Campania, l’economia e la produzione alimentare prossimi al collasso

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L’allarme dell’approvvigionamento del grano, del mais, dei cereali, del gas e di tante altre materie prime che venivano esportate dalle due nazioni in guerra, hanno, l’inevitabile, ricaduta su tutta la filiera alimentare con la certezza di rincari fino al raggiungimento di prezzi proibitivi dei prodotti di prima necessità per l’alimentazione umana, fino al rischio di vederceli mancare dalla tavola.

A parte il peso del costo energetico avvertito da imprese e famiglie che, per lo stesso periodo di fatturazione messo a confronto quest’anno con l’anno 2021, hanno registrato il raddoppio del costo energetico in bolletta ed, addirittura, triplicato la bolletta del gas, ci si aggiunge il caro benzina che in meno di una settimana abbiamo visto l’aumento del prezzo alla pompa di ben 0,80 centesimi di euro a litro, con la corsa inarrestabile al rialzo. E’ più che evidente che il caro benzina incide su tutta la filiera della produzione.

Per l’immediato Il presidente dell’Associazione campana della Confederazione dell’Industria manifatturiera italiana e dell’impresa privata (Confimi) e del Consorzio Suggestioni Campane, Carfora fa appello con le seguenti proposte:

siccome, in Italia non c’è più la scala mobile che ridetermina gli stipendi, le pensioni ed i tassi di interessi attivi e passivi sul danaro, e visto che tutti i prezzi dei beni di consumo primario sono schizzati alle stelle, chiediamo ai nostri politici del Governo lo stesso coraggio che hanno avuto nel sostenere Zelenskyy finanziandolo nell’acquisto delle armi e nell’accoglienza dei profughi di guerra in Italia , di reinserire il prezzo amministrato per i beni di prima necessità per frenare la decimazione del potere d’acquisto dei consumatori italiani e di ridimensionare, l’inevitabile, effetto domino a danno delle attività imprenditoriali e  dell’occupazione nel nostro paese. Afferma il presidente di Confimi Campania Luigi Carfora nel sollecitare interventi urgenti per l’economia italiana.

In sintesi, il prezzo amministrato è il corrispettivo di un bene o di un servizio fissato da un organo dell’amministrazione pubblica.  In Italia, questa forma di regolamentazione è stata sperimentata, in particolare, fra il 1973 ed il 1974, a seguito del primo shock petrolifero: per evitare un’improvvisa impennata dei prezzi, il Governo dispose un blocco assoluto dei prezzi per circa un anno e qualsiasi variazione dei listini doveva essere autorizzata dal Comitato interministeriale per i prezzi (CIP).

Infine, al Governo Regionale della Campania, di attivare ad horas le famose chimere delle zone Zes di cui se ne parla, invano, da anni e senza che mai siano state realmente attivate, e di estendere gli stessi privilegi a tutta la Campania per almeno tre anni… sottolinea Carfora.

Queste sono le misure che chiediamo per evitare di finire alla fame ed alla miseria nera… denuncia il presidente di Confimi Campania Carfora.

1 Commento

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  • Bravo il Governatore e molto occupato a vedere i propri interessi e della sua famiglia come può pensare a questi problemi Seri di Seri, questi non sono capaci di niente tranne che parlare parlare, intanto noi paghiamo le spese…………….. La politica del nulla nulla..

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