Boccia presidente di Confindustria, una speranza che promuove il Sud di Tony Ardito

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tony_ardito_foto_2Le sconfitte sono orfane e le vittorie, come sempre, figlie di 100 padri e tra questi, i primi a tentare di insinuarsi copiosi sono puntualmente coloro che sino ad un attimo prima, per usare un eufemismo, hanno tifato contro.

Ovviamente, il copione si ripete anche per il lusinghiero successo conseguito il 31 marzo dal salernitano, Enzo Boccia, designato presidente di Confindustria. Sarà l’assemblea privata del 25 maggio a ratificare la scelta del conclave.

Una lunga militanza, quella dell’operoso 52enne in seno alla Associazione di viale dell’Astronomia. Arti Grafiche Boccia, l’azienda ubicata in Salerno in cui è cresciuto e che conduce con il fratello Maurizio, costituisce un prodigio di tenacia e determinazione del quale è stato capace suo padre, l’inossidabile Orazio.

E’ evidente che una tale competizione elettorale comporti una serie di valutazioni e che, pure in una organizzazione così composita, giochino diversi fattori politico-associativi, nonché accordi ed interessi confluenti in e da ogni periferia, ma costatare che gli imprenditori napoletani si siano distinti per aver preferito il competitor, Alberto Vacchi – industriale bolognese di indiscusso prestigio – fa comunque registrare, sopratutto nella opinione pubblica della Campania e del Mezzogiorno, una qualche amarezza.

Nello stendere queste poche righe ho voluto documentarmi e letto numerose analisi di eminenti osservatori. Molti di essi, conferiscono alla designazione di Enzo Boccia un significato multiplo, per tutto ciò che riguarderà le politiche di crescita e sviluppo nell’insieme e segnatamente al Sud. E’ oggettivo che tutti i Governi degli ultimi anni non abbiano dedicato le attenzioni dovute a questa parte dello stivale. E’ come se la nostra Nazione viaggiasse  su  due binari: su di uno, si corre per la esigenza di costruire un’Italia capace di stare al passo con l’Europa; su di un’altro, si procede con fatica, rallentando di fatto il processo di uniformità al suo interno. Si va dai mancati investimenti – o peggio, quelli sbagliati e persino dannosi – al fronte della sicurezza; anche in riferimento agli sbarchi dei disperati, e di ciò che purtroppo ne consegue.

Il presidente di Confindustria rappresenta certamente una delle corporazioni più importanti ed influenti della nostra organizzazione sociale. Per questa ragione, in un momento difficile, la affermazione di un leader espressione di una provincia con un sistema produttivo diversificato, che viene dalla cosiddetta “piccola”, che sa fare squadra e che, ragionevolmente, garantirà tutti con equilibrio ed autorevolezza, dà una speranza in più ai lavoratori, alle imprese ed ai territori.

editoriale a cura di Tony Ardito

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