Il papà muore nel carcere di Salerno, su Facebook lo sfogo della figlia

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Aniello Bruno, 50enne di Angri, è deceduto nel carcere di Fuorni per una perforazione all’intestino dopo che era stato ricoverato qualche giorno prima per accertamenti presso la sezione detentiva dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno ma era stato dimesso. Bruno è morto nella notte tra sabato e domenica durante un disperato intervento chirurgico per tamponare la perforazione che aveva all’intestino.

La moglie, che l’aveva visto il giorno prima, ha presentato una denuncia con l’aiuto dell’avvocato Pierluigi Spadafora. La salma del detenuto è stata sequestrata ed è in attesa dell’autopsia per stabilire le cause della morte ed eventuali responsabilità. I compagni di cella hanno fatto sapere tramite l’avvocato che Bruno si lamentava da una settimana. Ora la moglie, che ha saputo la notizia la mattina di Pasqua, vuole sapere se c’era la possibilità di salvare il coniuge con un accertamento clinico più accurato. Il magistrato ha disposto il sequestro di tutte le cartelle cliniche.

Intanto su Facebook Imma Bruno, figlia di Aniello, fa chiarezza: 

“Mio padre prima di tutto non era dentro per quelle rapine, poiché le pene per quei reati le aveva già scontate. Era in carcere per un incontro con una persona nota alle forze dell’ordine che era tenuta sotto controllo con il microchip e mio padre, usufruendo del regime di semilibertà, non poteva avere incontri del genere”.

Non solo. Poi racconta, nei dettagli, le ultime ore di vita del genitore: “È stato male per ben 20 giorni con dei controlli mal fatti e una visita in ospedale fatta solo venerdì. Poi è stato rimandato in carcere con la diagnosi d’infezione intestinale”.

L’ultima persona che Aniello Bruno ha incontrato è stata la moglie: “Nella giornata di Sabato Santo mia madre ha fatto il colloquio e l’ha visto deperito. Aveva perso 18 chilogrammi e mia madre voleva informazioni, ma nessuno ha voluto darle spiegazioni alla casa circondariale di Fuorni. Poi, la domenica di Pasqua, alle 5.40, con una chiamata dal carcere abbiamo saputo che mio padre era morto”.

 

2 Commenti

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  • Non ho parole e’ l’ennesimo caso.Vergogna istituzione, vergogna ministero della giustizia,vergogna casa circondariale di fuorni, vergogna medici ospedale san leonardo. Insomma vergognatevi tutti, non e’ la prima volta. E poi aggiungo che scontare la propria pena non deve essere morire oppure si salvi chi puo’. Condoglianze alla famiglia del malcapitato.

  • Conoscendo fin troppo bn quella realta nutro tanta rabbia x l accaduto ….condoglianze. nn ho parole

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