni le poltrone parlamentari e l’urgenza di offrire una risposta all’appello del Presidente della Repubblica nell’attuale crisi sanitaria, economica e sociale.

Del resto, i pentastellati hanno ben chiaro che le scarse possibilità di recuperare consenso elettorale è legata, come al solito, ad un’opposizione “forte e pura”, quanto “vuota di proposte”, ad ogni sforzo di risanamento dell’economia e di ripresa del Paese, non collegata alle singolari opzioni di distribuzione a pioggia delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea e conseguenti allo sforamento del debito pubblico.

Dall’altra parte, vi è un PD lacerato, come del resto lo stesso movimento pentastellato, da profonde divisioni interne, prodotte anche dalla inconciliabilità tra le diverse culture politiche in esso confluite, che dimostrano oggi il sostanziale fallimento del nobile tentativo unificante delineato da Walter Veltroni. Senza, poi, considerare l’insufficienza palese del suo attuale segretario, vero e proprio “vaso di coccio tra vasi di ferro” (per utilizzare l’espressione manzoniana).

Non parliamo, poi, di quello che resta del centro-destra, ormai privo della spinta liberale e riformista, ed affidato al sovranismo e al populismo delle ali estreme, tra loro finanche inconciliabili.

Sono, dappoi, scomparse le formazioni cosiddette centriste, che avrebbero dovuto raccogliere l’eredità cattolica-democratica, del socialismo riformista, della cultura liberale, ridotte a pochi elementi che girovagano da un voto all’altro nell’attesa di acquisto della “merce” sul mercato.

A ciò si aggiunge, ma è dato su tutti rilevante, la profonda apatia deli italiani, alcuni dei quali neppure conoscono la figura di Mario Draghi ed il ruolo che ha avuto nell’interesse dell’Italia, e che ormai  votano seguendo gli istinti più irrazionali ed imprevedibili.

Eppure, in questo contesto, le forze parlamentari, dopo la figura meschina fatta finora, sembrano sfuggire alle loro responsabilità, mettendo a serio rischio l’ultima speranza che resta al Paese per garantire ai nostri figli e ai nostri nipoti un futuro.

La indicazione di Mario Draghi non può essere allora solo l’accertamento notarile della catastrofe del ceto politico, deve, invece, rappresentare un’occasione; non è solo la dimostrazione della incapacità e dell’impotenza di chi avrebbe dovuto guidare il Paese, ma il punto di partenza di una nuova consapevolezza. Questo dato essenziale non mi pare essere stato valorizzato dai commenti che in questi giorni ho avuto modo di leggere.

L’occasione ci è data oggi dalla cognizione che la politica non può essere solo il terreno su cui si misurano opposte ignoranze, infide inconsapevolezze e desiderio di arricchimento personale o di acquisizione di potere, manifestato in scelte non fatte ed attardate nella sola attesa degli eventi (come appare nella gestione della gravissima emergenza pandemica).

Un’occasione anche per costruire una forte formazione centrista, che valorizzi le culture storiche della politica (non guardando al passato), ma capace di aggregare e non dividere i consensi, abbandonando vuoti ed inutili personalismi..

La consapevolezza è quella  che deve acquisire il popolo italiano, non scegliendo “il tanto peggio tanto meglio”, come nel marzo del 2018, ma valutando le capacità ed i progetti di chi si propone alla guida del Paese.

Solo se si unisce questa occasione alla consapevolezza, possiamo sperare – ma il pessimismo della ragione resta oggi determinante anche in questa analisi – in un sussulto di responsabilità e di dignità che sino ad oggi è mancato.

Giuseppe Fauceglia

20 Commenti

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  • Durante una trasmissione condotta da Luca Giurato su Rai1, l’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga disse le seguenti parole nei confronti di Mario Draghi: “È un vile, un vile affarista non si può nominare presidente del Consiglio dei Ministri chi è stato socio della Goldman & Sachs, grande banca d’affari americana. E male, molto male, io feci ad appoggiarne, quasi a imporne la candidatura a Silvio Berlusconi, male molto male“.
    Cossiga poi rincarò la dose: “È il liquidatore dopo la famosa crociera sul “Britannia” dell’industria pubblica, la svendita dell’industria pubblica italiana quand’era direttore generale del tesoro e immaginati che cosa farebbe da presidente del Consiglio dei Ministri svenderebbe quel che rimane: Finmeccanica, l’Enel, l’Eni e certamente i suoi ex comparuzzi di Goldman & Sachs“.
    ed infatti considerando anche quello che fece dopo contro la Grecia , Cossiga ci aveva azzeccato.
    …quei bei processi di Norimberga di una volta
    non ci sono piu…

  • “Draghi ha assunto la carica di nuovo presidente della Banca centrale europea alla fine del 2011, dopo una ‘brillante’ carriera come amministratore delegato di Goldman Sachs (2002-2005), governatore della Banca d’Italia (2005-2011) e direttore generale del Tesoro italiano (1991-2001). È proprio nella veste di DG del Tesoro che Draghi negli anni ‘90 Draghi si rese protagonista della stagione delle privatizzazioni selvagge e della liquidazione a prezzi di saldo di buona parte dell’apparato industriale e bancario pubblico italiano, pur essendo perfettamente consapevole – come dichiarò nel suo intervento sul panfilo della regina Elisabetta, il “Britannia”, in cui la crème de la crème della grande finanza internazionale si incontrò per pianificare a tavolino il saccheggio dell’economia italiana – che questo avrebbe ‘indebolito la capacità del governo di perseguire alcuni obiettivi non di mercato, come la riduzione della disoccupazione e la promozione dello sviluppo regionale’. Tuttavia – come disse sempre Draghi – quel processo era da considerarsi ‘inevitabile perché innescato dall’aumento dell’integrazione europea’”.
    “Fu ancora Draghi, poi, sempre nella veste di direttore generale del Tesoro a sovrintendere all’emissione, da parte dello Stato italiano, di una montagna di titoli di debito tra i più ‘tossici’ e speculativi al mondo, i famigerati derivati di Stato, finalizzati a mascherare la realtà entità del deficit pubblico italiano per ottemperare ai criteri di Maastricht, che negli anni sono costati all’Italia decine di miliardi (per chi voglia approfondire questa incredibile vicenda, su cui proprio in questi giorni la magistratura ha riaperto le indagini). Lo stesso pacco che poi Draghi avrebbe rifilato alla Grecia negli anni ‘90 mentre stava alla Goldman Sachs”.
    “Ora volete che dopo essersi prodigato in maniera così infaticabile per vent’anni a favore degli interessi del grande capitale internazionale, Draghi non fosse ripagato come minimo con un bel ruolo da banchiere centrale? E infatti così è stato. Con l’arrivo di Draghi alla Banca centrale europea, molti speravano che la stessa Bce avrebbe finalmente adottato un approccio più interventista. E così è stato, purtroppo per tutti noi. Nell’agosto del 2011, pochi mesi prima che Draghi assumesse ufficialmente la carica alla Bce e nel pieno della furia speculativa nei confronti dei titoli italiani, lui e il suo predecessore Jean-Claude Trichet inviarono al governo italiano quella famosa ‘letterina’ che poi sarebbe entrata nella storia, in cui si intimavano al governo italiano «una profonda revisione della pubblica amministrazione», compresa «la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali», ‘privatizzazioni su larga scala’, ‘la riduzione del costo dei dipendenti pubblici, se necessario attraverso la riduzione dei salari’, ‘la riforma del sistema di contrattazione collettiva nazionale’, ‘criteri più rigorosi per le pensioni di anzianità’ e persino ‘riforme costituzionali che inaspriscano le regole fiscali’. Tutto ciò, si sosteneva, era necessario per ‘ripristinare la fiducia degli investitori’”.
    “Evidentemente, però, Draghi deve aver ritenuto insufficienti gli sforzi del governo italiano, e pochi mesi dopo – come ammesso persino da Mario Monti qualche tempo fa – ‘decise di cessare gli acquisti di titoli di Stato italiani da parte della Bce per far schizzare in alto lo spread e costringere Berlusconi alle dimissioni, spianando così la strada all’ascesa del governo ‘tecnico’ di Monti. È difficile immaginare uno scenario più inquietante di quello di una banca centrale apparentemente ‘indipendente’ e ‘apolitica’ che ricorre al ricatto monetario per estromettere dalla carica un governo eletto e imporre la propria agenda politica. Tuttavia, questo è quanto ha fatto Draghi nel 2011 nei confronti dell’Italia.
    “Non contento appena un mese dopo il suo colpo di Stato silenzioso in Italia, Draghi lanciò l’idea di un ‘patto fiscale’ (‘fiscal compact’) ‘una revisione fondamentale delle regole a cui le politiche di bilancio nazionali dovrebbero essere soggette in modo da risultare credibili’. Ciò comportò, nel marzo del 2012, la firma da parte di tutti gli Stati membri dell’UE (con le uniche eccezioni di Regno Unito e Repubblica Ceca) di una versione ancora più rigorosa del Patto di stabilità e crescita istituito dal trattato di Maastricht: il cosiddetto Fiscal Compact. Esatto, quest’ultimo è un’invenzione di Draghi. Cosa la firma di questa trattato significasse per l’Europa lo spiegò lo stesso Draghi in un’intervista al Wall Street Journal pochi mesi dopo: ‘Non c’è alternativa al consolidamento fiscale, il modello sociale europeo appartiene già al passato’.
    “Fu sempre Draghi a coniare il concetto di ‘pilota automatico’ in riferimento alle politiche economiche dell’eurozona. In seguito alle elezioni italiane del 2013, in cui il MoVimento 5 Stelle emerse come il primo partito del paese, Draghi rassicurò tutti circa i timori che questo potesse portare l’Italia fuori dai binari dell’austerità: «Gran parte dell’adeguamento fiscale che l’Italia ha intrapreso continuerà con il pilota automatico». E infatti così è stato. Il messaggio di Draghi era chiaro: grazie al nuovo regime di governance economica che egli stesso aveva contribuito a costruire, i risultati delle elezioni non avrebbero contato più nulla. Come avrebbe detto qualche anno più tardi il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble: ‘Le elezioni non cambiano nulla. Ci sono delle regole’. Parole che oggi suonano inquietantemente profetiche”.
    È precisamente questo processo di spoliticizzazione delle politiche economiche che ha permesso a Draghi di pronunciare il suo famoso discorso che “ha salvato l’euro” nell’estate del 2012. In quell’occasione, Draghi annunciò l’istituzione del programma Omt (Outright Monetary Transactions), con il quale la Bce si impegnava, se necessario, ad effettuare acquisti illimitati di titoli di Stato sui mercati obbligazionari secondari «per preservare l’euro». L’implicazione era che se i mercati avessero richiesto tassi di interesse eccessivamente alti, la Bce sarebbe intervenuta, acquistando i titoli essa stessa. L’annuncio di Draghi fu sufficiente a far scendere immediatamente i tassi di interesse nei paesi interessati dalla crisi, a conferma del fatto che gli interessi sui titoli di Stato sono determinati dalla politica monetaria della banca centrale, non dalla “fiducia dei mercati”, come Draghi aveva ripetutamente affermato fino a quel momento (e avrebbe continuato a ripetere negli anni successivi).
    Tuttavia, se da un lato questo ha aiutato i paesi in crisi (come l’Italia) ad evitare l’insolvenza, ha fatto ben poco per sostenerli in termini di rilancio delle loro economie: questo avrebbe richiesto politiche di stimolo fiscale (cioè deficit più elevati), che era esattamente ciò che il nuovo quadro di governance fiscale inaugurato da Draghi proibiva. L’accesso a un programma Omt, infatti, comporta l’adesione da parte del paese in questione a un rigido programma di austerità fiscale e alle famigerate “condizionalità” della Troika (liberalizzazione del mercato del lavoro, privatizzazione degli asset statali, compressione dei salari, eccetera), all’interno della cornice del Meccanismo europeo di stabilità (Mes). In breve, le varie innovazioni istituzionali introdotte da Mario Draghi nel corso degli anni, che gli sono valsi così tanti elogi, non hanno trasformato la Bce in un prestatore di ultima istanza, su cui i governi nazionali possano fare affidamento sempre e comunque, ma l’hanno resa piuttosto uno “spacciatore di ultima istanza”, con il potere di sfruttare le difficoltà economiche dei paesi per ricattarli e costringerli a implementare politiche di matrice neoliberista. Questo è diventato evidente nell’estate del 2015, quando, nel bel mezzo del negoziato tra le autorità greche e la troika, la Bce a deliberatamente destabilizzato l’economia greca, interrompendo il supporto di liquidità alle banche greche, per costringere il governo di Syriza ad accettare le dure misure di austerità contenute nel nuovo memorandum, un episodio pressoché senza precedenti nella storia.
    Tutti questi episodi dimostrano che è soprattutto merito di Draghi se oggi possiamo dire che l’eurozona è l’unica area economica al mondo in cui non è la banca centrale ad essere indipendente dai governi, ma sono i governi ad essere dipendenti dalla banca centrale.
    Veniamo ora alla già celebra lettera di Draghi inviata al Financial Times. Mi dispiace deludervi ma Draghi non è improvvisamente diventato un novello Keynes da un giorno all’altro. Più banalmente sta invocando quella che è la strategia da manuale del buon liberista: privatizzare i profitti in tempo di “pace” (attraverso politiche di austerità a vantaggio del grande capitale ecc.) e socializzare le perdite in tempo di “guerra”, attraverso un’espansione della spesa pubblica – ovviamente a debito – per tenere a galla il grande capitale (istituti finanziari in primis), esattamente come è accaduto nel 2007-2009. Passata la bufera si potrà poi tornare allegramente a privatizzare i profitti con ancora più veemenza di prima, adducendo proprio l’aumento del debito come scusa per implementare politiche di austerità ancora più severe, esattamente come è accaduto del decennio post-2007.
    Il senso dell’intervento di Draghi sta tutto qui: qualche carota oggi per poi tornare a bastonare più forte domani. Ecco cosa possiamo aspettarci dal governo Draghi. Tra l’altro il suo invito a “fare tutto il debito di cui c’è bisogno” è ancora più inquietante nella misura in cui l’Italia, come gli altri paesi dell’eurozona, si indebita in quella che di fatto è una valuta estera, il che significa che un domani i cittadini italiani saranno chiamati a compiere sacrifici immani per ripagare ogni singolo centesimo, non potendo contare su una banca centrale pronta a monetizzare una parte del debito all’occorrenza.
    Per concludere, alla luce del “curriculum” del nostro, c’è solo da tremare alla prospettiva di un eventuale governo guidato da Draghi. Il fatto che oggi non solo l’establishment ma anche milioni di cittadini comuni ne acclamino la venuta è l’ennesima dimostrazione di come ormai l’Italia sia vittima di una sindrome di Stoccolma di massa. Che forse, a questo punto, potremmo semplicemente ribattezzare sindrome d’Italia.

  • ottimi commenti, condivisione piena e bravo il dott. Fauceglia a proporci l’argomento. Mario Draghi…..rimpiangeremo l’altro Mario del 2011 questo e’ certo. Economia per pochi e non per tutti, anzi direi a svantaggio della stragrande maggioranza del popolo che vive quotidianamente di stenti e di miseria.Ahhhhh caro Maynard Keynes, se avessi vissuto per vedere lo scempio di questo tempo, ti sarebbe passata la voglia di indottrinare i popoli.

  • A parte che decontestualizzi i discorsi di altri (non proprio un buon metodo), ma sulla Grecia sei disinformato: Draghi arrivò in Goldman Sachs successivamente alla vendita dei derivati che consentì alla Grecia di entrare nell’Euro. Il problema delle fonti su Internet è sempre presente: gente senza scrupoli o senza cultura prende fregnacce in giro e le fa diventare un articolo credibile atto ad infangare il prossimo per ragioni di consenso.

    Tornando a Cossiga: non puoi mai sapere perché abbia detto quello che ha detto, magari aveva interessi politici, chi può saperlo? Cossiga “picconava” chiunque, ma alla fine chi lo sa a che titolo parlava (per gli amici degli amici? Per la DC e successive versioni della DC? E parlava perché fosse ascoltato da chi? Il personaggio era singolare, ma parliamo di un uomo di immenso potere che parla di un altro uomo di immenso potere. Vatti a fida’…).

  • Uno può pure essere un economista dilettante, ma non è credibile né come critico, né in qualità di esponente di movimenti anti-europeisti con cui nemmeno la destra più retrograda del parlamento italiano vuole più voler avere a che fare

  • Sono completamente diversi i due Marii e arrivano in due momenti completamente diversi: uno arrivava con l’Italia arrivata alla crescita zero in un periodo in cui non c’era nemmeno la crisi, quest’altro arriva dopo 13 anni di crisi conclamata, se tu pensi che possa spremerci sei fuori strada perché non è rimasto niente più da spremere

  • E vero Mario Draghi non convince nessuno e se guardiamo i precedenti Monti,Ciampi,Fornero c’è poco da stare allegri.Del resto questa è una sceneggiata organizzata da Renzi. Rimpiangeremo Conte, che aveva la capacità di dialogare con le fasce più deboli, e non solo con la Confidustria e le banche…

  • X x radical chic 7 Febbraio 2021 at 11:28
    1-ho solo riportato il dialogo pubblico di un presidente della Repubblica e na lascio ad altri il giudizio
    2-non ho parlato di derivati ed affini.
    4-Draghi diede l’ordine di fermare l’erogazione di liquidità alle banche greche e di bloccare i bancomat mentre pensionati , padri e madri disperati facevano la fila per sfamare i propri figli , al fine di ricattare i greci per fargli ripudiare l’esito del referendum che dovresti conoscere.
    5-perchè Cossiga abbia detto quello che ha detto non lo so , ma lo ha detto.
    6-penso di essere ancora dotato di quello spirito critico che mi consente di distinguere bufale da
    capre (ogni riferimento è puramente casuale).
    e mi fermo qui , per formazione ed educazione sono contrario alle vaiassate , sia a
    voce che nel cyberspazio.

  • Veramente, è proprio Renzi che ha portato questi al governo, con una mossa inaspettata persino per il PD, che di governare non ne voleva sapere e si è trovato a governare con questi del 5s. Adesso, se si andasse a votare, i 5s non avrebbero manco la metà dei voti di prima e Renzi avrebbe a stento i voti per poter essere rieletto. Quindi, che ci avrebbe guadagnato da questo magheggio, non è chiaro.

    Conte avrà pure dialogato, ma ha firmato quei decreti immigrazione che facevano pena, poi li ha tolti, poi s’è tenuto dei ministri inguardabili, infine, capito che i sondaggi erano buoni per lui, s’è messo a ipotizzare riforme a dir poco ardite (giustizia, elettorale, ecc.), che gli competevano fino a un certo punto. Certo, meglio Conte che i cocomeri di centrodestra, ma quelli devono ancora maturare e per ora devono dire europa-brutta-cattiva ogni due e tre se no spariscono.

  • per il signore delle 11.35, grazie del suo pacato ed educato commento, dovrebbero essere tutti così, ma mi permetta solo una precisazione, in effetti il mio post da fraintendimenti ma non pensavo onestamente che ci fosse in questa rubrica tanta gente appassionata di economia e politica con cui e’ sempre un piacere confrontarsi in modo educato. Vengo al dunque…non sarà il Sig. X del momento il Draghi di turno a “spremere” il popolo, lo faranno i mercati questo, ma una politica assente incapace di contrastare “statalizzando” non privatizzando il mercato economico e di riflesso gli asset di profitto economici previsti dalle holding mondiali. In poche parole manca una politica in grado di fare ingerenze nelle politiche economiche globali adottando il seguente paradigma “profitto = capitale…capitale = crescita economica ….. crescita economica = sviluppo e mantenimento del walfare sociale”…….non voglio tediare nessuno so che sono prolisso ma purtroppo detti argomenti sono difficili da sintetizzare. La politica deve “marcare” i mercati ed evitare le bolle speculative che inevitabilmente questo tipo di capitalismo omogeneo moderno crea. Comunque per il mio bene spero di sbagliarmi. La saluto e grazie della possibilità di risponderle

  • 1. non è così perché di mestiere non fai il giornalista: sei un commentatore (come me) e se riporti qualcosa la riporti perché credi che il suo contenuto sia vero, altrimenti te la tieni (io non vengo qua a dire che gli UFO esistono se penso che non esistono);

    2. non s’è capito;

    3. contenuto assente;

    4. Draghi non è un politico ma nel 2015 ha aumentato la liquidità delle banche greche. Il referendum non vale una ceppa, giacché la Grecia, oltre ad aver truccato i conti per entrare, ha firmato dei trattati, ben consapevole di firmarli;

    5. e invece quello che uno dice va contestualizzato, non si possono riportare cose a caso per il gusto di riportarle;

    6. ne dubito fortemente, ma comunque è una semplice discussione, non una “vaiassata”: se non sei abituato alle discussioni alla tua veneranda età, è un problema tuo e nessuno ti obbliga a rispondere, tra le altre cose;

  • Credo che un po’ tutti abbiano capito che questa fase sia diversa da quella di Monti: per me Monti è stato l’apice di due mondi che si scontravano. Dopo la crisi dell’Euro e l’affermarsi in Italia di svariati partiti/movimenti populistici (è facile nominarne uno solo, ma…), penso si sia cominciato a capire che questi sono il portato di una situazione sociale drammatica che decenni di tentativi di risanamento economico non hanno risanato. Mi auguro che chiunque governi sappia fare tesoro di questa semplice lezione.

  • Io continuo a ribadire che è molto facile criticare , ma difficile governare. Mi sapete dire che governo è quello di Draghi dove ci saranno tutti che diranno tutto ed il contrario di tutto. Dove già ci sono i distinguo, dove non verrà fatta nessuna riforma della giustizia, dove non metteranno mano alla riforma fiscale, dove gli aiuti alle piccole imprese non so se ci saranno, ed intanto chiudono. Chi ci ha guadagnato. Ribadisco al di fuori di Conte, non ci sono alternative, la Meloni, Salvini per carità… ma la cosa più assurda come fa a vivere un governo di tecnici con idee diverse e che deve accontentare tutto e tutti. Noi non siamo la Germania, che ha un senso di responsabilità e coerenza alta, noi siamo un popolo che ha nell’anima il piccolo orticello di interessi, che ricattiamo, come nel passato, con un manipolo di deputati e senatori, chiunque, ne parlava perfino TOTO’ in un film. I tempi non sono cambiati, ma credo che meglio di quello che ha fatto Conte, non si poteva fare, quanto ai ministri inguardabili ne abbiamo avuto nel passato certi personaggi della vecchia politica … lasciamo perdere

  • Scusa Don Chisciotte, ma quelli che sono andati al governo (non il PD, quell’altra formazione), ci sono andati facendo critica “molto facile”, anzi facilissima, per 10 anni, moltiplicandola sui social all’infinito a botte di “ladri”, “vergogna” e “onestà, onestà”, tutte cose che io reputo legittime, ma non solo quando ci sono “gli altri” al governo.

    Questi qua, senza averci i numeri, hanno governato prima con Salvini, poi con il PD, con uno sconosciuto non-eletto scelto da loro. Che differenza ci sarebbe con la situazione attuale? Conte 1 e 2 sono stati due governi artificiali e calati dall’alto, il secondo dei due favorito e buttato giù da Renzi.

    Nel merito, i governi Conte, specie durante l’emergenza Covid, hanno fatto quello che potevano fare con le risorse e le persone disponibili. Ma per conto di chi (e a che titolo) avrebbero dovuto affrontare grandi riforme? Del partito di Conte? Questo qua era diventato il governo di nessuno, non del PD che lo ha appoggiato suo malgrado fino alla fine, non degli elettori 5s che se ne sono in parte scappati: era diventato il governo del presidente, che alla fine era talmente debole da non riuscire a contrastare Renzi, che sulla carta ha giusto i numeri per rieleggere se stesso.

    Come funzionerà il nuovo governo con tutti dentro? Non diversamente dai precedenti con tutti dentro! Presumo che sarà un governo di scopo che si pone l’obiettivo di gestire soldi europei senza sprecarli. Dopodiché, si rivota nel giro di poco tempo.

    Se questi non saranno capaci di far ripartire un paese fermo, amen, la bionda trionferà, e rimpiangeremo Conte.

  • Per il commento delle 13 e 53
    Premesso che abbiamo avuto prima di Conte, una classe politica che andava a braccetto con gli avvisi dj garanzia al punto tale da portare i 5 stelle al 30% dei voti.La gente si era scocciata logico no…..per cui non erano solo i 5 stelle a gridare onesta onesta e ladri c era anche la gente comune.Tangentopoli expo di Milano stadio di Roma mafia capitale.insomma ….
    Per senso di resposabilita e nato il Conte 2 per non consegnare un paese in mano a gente che alla prima occasione chiedono elezioni anticipate.Questo governo ha retto fino a quando Renzi ha deciso di farlo cadere.Finalita creare un governo di scopo che parolone …ne abbiamo avuto nel passato governi di scopo ed i risultati si sono visti .Professoroni che hanno partorito la legge Fornero incapaci di mettere mano alla riforma della giustizia, prova a chiederti perche Renzi era contrario.Incapaci di avviare una riforma fiscale, si e partiti con la lotteria degli scontrini proprio per avviare un certo discorso. Per la prima volta un opera come il ponte di Genova si inaugura dopo 2 anni , e si manda a casa chi non ha mai fatto manutenzione sull opere pubbliche per decenni con morti sulla coscienza.Gia ma noi dobbiamo fare il governo di scopo….dove ognuno ha come scopo quello di arrivare alle elezioni con il massimo dei consensi.I governi tecnici sono un anomalia tutta italiana .In germania anni fa, con una situazione all indomani delle elezioni, di ingovernabilita, si ebbe il coraggio di fare un governo, presieduto dalla Merkell, con i socialdemocratici era pero un governo politico , non tecnico e non di scopo.Noi abbiamo questo maledettissimo vizio di dimenticare il passato, vale per te come per il Prof.Fauceglia, di non fare un analisi storica della nostra politica.Ci siamo dimenticati come la politica abbia svenduto al privato imprese ed immobili di proprieta pubblica.Affidando appalti miliardari per servizi e manutenzioni che non sono mai state fatte o fatte male.Adesso e troppo facile critjcare Conte…. Sopratutto perche abbiamo l ipocrisia di giudicare sempre l ultimo che mette mano a certe situazioni e non i predecessori vedi caso ilva e calenda

  • Dunque, per me gli elettori del 5s non sono molto di più che quel gruppo di persone che prima si identificavano in partiti come Rifondazione, Italia dei Valori e anche qualche AN e precedenti (MSI): Veltroni li fece uscire dalla porta, sono rientrati dalla finestra, assai incolleriti, direi. 🙂

    Gli avvisi di garanzia, certo: ma sono 30 anni che in questo paese si fa campagna elettorale SENZA IDEE basandosi sugli avvisi di garanzia, invece che sui progetti e i risultati si vedono benissimo, anche se mi sembrano meno esaltanti di quelli che vedi tu. E’ possibile andare oltre questo maledetto pattume oppure no? Perché non se ne può più: a me, che uno sia “onesto” non me ne frega assolutamente niente, “onesto” che caspita vuol dire? Onesto è il mio salumiere, ma il mio salumiere non è capace di fare il ministro degli esteri, non so se mi spiego. Quindi, tu non mi puoi far eleggere mezza classe politica di incompetenti con la scusa che è “onesta”: non so che farmene di gente “onesta”.

    Capiamoci: non sono nemmeno d’accordo sul fatto che su ogni appalto debba calare la mano di qualche disonesto, ma non è nemmeno possibile che per un lungo periodo chiunque non facesse parte della banda degli onesti era direttamente tacciato di essere un criminale ancora prima di essere processato, in maniera strumentale (ad esempio mafiacapitale, oltre a non essere Mafia, fu soprattutto una retata di gente di destra, ma tutti ricorderanno un paio di soggetti del piddì e la conseguente elezione di un certo sindaco. E vogliamo parlare del finto caso Bibbiano-PD?).

    Il Conte 2 l’ha fatto nascere RENZI e l’ha fatto cadere RENZI: il PD ha avuto “il senso di responsabilità”, per tutti gli altri, ivi compresi i “vincitori” delle elezioni, è stato puro opportunismo.

    Non lo so perché Renzi è contrario a quella legge, ma io come cittadino sono contrario e non ho mai votato Renzi: è una legge assurda, partorita con un senso della giustizia astratto, che fa il paio con quell’altro capolavoro straordinario della riduzione dei parlamentari, che senza una legge elettorale appositamente concepita ridurrà la democrazia in Italia di parecchio.

    Infine, io non sono nemmeno un fan di Draghi, ma non è ancora detto che si tratti di un governo tecnico alla maniera di quello di Monti. Questo governo Conte 2 era appeso a un filo fin dall’inizio: Conte -un nonpolitico- non è sceso politicamente a patti con Renzi, ha cercato di tenere in piedi una cosa impossibile da mantenere senza Renzi, Mattarella avrà pensato che Draghi avrebbe garantito maggiore stabilità rispetto a spostamenti di parlamentari e senatori che avrebbero tenuto in scacco il governo per un anno e mezzo peggio di Renzi. Come dare torto al presidente?

    E’ il terzo governo-frittomisto di seguito, speriamo che tenga qualcosa di buono fatto dai precedenti due, tanto, ripeto, da spremere c’è rimasto ben poco.

  • Ti sbagli da spremere ci sono oltre 200 miliardi del recovery fund per questo Conte e caduto….quanto all incompetenza lasciamo perdere …abbiamo avuto personaggi dello spettacolo ….personaggi che chiedono le gabbie salariali e comunque e sotto accusa una intera classe politica degli ultimi 50 anni e forse Conte non politico ha dimostrato maggiore capacita in un momento difficile.Aspettiamo Draghi il quale ha gia detto no alla flat tax e solo l inizio ne vedremo delle belle a convincere tutto e tutti

  • Il recovery fund non spreme il cittadino. La flat tax non è una idea dei populisti e non è una buona idea in generale, come quegli splendidi decreti sull’immigrazione.

    Il fatto che abbiamo avuto determinati personaggi non significa che chiunque possa fare politica.

    Speriamo che, oltre ad un paio di buone cose che abbiamo appreso dagli ex-nonpolitici, possiamo in futuro imparare a selezionare una migliore classe politica in generale. Naturalmente, se una legge elettorale decente ce lo permette.

  • Non ho la vostra competenza ma, vorrei proporre una visione diversa.
    Se fosse stato che questa nuova classe politica era una minaccia per tutti quelli che avevano o rappresentavano blocchi di interesse e privilegi consolidati?
    Salvini su avallo di Berlusconi partecipò al primo governo, per poi demolirlo dall’interno.
    Il pd partecipò al secondo, per poi far uscire il divisore/rottamatore seriale, che lo demolì, anch’egli, dall’interno.
    Le sirene incantatrici hanno nel frattempo attirato i furbetti verso lidi più tranquilli e redditizi
    Ricordo che Renzi governò con Verdini (oggi condannato) ex senatore di Forza Italia. La figlia di Verdini è l’attuale compagna di Salvini.
    Secondo voi quando si incontrano in salotto cosa si dicono?
    Eliminiamo la prescrizione?
    Introduciamo gli agenti sotto-copertura?
    Combattiamo la piccola evasione fiscale?
    Ridistribuiamo i redditi?
    Riduciamo le commissioni bancarie?
    Eliminiamo parlamentari?
    Utilizziamo i trojan per ascoltare cosa organizzano nei salotti bene?
    Eliminiamo l’influenza dei partiti dalla informazione?
    …..
    Resta solo da capire se hanno agito di nascosto o se, in quel salotto, c’erano anche quelli che si son fatti distruggere.

    Pensare che Draghi sia il salvatore della patria, lascierà parecchi delusi.
    Goldam Sachs non credo che si preoccupati della classe operaia o della classe media…quei famosi blocchi di potere si sentono più tranquilli …adesso

  • Sì, ma non è che Goldman Sachs abbia più qualcosa a che vedere con Draghi, è come se io ti dicessi che tu sei “ammanigliato” con il tuo datore di lavoro di 20 anni fa: io il mio datore di lavoro di 20 anni fa manco lo saluto più, per giunta mi licenziò immotivamente e, credendo di fare un affarone, prese allo stesso costo due giovanotti che lo inguaiarono, cosa che a distanza di anni ancora mi provoca il riso.

    Fra l’altro, dopo la breve esperienza in Goldman, questo ha fatto il governatore della banca d’Italia e poi è stato alla BCE. Gli anni in GS mi sembrano lontanissimi, onestamente.

    Per tutto il resto che dici, non saprei, anche se non penso che il PD e Renzi fossero d’accordo, anzi, mi pare che Renzi ha tirato la corda perché pensava di ottenere quello che ha chiesto, ma gli hanno servito Draghi, il quale gli va bene, ma a mio avviso lo oscura in un momento in cui avrebbe potuto fare consenso.

    Quello che invece ci ha guadagnato è Salvini, che ha l’occasione per togliersi di dosso l’etichetta di anti-europeista, che non gli serve più a niente, considerato che dopo le europee gli antieuropeisti non contano più niente.

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