Ass. ‘Io Salerno’: Piano generale del traffico urbano, aguzzate la vista

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Trovare le 10 differenze è uno dei ‘giochi’ più noti ai lettori delle riviste di enigmistica.

Oggi, lo proponiamo anche noi, precisando, immediatamente, che le difformità da individuare non sono tra piccoli particolari di ingenui disegni contrapposti.

Infatti, il ‘gioco’ riguarda le proposte del Nuovo Piano del Traffico predisposto dal dipartimento di Ingegneria Civile dell’UNISA e presentato Venerdì scorso presso la sede Comunale.

E’ necessaria una premessa.

Da semplici cittadini, non possiamo nascondere la soddisfazione per l’avvio – finalmente – di un processo che dovrebbe portare al ridisegno della mobilità urbana ed eliminare le criticità e le incongruenze che hanno condizionato, in negativo, la vita della Città per oltre trenta anni. Ponendo fine, peraltro, ad una grave inadempienza amministrativa, fonte di sanzioni fino ad oggi rimaste inapplicate.

Né possiamo nascondere, sempre nella indicata qualità, la piena condivisione delle proposte progettuali, alcune definite di Mobilità Dolce, incentrate su piste ciclabili, su percorsi pedonali integrati e su un ridisegno complessivo della viabilità privata e del trasporto pubblico, che dovrebbero ‘smantellare’ un modello organizzativo e comportamentale stratificato nel tempo.

Ciò premesso, in questi ultimi due comparti sono presenti le previsioni per le quali chiediamo di ‘aguzzare la vista’. Ci riferiamo ai sensi di marcia viari e alle modalità di esercizio delle linee collettive urbane.

Per i sensi di marcia, il provvedimento più significativo sembra essere quello della modifica del transito sulla parte finale della Lungoirno, verso Torrione, che corre parallelamente al Tribunale. Cioè, via Unità d’Italia. Qui, la presenza del senso unico monte-mare è ritenuto motivo di ostacolo ad una più fluida circolazione in tutta l’area. Ma anche di pericolo, aggiungiamo noi, per le velocità da autodromo consentite dalla larghezza della carreggiata.

Bene. Nella nostra riflessione dal titolo ‘Sottopasso di via Torrione. Il girotondo’ (Salernonotizie.it, internet e pagina FB), già il 28/05/2018 avanzammo la proposta di rendere percorribile via Unità d’Italia anche nel senso mare-monte, fino all’incrocio con via Cacciatori dell’Irno, e di trasformare via Vinciprova in ‘area protetta’ di quartiere.

Suggerimmo, poi, di disciplinare i flussi al punto di concentrazione, all’altezza dell’ingresso del nuovo Tribunale, con la realizzazione di una rotatoria intorno ad una ciambella nella quale collocare, su una base sopraelevata e ampia, il ‘faro della giustizia’, oggi in posizione defilata e negletta. Riteniamo, tuttora, che solo assegnando dignità all’opera, potenziandone la fonte luminosa, sia possibile attribuirle il forte valore simbolico immaginato dal progettista. Oggi, non è così.

Per il trasporto collettivo, UNISA ha previsto, in sintesi, di ridurre la lunghezza dei tratti urbani e di incrementare le frequenze dei passaggi, suggerendo tre linee orizzontali, lungo la costa, e quattro linee trasversali, con nodi di interscambio in corrispondenza di prefissate aree di sosta.

Bene. Nella nostra riflessione dal titolo ‘Tutti a bordo’ del 15/06/2018 (Salernonotizie.it, internet e pagina FB), affrontammo lo stesso argomento proponendo di realizzare:

  • strade di Scorrimento per il trasporto di ‘lungolinea’ con mezzi in circolarità continua di grandi dimensioni,
  • strade di Distribuzione per il trasporto di ‘quartiere’ con mezzi in circolarità continua di medie/piccole dimensioni, in funzione delle esigenze dei singoli bacini di utenza,
  • aree di Interscambio per consentire il trasbordo da un sistema all’altro, come succede tra diverse linee delle metropolitane. E suggerimmo di individuare, per gli scambi, spiazzi sufficientemente grandi per la posa di idonee pensiline di attesa.

Riteniamo, tuttora, che ‘rionalizzare” le linee sia la migliore risposta ad una domanda di trasporto incentrata su percorsi intermedi: difficilmente si prende l’autobus per raggiungere i capolinea a nord o a sud e non ha senso impegnare, su quelle linee, mezzi da ogni provenienza interna.

Giunti a questo punto, è possibile proporre il ‘gioco’: quali differenze emergono tra i progetti UNISA e le nostre proposte? Noi pensiamo che, pur senza ‘aguzzare la vista’, siano sostanzialmente equivalenti.

Chiariamo subito che non lo diciamo a nostro vanto: non siamo interessati a ricercare consensi o acquisire meriti.

Da oltre due anni, con la nostra Associazione, affrontiamo le criticità della Città suggerendo possibili soluzioni con la sola finalità di offrire un contributo libero e incondizionato. E, di argomenti, ne abbiamo trattati a decine: dal porto all’aeroporto, dall’ambiente al lavoro, dal Centro Storico al quartiere Fratte. Sono tutti su internet e sulla nostra pagina FB.

Però, a parte il conforto di qualche volenteroso lettore, siamo rimasti sostanzialmente inascoltati. E, purtroppo, non siamo soli. Altri gruppi di cittadini attivi esprimono eguale impegno. Senza risultati.

Certo, molti interventi sono frutto di un esame critico, ma non per questo sono da interpretare come delitti di ‘lesa maestà’.

In una Città nella quale non mancano i problemi, dovrebbe essere interesse dei responsabili ascoltare i consigli di tutti, anche se ‘fuori dal coro’. Del resto, l’esperienza dimostra che la stretta applicazione del principio della ‘autonomia decisionale’ non sempre porta a risultati favorevoli. Quanti provvedimenti, una volta assunti, sono stati poi cancellati perché manifestamente inidonei?

La conferma da parte di UNISA delle nostre ‘fantasie’ sulla viabilità, dimostra che esse non erano ‘utopie’, come tali certamente non sono molte di quelle formulate da altre Associazioni, in massima parte inascoltate, se non disprezzate.

Purtroppo, anche le ultime decisioni sulla ‘democrazia partecipata’ non appaiono confortanti.

Eppure, solo la presenza di una linfa vitale, intrisa di informazione, condivisione e partecipazione, senza interessi personali e senza contropartite, può rendere viva la Città e assicurare l’adozione di provvedimenti improntati alla coesione, alla equità, alla soddisfazione dei veri bisogni e alla tutela dei ‘beni comuni’.

Non importa. Non smetteremo di esprimerci e continueremo a batterci perché i nostri figli e nipoti possano godere delle stesse opportunità altrove disponibili, sentire lo stesso orgoglio di appartenenza, vivere con dignità e in pieno benessere.

Lo faremo anche se considerati ‘fuori dal coro’. E lo faremo senza chiedere niente, come sempre.

Perché la ricompensa per chi ama, è già nell’amore.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

2 Commenti

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  • Tutto bello sicuramente,ma se si continuano a tollerare le soste delle auto in doppia e tripla fila,il traffico ci sarà sempre,e non ultimo educare anche i pedoni ad attraversare sulle strisce pedonali. Provate a percorrere il tratto Mercatello verso il centro,specialmente fino a Torrione,sembra di essere in un paese del terzo mondo.

  • Sono uno dei volenterosi lettori che in qualche occasione si è cimentato scrivendo propri commenti ai temi trattati dalla Rubrica. Purtroppo nessun risconto né da altri lettori, né dalla stessa Associazione e quindi impossibilità ad instaurare un confronto con considerazioni di assenso o di dissenso.
    Ora, sul tema specifico è augurabile che lo studio e le valutazioni fatte dall’UNISA colgano il segno e, una volta applicate in tutto o in parte, consentano di ottenere una efficace fluidificazione del traffico specie nei punti nevralgici della città.
    Non è dato sapere, almeno a mio livello, quali suggerimenti siano stati formulati per il nodo stradale sul tratto che da Vietri porta a Salerno. Come noto, arrivati all’incrocio con il Viadotto Gatto, c,è il divieto di proseguire diritti verso la città, come sarebbe logico percorrendo via B.Croce e via Sabatini. Vige invece l’obbligo di girare a destra per percorrere il viadotto stesso verso la sottostante via Ligea e a seguire via Porto, fino alla confluenza con il lungomare, cioè dove si arriva anche da via Sabatini, con un tragitto molto più breve e non condiviso con tir e mezzi pesanti diretti da e per il porto.
    A quanto risulta, siamo in molti a non comprendere la ratio di tale disciplina. Sarebbe interessante conoscerne una o più convincenti motivazioni, ove esistenti.

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