Procuratore Capo Borrelli a Le Cronache: “A Salerno certi processi non si facevano proprio, la musica deve cambiare”

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“Avevamo 24mila processi pendenti davanti al giudice monocratico, mentre davanti al collegiale di tre sezioni avevamo varie centinaia di pendenze, che sono comunque un numero abnorme perché il collegiale è soltanto una frazione in quanto oggi la giustizia penale è soprattutto monocratica. La catastrofe era però sulla Dda dove, tra Salerno, Nocera e Vallo (anche se quest’ultima ha un peso relativamente minore in materia) avevamo pendenti 160 dibattimenti. Attualmente, scenderemo sotto i 10mila processi pendenti, quindi con uno sfoltimento di circa il 60% e, relativamente alla Dda, abbiamo ridotto di circa il 40-50% in quanto abbiamo solo una novantina di processi pendenti”

A quattro anni dal suo insediamento come procuratore capo di Salerno, Giuseppe Borrelli fa il punto sulla trasformazione e i successi del secondo ufficio giudiziario della Campania. In una intervista pubblicata su Le Cronache e realizzata da Peppe Rinaldi ecco alcuni passaggi.

Situazione Trovata e Interventi Attuati
Quando Borrelli è arrivato a Salerno il 10 febbraio 2020, provenendo da Napoli, ha trovato un ufficio in grave difficoltà. Ha descritto la situazione come “catastrofica”, con 24.000 processi pendenti davanti al giudice monocratico e 160 dibattimenti pendenti solo per la Direzione Distrettuale Antimafia (DDA). Ora, dopo una riorganizzazione e l’introduzione di nuove metodologie di lavoro, i processi pendenti sono stati ridotti del 60%.

Le Sfide dell’Agro Nocerino-Sarnese
Borrelli ha evidenziato come una parte del distretto di Salerno, in particolare l’Agro Nocerino-Sarnese, sia afflitta da fenomeni criminali simili a quelli di Napoli e Catanzaro. La mancanza di sufficienti risorse investigative, come un reparto di polizia giudiziaria dedicato alle indagini antimafia, ha reso il lavoro molto complicato. Tuttavia, ha lavorato per incrementare la consapevolezza e la partecipazione dei colleghi magistrati, portando a un miglioramento della gestione delle indagini.

Organizzazione del Dibattimento
Per migliorare l’efficienza dei processi, Borrelli ha introdotto un sistema di monitoraggio quotidiano delle udienze e ha negoziato un protocollo con il tribunale per garantire l’adempimento degli impegni programmati. Questo ha permesso di ridurre i tempi di rinvio delle udienze da otto mesi a quattro, aumentando il numero di udienze annuali per ciascun processo.

Approccio all’Abuso d’Ufficio e alla Priorità dei Procedimenti
Riguardo alla riforma del reato di abuso d’ufficio, Borrelli sostiene che la norma precedente era inefficace e che è necessario un approccio più chiaro e rigoroso per definire la punibilità di certe condotte amministrative. Inoltre, ha criticato l’idea della “priorità” dei procedimenti, affermando che la procura, se ben organizzata, può gestire efficacemente le sopravvenienze e che il problema risiede più nella capacità di risoluzione dei giudici.

Intercettazioni e Inchieste Rilevanti
Borrelli ha difeso l’uso delle intercettazioni come strumento essenziale per indagini su reati complessi come mafia, pedofilia e corruzione. Sotto la sua guida, la procura di Salerno ha ottenuto importanti successi, tra cui condanne per 416 bis nell’Agro, processi per corruzione e bancarotta fraudolenta.

Critiche e Prospettive Future
Nonostante alcune critiche riguardanti una presunta esclusione di certe zone dalla vigilanza antimafia, Borrelli assicura che il lavoro della procura è stato equo e continua a migliorare. Esclude categoricamente un futuro in politica, sottolineando l’importanza di mantenere l’indipendenza e l’imparzialità del suo ruolo.

Giuseppe Borrelli, con la sua esperienza e determinazione, ha avviato un cambiamento significativo nella gestione della giustizia a Salerno, riducendo i processi pendenti e migliorando l’efficienza delle indagini e dei dibattimenti.

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