Dan Ettinger, direttore di nuova generazione, è alla guida della Stuttgart Philarmonie, della New Israeli Opera di Tel-Aviv nonché della Tokyo Philharmonic Orchestra. È ospite abituale al Teatro dell’Opera di Monaco di Baviera, del Metropolitan di New York e della Royal Opera House Covent Garden di Londra.
Da Ravello, inizia per il maestro israeliano, una nuova avventura in Campania. La prima volta alla guida del San Carlo infatti, risale allo scorso aprile in un concerto a sala vuota trasmesso in streaming mentre l’ultima esibizione è di qualche giorno fa in piazza Plebiscito nella Carmen che ha riscosso un grande successo culminato con l’annuncio a sorpresa della nomina, dal 2023, a direttore musicale “Si è creata subito una straordinaria sintonia, è come scattato un clic. – ha confermato il maestro in un’intervista rilasciata all’indomani del concerto – Mi sono sentito un privilegiato. Posso dire di aver trovato un clima magnifico dall’orchestra ai bambini del coro, allo staff, tutti abbiamo lavorato con gioia e questo è importante”.
Sul palco del Belvedere di Villa Rufolo in programma l’Ouverture Egmont e la Sinfonia n.3 “Eroica” di Beethoven. L’Ouverture in fa minore, op. 84, fu scritta nel 1810, per l’omonima tragedia di Johann Wolfgang von Goethe, il cui protagonista non rinnega il suo passato di militare e che accetta il proprio ruolo di mediatore destinato all’insuccesso, perché da un lato è fedele servitore della monarchia e dall’altro condivide le sofferenze del suo popolo. Un eroe che interpreta la sua morte come una vittoria sull’oppressione, lanciando un ultimo appello alla lotta per l’indipendenza.
Nell’Ouverture, Beethoven riesce a trasformare la musica in un condensato dell’azione sia sul piano drammatico che su quello psicologico, sintetizzando con mirabile concisione i temi salienti della tragedia e quello dell’amore. Continuiamo con Romain Rolland che definì la Sinfonia n.3, op.55 quale scoperta del Nuovo Mondo: “l’Eroica è la caravella di Colombo che per prima avvicina un continente sconosciuto, quello stile nuovo che l’avvenire giustamente ha designato col nome del suo primo esploratore”.
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