, trascorsa a interrogare le stelle per scorgere uno squarcio di luce nell’oscurità che improvvisamente si è trasformata in buio pesto. Mobilità, per loro, significa restare immobili. Impotenti.
Con nessuna possibilità di riportare il tutto alla normalità, di tornare a quella quotidianità che per anni è stata casa e lavoro. Duro lavoro nei forni delle Fonderie Pisano. E’ stato detto loro: “non avevamo scelta” e gli operai hanno capito. Ma adesso chiedono che si faccia in fretta, se c’è qualcosa da fare. “Delocalizzare subito” è l’unica strada che porta alla salvezza, magari trovando il modo di tenere in vita un minimo di attività produttiva fino all’agognato trasferimento..
Tutti gli anni di attività di quest’azienda lasceranno al territorio di Salerno ed ai nostri posteri una sola grande eredità chiamata DISASTRO AMBIENTALE; basta leggere le sentenze già emesse del passato e le accuse formulate oggi dalla magistratura (validate già da un giudice per le indagini preliminari è bene ricordalo) per convincersi di ciò…… E qui ancora si scrive di tenere in vita l’attività produttiva in quel posto…..roba da non credere……
Per carita’ tutta la nostra solidarieta’ alle famiglie ….ma credo l’unico colpevole di tutto questo e’ la Fam Pisano. Dovrebbero mettere un cappio al collo a colui che ha inquinato per anni l’intero territorio salernitano provocando un Disastro Ambientale di notevole valenza e fregandosi di tutto e tutti naturalmente con il pass di istituzioni varie…Ora tutti hanno paura delle conseguenze giuridiche ma prima o poi qualcuno dovra’ pagare …,almeno i cittadini lo Sperano…
VIA I PISANO DA SALERNO
Non c’è dubbio che la salute pubblica ha la priorità su tutto, la vita non ha prezzo. Tuttavia, chiediamoci come potranno mai sbarcare il lunario questi padri di famiglia, come potranno mai affrontare le incombenze quotidiane: le bollette di casa, le medicine e quant’occorre per i figli. Non può bastare un colpo di spugna a cancellare una realtà da cui traevano sostentamento moltissime famiglie, le istituzioni non possono tirare la coperta da un lato, difendendo una parte della popolazione ma infischiandosene di quanti rimarranno senza
alcuna tutela. Così facendo s’innescherà la bomba del malcontento, la cui deflagrazione potrebbe portare a conseguenze
spiacevoli, la cronaca nazionale racconta
sempre piu’ spesso di tragedie scaturite dal
disagio sociale, perche’ la vita e’ resa insopportabile dalla
mancanza dei mezzi necessari al sostentamento
delle famiglie. Spero che le istituzioni, le organizzazioni sindacali e anche il clero, affianchino queste famiglie e possano trovare tutti assieme le soluzioni a questo dramma annunciato.