25 Aprile 1943: Giorno della Liberazione (di Enzo Todaro)

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Oggi lunedì 25 Aprile ricorre il 79esimo anniversario dell’Italia liberata dal nazifascismo e Salerno, prima capitale libera e democratica, festeggerà la storica data che segna la sconfitta delle truppe tedesche e la conquista della democrazia, delle libertà individuali, della stampa.

Il ricordo va soprattutto alle formazioni Partigiane che all’interno delle città governate dai nazisti e sui monti di tutt’Italia presero le armi e da costituito esercito clandestino, in cui confluirono militari evasi dai campi di concentramento o nascosti da coraggiose famiglie italiane, si opposero “ alla tedesca rabbia”.

Nelle formazioni Partigiane non si fece distinguo di appartenenza politica, di culto, di ceto. I Partigiani erano animati dalla ferma volontà di contribuire al riscatto morale dell’ Italia. Hanno pagato un alto tributo di sangue con atti di puro eroismo.

Tantissime le stragi di vite umane dovute alla rappresaglia nazista. Basta ricordare la fucilazione dei sette fratelli Cervi, la strage di Marzabotto, l’eccidio di Acerra, in provincia di Napoli. Una guerra fratricida che provocó tanti morti dall’una come dall’altra parte. La Campania con “ le cinque giornate di Napoli” ha scritto pagine di fulgido eroismo.

Esempio inimitabile fu la partecipazione alla lotta armata di tanti “scugnizzi”. Molti pagarono con la giovinezza dei loro anni la difesa della Patria e di Napoli. Anche quest’anno ho letto “Lettere di condannati a morte”-Mondadori.

Fra le tante lettere due resteranno vive nella mia memoria, quella di Raffaele Giallorenzo di anni 24 calzolaio nato ad Auletta (SA). Soldato del Reggimento ( Nizza Cavalleria) fucilato il 10 marzo 1945 a Ponte Chisone di Pinerolo da Plotone tedesco e da militi delle brigate nere.

Dal carcere di Pinerolo scrive, fra l’altro, alla moglie “…solo voglio pregarti che un giorno farai sapere alla mia famiglia la mia morte e dove”.

L’altra lettera è quella di Sabato Martelli Castaldi, generale di brigata aerea, di appena 47 anni, nato a Cava dei Tirreni il 19 agosto 1896 e trucidato il 24 marzo 1944 alle Fosse Ardeatine fuori Roma. In un biglietto inviato clandestinamente alla moglie scrive:

“ …Penso alla sera in cui mi dettero 24 nerbate sotto la pianta dei piedi nonché varie scudisciate in parti molli e cazzotti di vario genere. Io non ho dato loro la soddisfazione di un lamento, solo alla 24esima nerbata risposi con un pernacchione. Via Tasso a Roma ne tremó. Che risate.”

Enzo Todaro

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