“Abbiamo sempre chiesto che Battipaglia potesse avere una rappresentanza a livello regionale e nazionale, un riferimento in una città commissariata e con una disamministrazione passata elevatissima. Lo abbiamo iniziato a chiedere un anno fa, durante un comizio fatto in piazza municipio, era il 9 aprile 2014.
Lo abbiamo ribadito poi tante altre volte, all’interno del Partito democratico, fino ad offrire, in assenza di disponibilità tra tutti gli iscritti, anche una mia disponibilità ad una candidatura al Consiglio regionale. Dopo le verifiche interne al Pd di Battipaglia, il direttivo cittadino ha deciso all’unanimità di avanzare alla segreteria provinciale la candidatura della mia persona e dalla Ventriglia, quale candidata femminile.
Venerdì 1 maggio, di sera, si è aperta la possibilità di questa candidatura, comunicatami dal segretario Pd di Battipaglia, Davide Bruno; questo in seguito alla rinuncia di Oddati. Sabato 2 maggio la definizione delle procedure da completare e la presentazione della lista, con l’avvio di questo percorso per la città di Battipaglia, per la Piana del Sele, ma anche per la provincia salernitana.
La volontà espressa nell’accettare la candidatura lo è stata formalmente quando si è avuta la certezza di un posto libero nella lista. Questo ha prodotto anche l’avvio delle procedure formali, preliminari e propedeutiche, espletate in un clima concitato per il poco, pochissimo tempo. Pochissime le ore per la formalizzazione di tutti gli atti: la richiesta del certificato elettorale la mattina del 2 maggio presso il Comune di Battipaglia, l’invio di una Pec in Regione, con la quale chiedevo l’aspettativa a fini elettorali – inviata sabato mattina dopo le ore 11 – le firme sugli atti sottopostimi in sede di partito.
Una volontà chiara anche nella formalità. Ma la formalità di una firma che non c’è, proprio sull’atto di accettazione della candidatura, dovuta solo ed esclusivamente alla concitazione dell’ultimo minuto, non è rispettata. Tant’è che i presentatori della lista sono giunti in Tribunale pochi minuti prima delle ore 12, ora di scadenza. Da una parte la volontà espressa, forte, continua da un anno, concreta da settimane, formale con atti prodotti sabato (il certificato elettorale, la Pec in Regione), dall’altra la formalità di una firma che non c’è.
Ora è tutto nelle mani dei giudici amministrativi che devono decidere se vale formalità di una firma che di fatto non c’è o la volontà espressa e di altra tipologia di atti in cui la firma c’è.
Non partecipare a questa competizione sarebbe un’occasione persa per la città di Battipaglia e per quel tentativo forte che anche la politica, il Pd, sta facendo per guidare un nuovo percorso, per dare un nuovo indirizzo di sostegno ad una città, ad un territorio da cui non si può e non si deve prescindere. Restiamo in attesa di verdetto finale, sono un candidato sub iudice. La macchina organizzativa interna al mio staff è in moto, nessuno si è voluto fermare. Siamo fiduciosi che la volontà in più modi espressa e registrata possa prevalere, che quel percorso avviato anche tempo addietro non possa essere fermato da una firma che non c’è.
Questo è quanto è successo, questa è la verità dei fatti, altro che pure sta circolando in queste ore, altro di diverso da tutto ciò, è pura illazione, è solo discredito su di me e sul Pd. Chi ascolta e/o chi legge di fatti diversi da quelli qui esposti, faccia attenzione perché si rischia di dar voce e chi punta a buttar fango su altri per dar credito, finto credito, a se stessi.
Pietro Ciotti
Approssimazione, pressapochismo…non sapete amministrare voi stessi e volete amministrare gli altri!?! Ahahahaha. Questo è il PD!!!
PS: Attaccatevi al TAR!
tra chi considera una fesseria la legge Severino, chi asserisce che una firma è superflua in calce alla accettazione di una candidatura….e chi interpreta a modo suo la legge….di questo PD ne traggo un giudizio che mi atterrisce. Infatti se tutte queste cose per loro non valgono una mazza o almeno sono considerati “superficiali” esprimo una considerazione sul dilettantismo e con animo sereno dico:
CI POSSIAMO FIDARE DI QUESTI?
SINCERAMENTE DICO E AFFERMO NO!
LASCIAMOLI STARE A CASA!