1 caffè onlus sostiene questa settimana il progetto “la girandola” della fondazione anffas salerno

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La Fondazione Anffas Salerno Giovanni Caressa Onlus trova il sostegno questa settimana di 1 Caffè onlus in una campagna di crowdfunding dedicata al Progetto “La Girandola”.

L’associazione no profit, fondata dal noto attore Luca Argentero (e di cui è vicepresidente) e da Beniamino Savio, che da anni lavora per sostenere tantissime realtà solidali che promuovono progetti di assistenza in diverse cause sociali, contribuirà a coltivare il cambiamento trasformando idee in realtà,  grazie alle donazioni che saranno raccolte con il gesto del dono, anche di un solo caffè, ispirati dalla tradizione dell’atto di generosità del “caffè sospeso”.  Dal 2011, ogni anno, attraverso la propria piattaforma di crowdfunding, aiuta 52 enti solidali che promuovono progetti di assistenza in diverse cause sociali.

La buona azione quotidiana si concretizza con la possibilità di donare 1 caffè (1 euro), 1 colazione (5 euro) o un importo a scelta direttamente dalla piattaforma di crowdfunding di 1 Caffè Onlus.

Con le donazioni che saranno raccolte con la campagna di crowdfunding (dall’8 al 14 gennaio)  sarà possibile sostenere con il progetto “La Girandola” l’organizzazione di due laboratori di teatro sociale per persone con disabilità intellettiva e disturbi del neurosviluppo, uno dedicato all’età adulta uno all’età evolutiva.

La volontà è quella di rendere questo servizio garante di un tragitto di compimento esistenziale per le persone con disabilità: il punto di partenza progettuale è, infatti, il riconoscimento dello status di persona e la coltivazione della loro felicità all’interno del contesto sociale nel quale vivono.

La Fondazione Anffas Giovanni Caressa Onlus,  presieduta da Salvatore Parisi,  vorrebbe organizzare dei laboratori di teatro sociale che siano momenti aggregativi, inclusivi e d’incontro, sia all’interno che all’esterno degli spazi fisici del centro diurno e riabilitativo che spesso rischiano di diventare luoghi separati dalla realtà sociale e finiscono per essere dei “parcheggi”.

Attraverso la pratica laboratoriale e attraverso figure specifiche quali una regista, un’operatrice in teatro sociale, un musicista e una scenografa si vuole cercare di sviluppare un progetto capace di favorire e incoraggiare processi di “de-istituzionalizzazione” delle persone con disabilità volti sempre più all’accrescimento della loro autonomia, del loro empowerment e della loro qualità di vita.

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