Airbnb firma accordo con Agenzia delle Entrate per le ritenute d’acconto non versate

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Bene l’accordo di Airbnb con l’Agenzia delle Entrate ma abbiamo bisogno di conoscerne i dettagli – cosi dichiara il presidente nazionale Abbac Agostino Ingenito- in relazione alla nota inoltrata agli host italiani, in queste ore dal colosso internazionale delle prenotazioni online. Non sappiamo se è stato previsto, come appare, un accordo a forfait per le ritenute d’acconto non versate per gli anni dal 2017 al 2021, inoltre riteniamo ingiusto che il portale non si accolli i costi delle sanzioni del ravvedimento operoso per l’anno 2022 per i quali i gestori che non avevano dichiarato e versato autonomamente, dovranno farsi carico per l’omessa dichiarazione per quell’anno fiscale.

Appare chiaro inoltre che neppure per il 2023 Airbnb effettuerà il versamento delle ritenute, pertanto dovrà essere a cura dei titolari degli annunci online di locazioni brevi, procedere a dichiararli e versarli nella prossima dichiarazione 2024.  Come associazione nazionale, con i nostri sportelli locali, assistiamo già centinaia di locatori brevi per il calcolo della cedolare secca sugli importi lordi dichiarati – continua Ingenito –

Non sappiamo ancora da Airbnb, come procederà ad effettuare la ritenuta d’acconto dal 1 gennaio 2024, come annunciato nella sua nota, è evidente che dovrà tenere conto di quanto stabilito dalla legge di bilancio, che ha aumentato la cedola secca al 26% per le seconde case, mentre resta chiaro quanto già previsto dall’applicazione della direttiva europea Dac7, recepita dal nostro Paese, che obbliga i portali online di prenotazione e di commercio, a comunicare i dati fiscali e le transazioni effettuate all’Agenzia delle Entrate. Auspichiamo sempre più maggiore collaborazione con Airbnb anche perché, ricordiamo che la piattaforma ha anche la gestione della raccolta delle imposte di soggiorno per alcuni comuni italiani, anche in questo caso ci auguriamo un intervento puntuale del Governo e delle istituzioni per valutare gli attuali accordi, in molti casi, con un rimborso a forfait, per gli enti locali – cosi conclude Ingenito

Di seguito la nota di Airbnb agli host italiani

Airbnb ha firmato un accordo con l’Agenzia delle Entrate relativo alla ritenuta sui redditi degli host non professionali derivanti da locazioni brevi (“cedolare secca”) in relazione agli anni fiscali dal 2017 al 2021. Airbnb non cercherà di recuperare dagli host le ritenute fiscali per questo periodo.

L’accordo stipulato da Airbnb non comprende gli anni fiscali 2022 e 2023. I termini per pagare le imposte sul reddito per il 2022 e per presentare la relativa dichiarazione sono scaduti. Invitiamo gli host che non l’abbiano ancora fatto a rivolgersi al proprio consulente fiscale al fine di valutare l’opportunità di utilizzare il ravvedimento operoso entro il 28 febbraio 2024 per beneficiare di sanzioni ridotte a fronte di un versamento e dichiarazione delle tasse tardivi.

Nell’ottobre 2023, il Governo italiano ha presentato la Legge di Bilancio per il 2024 che, nella sua versione attuale, chiarisce come le piattaforme dovrebbero effettuare in futuro la ritenuta delle imposte sul reddito degli host non-professionali in Italia. Intendiamo iniziare a trattenere e versare la ritenuta (“cedolare secca”) sui redditi degli host rilevanti in Italia in relazione a soggiorni a breve termine fino a 30 giorni. Condivideremo maggiori informazioni sul punto all’inizio di gennaio.

L’Italia è un mercato importante per Airbnb e ti ringraziamo di essere un host straordinario. L’accordo di oggi significa che possiamo concentrarci nella continuazione della nostra collaborazione con le autorità italiane in materia di tasse, regole per le locazioni brevi e turismo sostenibile, a vantaggio degli host e degli ospiti.

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