Vertenza Prysmian Fos di Battipaglia arriva in Senato: la nota della senatrice Anna Bilotti

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Questa mattina, nell’aula del Senato, la sottosegretaria alle Imprese ed al Made In Italy, Fausta Bergamotto, ha risposto all’interrogazione della senatrice Anna Bilotti sulla questione relativa alla Prysmian Fos di Battipaglia. La sottosegretaria ha spiegato che dopo aver incontrato i vertici aziendali e rappresentanti regionali e sindacali, il Ministero sta cercando investitori e che sono in corso trattative con potenziali acquirenti, nazionali e stranieri.

Notizie già note che non aggiungono nulla alla questione, alle quali ha risposto in maniera piccata la senatrice: «Un Governo di centrodestra, con a capo una Premier che ha fatto del protezionismo la nostra identità, dell’italianità e in questo caso degli interessi economici delle aziende che contribuiscono alla solidità economica del sistema Paese, non dovrebbe essere sollecitato da una senatrice attraverso lo strumento dell’interrogazione» ha affermato Anna Bilotti. «Pensavo – ha aggiunto – che la strategicità delle nostre infrastrutture digitali fosse un motivo sufficiente per vedere il Governo attivo nel proteggere i nostri asset strategici. Invece, tra la convocazione del primo tavolo a metà novembre del 2023 e quello convocato a seguito della pubblicazione della mia interrogazione a metà febbraio 2024, sono passati già tre lunghi mesi, durante i quali l’azienda Prysmian ha deciso la chiusura dello stabilimento di Battipaglia. Non è così che si gestisce una crisi aziendale. La situazione dello stabilimento Prysmian a Battipaglia, che impiega oltre 300 lavoratori più l’indotto, richiede un’azione urgente da parte del governo per garantire la loro sicurezza occupazionale in un settore strategico. Nonostante la Prysmian, una multinazionale italiana con notevoli ricavi e crescita, abbia optato per la cassa integrazione a ottobre 2023, ci si aspettava un intervento tempestivo e una maggiore collaborazione con l’azienda per esplorare soluzioni alternative come l’innovazione o la diversificazione produttiva, piuttosto che appesantire l’Inps e la collettività. Questa mancanza di azione solleva preoccupazioni significative sulla tutela dei lavoratori e sulla volontà del governo di affrontare efficacemente la crisi».

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