Il Riesame ha ritenuto insufficienti le fonti di prova, poco circostanziati i fatti e difficilmente individuabili – sulla sola base dell’ordinanza impugnata – i reati da ascrivere ai singoli detenuti che vennero alle mani.
Si tratta di un duro colpo inferto alle indagini di Procura e forze dell’ordine, sebbene nella sostanza le cose siano andate come descritte dai testimoni e non via sia alcun dubbio sulla rissa all’interno della casa circondariale.
Il Riesame, infatti, ammette che il ricorso dei legali dei detenuti non è fondato ma va comunque annullata l’ordinanza per carenze tecnico-giuridiche, poiché non si può applicare una misura cautelare senza che vi siano sufficienti basi d’appoggio per ascrivere i reati.
Paradossalmente, la maggior parte dei protagonisti della scazzottata rimarranno dietro le sbarre perché già detenuti per altri motivi. Soltanto in due hanno riacquistato la libertà. Tra le accuse ipotizzate, figuravano la resistenza e la violenza a pubblico ufficiale, le lesioni personali, i danneggiamenti e la rapina: alcuni, infatti, riuscirono a sottrarre agli agenti della polizia penitenziaria- intervenuti per sedare la rissa- le chiavi dei diversi settori dove erano ristretti. Solo il tempestivo intervento della polizia penitenziaria e della direttrice (che rimase ferita ad una mano) evitò il peggio.
Oscuro rimane il movente reale dello scontro tra Salernitani e Napoletani. Qualche ora dopo, i protagonisti della maxi-rissa furono trasferiti in altre carceri. La loro identificazione fu possibile grazie alle riprese dei sistemi di videosorveglianza e alle testimonianze degli agenti penitenziari. Ma dopo l’annullamento dell’ordinanza, è tutto da rifare.
Fonte LIRATV Andrea Siano
Il paese dei giudici zelanti e degli avvocati azzeccagarbugli.