Scontri sui fondi Ue, De Luca porta Fitto in tribunale

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La battaglia tra Vincenzo De Luca e Raffaele Fitto è destinata a concludersi in tribunale. Il governatore ha decisione di querelare il ministro per il Sud. Querela che si va ad aggiungere agli esposti in Procura, Tar e Corte dei conti sul mancato sblocco dei fondi Fsc destinati alla Campania. «Ho dato mandato agli uffici regionali di sporgere querela per diffamazione nei confronti del ministro Fitto e di alcuni organi di stampa, per le affermazioni false e calunniose diffuse in merito alla vicenda dei Fondi Coesione» annuncia in una nota diramata ieri intorno alle 11,30 il presidente della Regione.

Nell’ordine il Tar, che ha parzialmente accolto la tesi della Regione ed ha dato 45 giorni di tempo per risolvere la questione, pena la nomina di un commissario (ma il governo ha fatto appello), la Corte dei Conti e la giustizia ordinaria. Poi due giorni fa una lettera del ministro ai 550 sindaci campani in cui, sostanzialmente, faceva presente come a essere inadempienti non sono i suoi uffici ma la Regione Campania. Missiva in cui si ribadiva «l’impegno del governo a fare tutto il necessario per venire incontro alle esigenze dei territori, ed a procedere, anche in Campania come sta avvenendo con tutte le altre Regioni, alla definizione degli Accordi per la Coesione». Stanziare i fondi, insomma. Ma lo stop è colpa di palazzo Santa Lucia, secondo il ministero. Perché l’erogazione delle risorse non può avvenire «senza la previa acquisizione della lista completa degli interventi da finanziare. Lo stesso 16 febbraio, ho inviato una nota alla Regione per sollecitare la trasmissione di tale documentazione. La Regione era chiaramente inadempiente, e non il governo». Progetti – scrive il ministro – inviati solo il 29 febbraio.

Ricostruzione diffamatoria per De Luca che ieri mattina decide di querelare, come se già i rapporti istituzionali tra ministero e Regione non fossero già compromessi. «Ho dato mandato agli uffici regionali di sporgere querela per diffamazione nei confronti del ministro Fitto e di alcuni organi di stampa (due quotidiani che hanno sostanzialmente dato del «bugiardo» al governatore, ndr)», fa sapere De Luca. E attacca: «Il ministro dopo un oltre un anno e mezzo di tempo perso fra verifiche, controverifiche, richieste di chiarimenti, richieste di integrazioni, richieste di precisazioni pretestuose, immotivate ed arbitrarie – non avendo più nessun argomento con cui giustificare la sua clamorosa inconcludenza ed il suo ostruzionismo, ha adottato la strategia della confusione, della falsificazione, dei pretesti infiniti».

E, «non avendo il ministro mai avuto il coraggio di misurarsi in un confronto pubblico», quasi si giustifica De Luca, rimarca come non ci sia «altro da fare che rivolgersi alla magistratura, in attesa che il ministro stesso dia attuazione alla sentenza del Tar Campania, che gli ha assegnato 45 giorni di tempo per concludere l’accordo di coesione con la Regione. Tutto il resto è fumo».

 

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